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Sabatini su Totti: “Colpa dell’ambiguità perenne della Roma, l’hanno fatto vivacchiare”

L'ex direttore sportivo giallorosso ha commentato l'addio di oggi: "Meritava di essere testato ed essere portato dentro le cose della squadra"

Redazione

Anche Walter Sabatini dice la sua sull'addio di Totti alla Roma. L'ex direttore sportivo giallorosso, da oggi ufficialmente al Bologna, ha parlato all'Huffington Post. Ecco le sue parole.

Dopo l’addio da calciatore è arrivato quello da potenziale dirigente, qual è la sua valutazione del secondo addio di Totti?

Premesso che non voglio entrare nelle faccende interne della Roma, una cosa posso dirla. Quello di Francesco Totti dirigente è un caso dovuto all’ambiguità perenne della Roma, che sottoscrive un contratto con il calciatore Totti molti anni fa. Contratto che rappresentava una sanatoria, che entra in vigore quando Francesco smette di giocare. Da quel momento si sarebbero dovute avere delle direttive, invece si è andati avanti senza strategie condivise. L’hanno lasciato vivacchiare.

In che senso?

Lo ha detto lui oggi: “Mi chiamavano solo quando erano in difficoltà”. E noi conosciamo la piazza di Roma e sappiamo in certi frangenti cosa voglia dire avere Totti al proprio fianco.

La proprietà avrebbe dovuto provare a investire sul Totti dirigente?

Totti meritava di essere testato in questi mesi, meritava che lo portassero dentro le cose. La sua sensibilità calcistica è innegabile e lo avrebbe aiutato a dare il suo apporto. Il direttore tecnico non si limita a scegliere i calciatori.

Esattamente, qual è il compito del direttore tecnico? Cosa avrebbe potuto o dovuto fare il Totti dirigente?

Partecipare alla costruzione della squadra, alle decisioni su chi allenerà la squadra, alla scelta dello staff tecnico e medico. A tutte le incombenze che ha chi gestisce la squadra. Per la sua esperienza ventennale avrebbe potuto farlo.

Si può dire che è stata un’occasione persa per entrambi? Per la Roma e per Totti?

È indubbio che ci hanno perso entrambi. Difficile però stabilire chi ci ha perso di più.