Matias Soulé, eroe del derby di domenica con il gol fantastico che ha evitato la sconfitta, si è raccontato tra le emozioni della stracittadina e una stagione fatta di alti e bassi ma che si sta per concludere comunque in crescendo: "Mi avevano detto che segnare al derby sarebbe stato qualcosa di fantastico, ma così… Durante l’esultanza non sapevo cosa fare, poi è stato un peccato aver pareggiato perché abbiamo cercato di vincere, ma è stato bellissimo, un’emozione unica. Se ho capito subito fosse entrata? All’inizio ho pensato di no", le sue parole a 'Il Romanista'.


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Soulé: “Alla Roma per De Rossi, sono rimasto grazie a Ranieri. Io più Dybala si può”
Cosa è cambiato da un girone all’altro? "Penso soprattutto la fiducia in me stesso, che mi è stata data ogni giorno di più grazie soprattutto all’allenatore e a tutti i miei compagni. So che ho avuto un inizio che non mi aspettavo, non lo volevo e non lo immaginavo in quel modo.
Prima hai avuto Pirlo, poi Allegri: è stato lui a farti esordire? Che rapporto hai avuto con lui? Lo vedresti bene alla Roma? "Noi sappiamo meno di voi (ride, ndr)! Da Allegri ho imparato tantissimo, poi sono andato al Frosinone per giocare di più, però sono stato un anno con lui. Il mister voleva che giocassimo molto stretti per non far passare la palla e andare poi. Credo che per lui l’aspetto fondamentale sia quello, poi ti lascia tanta libertà".
Un po’ come Ranieri: che cosa vi ha portato? "Sì, penso che i loro modi di giocare siano anche un po’ simili. Anche lui vuole che stiamo chiusi senza far passare la palla, per poi uscire senza rischiare in mezzo. Con me, appena arrivato, si vedeva che sapeva già che mi trovavo in difficoltà. Mi disse: “Ora che sai bene di essere in difficoltà, l’unica cosa che puoi fare è giocare semplice, che poi piano piano ti verranno anche delle cose migliori. Ora devi essere più concreto”. Lui è così, arriva con semplicità al concetto, ci ha tranquillizzato con le parole. Lui parla, e tu sai che ha l’esperienza dalla sua. Ci ha tranquillizzati nel brutto momento in cui ci trovavamo".
Sempre su Ranieri: è vero che a gennaio ti voleva il Bologna, e lui ti ha convinto a rimanere? "Sì, c’era il Bologna negli ultimi giorni di mercato. Non stavo giocando tanto, quindi chiesi a Ranieri che cosa dovessi fare, e che ne pensasse al riguardo. Lui mi disse: “Stai tranquillo. Ora le cose non stanno andando bene, ma avrai le tua opportunità”. Poi alla fine del mercato era arrivata un’altra offerta, dal Fulham, ma mi hanno detto di rimanere qua. Io ovviamente non volevo andare via, ma parlare con Ranieri mi ha aiutato".
C’è stato un momento in cui hai pensato che venire alla Roma fosse stata la scelta sbagliata? "Io sono arrivato anche per Daniele De Rossi. Lui è andato via dopo solo quattro partite, e lì è stata dura, perché pensavo: “Mi ha portato Daniele, e ora che succederà?”. Ovviamente sono stato male, non ho pensato fosse stata una scelta sbagliata, ho capito che ci sono dei momenti più difficili in cui non si può mollare”.
L’Europa è un rimpianto? Avremmo potuto vincere la coppa per te? "Ovviamente, io sinceramente avevo piena fiducia. Peccato perché lì non c’è stata una partita. Hummels si è scusato nello spogliatoio. Io credo che il rosso fosse almeno da valutare, poteva essere giallo. La partita era appena iniziata, non ci potevamo credere. I loro tifosi creavano atmosfera anche per un fallo laterale, poi l’espulsione è stata decisiva".
Dybala ti ha trasmesso qualcosa? "Io sono venuto a Roma per vedere le partite della Roma grazie a Dybala e Paredes. Gli chiedevo i biglietti per poter venire all’Olimpico. Mi hanno sempre parlato del tifo, ma l’ho vissuto anche in prima persona. Quando ho giocato con il Frosinone, all’Olimpico, quando siamo entrati in campo è partito l’inno ma per la concentrazione non sono riuscito a sentirlo bene come ho fatto poi quando sono venuto a vedere le partite dalla tribuna. Lì, insieme alla mia famiglia, siamo impazziti".
A Roma si parla tanto della famiglia Friedkin, i tifosi sperano un giorno di sentirli parlare. Che rapporto avete con loro? "Noi li sentiamo vicini, sono sempre presenti. Vengono ogni tanto anche a Roma, ma sono in qualche modo sempre presenti. Parlano col mister ogni giorno e prendono con lui le decisioni".
Parliamo di Dybala, al derby è stato in panchina. Quanto è importante che vi sia vicino ora? "Troppo importante, vive tanto e sente molto il legame con squadra e tifosi. Mi dice sempre di giocare tranquillo e di fare quello che so fare. Lo prendo sempre come esempio, come giocatore e come persona. Stiamo sempre insieme, beviamo sempre il mate: io, Leandro, Angel e Paulo".
Secondo te voi due potete giocare insieme? Col prossimo allenatore potreste giocare insieme… con Allegri per esempio... "Non lo so, dipende dalla formazione. Però secondo me sì (ride, ndr)».
È cambiato qualcosa nella tua vita dopo il gol nel derby? "Sì, sono più tranquillo io. È venuta anche la mia famiglia dall’Argentina, li ho cercati dopo il gol ma non li trovavo. Sono rimasti senza voce per l’esultanza".
De Rossi lo hai sentito dopo che è andato via? "Sì, lo sento sempre. L’altro giorno mi ha detto che sarebbe venuto a mangiare a casa mia. Ce lo eravamo detti ma alla fine non lo abbiamo ancora mai fatto".
Lui è sempre stato innamorato di te, ti ha voluto alla Roma, sarebbe bello se un giorno tornasse... "Sì, gli ho detto che sarebbe bello se un giorno potessi essere davvero allenato da lui. Lo sono stato ma per pochissimo tempo. Sono venuto grazie a lui, che ha spinto per essere qui".
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