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Rosella Sensi: “La curva vuota non ha senso. Pallotta? Gli mandai una maglia, ma non si ricorda…”

L'ex presidente giallorosso ha rilasciato una lunga intervista: "La Roma mi manca tanto. Uno dei rimpianti più grandi è stata la cessione di Samuel, non volevo proprio firmare...

Redazione

Quella tra la famiglia Sensi e la Roma è una storia d'amore che prosegue, un nome legato ormai in maniera indistruttibile ai colori giallorossi. Ospite a La Partita Perfetta in onda su Sportitalia, è intervenuto l'ex presidente dei capitolini Rosella Sensi, parlando del suo rapporto con la Roma, di ricordi e rimpianti.

Sul terremoto, famiglia Sensi originaria di Visso.

Siamo in continuo contatto con le persone, ho parlato con il sindaco di Visso ed è una situazione drammatica. C'è voglia di ricominciare ma anche paura per una cosa che sembra non finire mai. Siamo andati a vedere la nostra casa, sono stati spostati dei mobili e immagino cosa hanno sentito loro. C'è profonda tristezza, papà è stato sindaco. Ho visto la chiesa dove andavo a messa la domenica completamente distrutta e per me è un ricordo straziante. Papà era legatissimo a quei posti, ha fatto tanto. C'è molta tristezza, bisogna aiutarli, stiamo provando a fare tanto e speriamo di riuscire. Queste popolazioni sono il nucleo centrale dell'Italia nell'attività che fanno, hanno bisogno di aiuto per ripartire perché sono fondamentali per il paese e spero che vengano mantenute le promesse.

Ricordando la sua epoca da dirigente alla guida della Roma cosa prova?

Tanta nostalgia per la Roma. Fa parte della storia, una storia bellissima, la Roma ti travolge sempre ma in quel momento è stato un rapporto di amore infinito. C'erano personaggi particolari che poi sono venuti a mancare, ora non frequentando più non ho la sensazione di questo carisma che influenza la connduzione di una società. C'è nostalgia anche degli screzi, fatti con più passione e tenacia ma anche semplicità.

Ora è più serena?

Anche perché la Roma va molto bene. Le responsabilità di prima non ci sono, prima sentivo molto il peso anche nei confronti dei tifosi, questa è una cosa che papà mi ha insegnato bene.

Franco non mancava mai di riprendere le sue radici e dedicare un pensiero a Visso, pur parlando anche di calcio.

Lui era legatissimo a questi posti, ne parlava sempre. Mi auguro che si possa rivedere quella piazza, simile a quella di Spoleto. Spero che queste persone si possano aiutare.

Si vedrebbe ora alla guida di una società nel calcio di oggi?

Non andrei in un altro club, non avrei lo stesso trasporto, forse da dirigente sportiva. Non ho avuto proposte da club professionistici però. Il calcio è sempre bello, non è così diverso. Sono diversi gli interlocutori. La nostra non era una conduzione familiare, la Mazzoleni non era della famiglia, c'erano tante persone come i componenti dell'ufficio stampa. Ci disegnano sempre come conduzione familiare, ma non è una definizione che adoro particolarmente perché essendo una società quotata in borsa abbiamo messo sempre tanta professionalità. A questo punto anche quella Moratti all'Inter era una conduzione familiare, mi tolgo magari qualche sassolino dalla scarpa.

C'è qualche rimpianto?

Ce ne sono tanti, di sbagli ne sono stati fatti tanti. Meglio portarmi dietro tanti ricordi. Ricordo con grande sofferenza quando abbiamo ceduto Samuel, non volevo proprio firmare. Bronzetti insisteva, ma non ce la facevo perché sapevo che stavamo cedendo un pezzo importante della nostra squadra.

I momenti belli?

Tantissimi, lo scudetto, la Coppa Italia, le finali, anche l'abbraccio con Conti l'anno dei 4-5 allenatori, quando sembravamo disperati, poi grazie a Bruno, al capitano e Montella ci siamo risollevati. Quello è stato un anno che con l'arrivo di Spalletti poi ci ha risollevato.

Cosa non rifarebbe?

La comunicazione, il mio tipo di comunicare. Ho sbagliato, non era il mio carattere, ma un po' più di sfrontatezza mi avrebbe aiutato a non rimpiangere alcune cose.

Voi avete litigato anche con i tifosi, però esisteva la Curva Sud, un punto di riferimento che ora non c'è più. Cosa pensa quando vede quel vuoto?

Io sono stata vivacemente contestata e forse li ho anche uniti. Però è stato contestato anche papà, Dino Viola, la Curva non ha perdonato nessuno quando c'è stato bisogno, ma questo fa parte dell'essere tifosi. Se non ci sono i risultati con qualcuno devi prendertela. Io ho sempre però guardato da quella parte, senza quella curva è difficile che i giocatori giochino con la stessa tenacia, la grinta, quel qualcosa in più che ti fa pensare che loro ti guardano. Quella curva vuota ora è no-sense. Non voglio esprimere troppi giudizi, ma è veramente triste.

Sulle politiche della Lega Calcio, con Galliani possibile successore di Beretta. Tra i suoi rimpianti c'è qualche battaglia in più che avrebbe voluto sostenere?

Oggi c'è uno statuto che non consente di prendere decisioni facilmente, l'assemblea è sovrana e metterne d'accordo i 2/3 è improponibile. Ha ingessato un po' i processi decisionali. L'idea o la necessità di un presidente di un grande club come possono essere Roma, Inter e Juve a volte poco si sposa con le necessità degli altri club minori. Finchè non si cambia lo statuto...

Dove vede le partite?

Sempre nella stessa posizione a casa mia, perchè sono stata scaramantica. Allo stadio non sono tornata per malinconia di quello che ha fatto papà, non mi riconosco. Abbiamo sempre lasciato i posti di papà liberi dopo che è mancato. Mi piace ricordare la partita della Roma allo stadio con papà, non so se cambierò idea.

Nella gestione americana ci sono partite che l'hanno esaltata?

Quando si vince il derby sono sempre momenti di gioia. Qundo uno è tifoso è tifoso fino in fondo.

I 40 anni di Totti le hanno lasciato qualcosa da dire?

No, ero in disaccordo con mamma. Posso capire la sua amarezza, considera Francesco come un figlio, magari poteva dirglielo in privato. Per noi Francesco è una persona di casa, ma non era quello il luogo. Io ho parlato con Ilary, lo faccio spesso, non ho amarezza. Se lo voglio vedere non ho bisogno della festa dei 40 anni.

Quando Franco stava poco bene è venuto a mancare qualche punto di riferimento. Sembrava che la Roma dovesse finire in mano dei Moggi...

Tra tutto quello che è stato detto questa me la sono persa. A papà sarebbe preso un infarto immediatamente, avrebbe cambiato testa. Papà è sempre stato lucidissimo, sulla vendita della Roma si sono dette talmente tante baggianate che ormai era diventato un gioco, anche se al massacro. Però chi veniva massacrata era la squadra. La cosa più dolorosa è che non mi hanno mai creduto e ancora non mi credono, ma ora mi arrendo e non posso più giustificarmi.

Cosa vrebbe cambiato nella sua gestione?

Non l'avrei messa in vendita in quel modo, così si è abbassato il valore.

La Roma vince lo scudetto?

Posso non dirlo? Sempre per scaramanzia...

Vorrebbe avere rapporti con l'attuale proprietà?

No, non sono stata cercata per 5 anni e non vedo perchè dovrei volerlo ora. Io ho fatto recapitare una maglia a Pallotta quando Di Benedetto era presidente, con il quale non ho mai avuto rapporti. Poi Pallotta non si è ricordato di questo gesto. Pazienza, però è sempre il mio presidente e deve farci vincere.

Cosa hanno fatto di bello?

Hanno rinnovato il contratto a Totti!