Dodo è uno dei punti di forza dello Shakhtar di Castro. Il difensore brasiliano, che stasera affronterà la Roma all'Olimpico, si è raccontato ai microfoni di Fanpage. Ecco le sue parole:
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Roma-Shakhtar, Dodo: “I titoli di Fonseca parlano per lui. La forza della Roma è il collettivo”
"Siamo una squadra che punterà al titolo, sempre nel pieno rispetto dei propri avversari e partita dopo partita. Il prossimo passo è giocare contro la Roma e siamo concentrati totalmente su questa eliminatoria"
Sono anni ormai che lo Shakhtar è una realtà importante del calcio europeo. Per lei però non deve essere stato facile passare dalla propria Curitiba natale all'Ucraina.
"Non è stato per niente facile adattarmi, anche perché dopo il mio arrivo ho appena avuto il tempo di ambientarmi, sei mesi in tutto, prima di andare in prestito al Vitória Guimarães per cercare un modo migliore di adattarmi al calcio europeo. Poter giocare in Portogallo mi aiutò parecchio e mi servì per immergermi in una realtà nuova".
Inoltre lei arrivò in Ucraina prima ancora di compiere i 20 anni d'età e in un paese devastato dalla guerra, tant'è vero che ancora oggi lo Shakhtar gioca a Kiev e non a Donetsk.
"È vero, ma grazie a Dio quando sono arrivato la situazione era più pacifica e tranquilla rispetto a qualche anno prima, e iniziare a giocare con continuità mi ha aiutato molto a livello mentale".
Il calcio è stato dunque la miglior medicina per sconfiggere la famigerata saudade brasiliana?
"Fare ciò che più amo sicuramente è stato importante, soprattutto in un momento storico come questo. Sono lontano dal mio paese in un periodo orribile per tutto il mondo a causa della pandemia e i miei pensieri e i miei sentimenti sono costantemente rivolti ai miei familiari, vicini e lontani. Oltre a giocare prego molto per loro e cerco sempre di essere in contatto con la mia famiglia".
La grande colonia brasiliana già installata allo Shakhtar deve esserle stata d'aiuto.
"Senza dubbio, poter trovare tanti brasiliani che già conoscevano l'ambiente mi ha facilitato il compito dell'integrazione. E non solo per una questione di comunicazione quanto soprattutto nel processo di adattamento al club e allo stile di gioco".
Il tecnico Luis Castro, che l'ha avuto al Guimaraes, è noto per il suo calcio offensivo.
"Allo Shakhtar giochiamo non solo un calcio offensivo ma soprattutto un calcio libero e dinamico. Sia il mister sia i calciatori mi hanno accolto benissimo e con l'aiuto dei più esperti sono riuscito a diventare quello che sono adesso. Non sono solo compagni di squadra ma anche amici molto vicini a livello umano".
In Champions League avete battuto due volte il Real Madrid, il che lascia intendere che puntate a vincere l'Europa League…
"Siamo stati protagonisti di due grandi partite contro il Real Madrid, ma abbiamo giocato alla grande anche contro l'Inter. Ci sentiamo prontissimi per le grandi sfide e siamo preparati per affrontare qualsiasi avversario. Sia ben chiaro, però, che questa fiducia non viene solamente dalla grandi prestazioni contro i giganti della Champions, ma viene in primis dal grande lavoro che si fa allo Shakhtar".
Che tipo di squadra è il suo Shakhtar?
"Una grande squadra. Una squadra che punterà al titolo, sempre nel pieno rispetto dei propri avversari e partita dopo partita. Il prossimo passo è giocare contro la Roma e siamo concentrati totalmente su questa eliminatoria".
L'Inter è uscita dalle competizioni europee, ma ora è favorita nella lotta al titolo italiano. Qual è stato il giocatore che più l'ha impressionata negli scontri con i nerazzurri?
"Nella sua interezza l'Inter è una squadra solida. È vero che vi sono due individualità dagli eccellenti valori come Lukaku e Lautaro Martinez, ma in assoluto la vedo come una squadra forte a livello collettivo".
Lei arrivò giovanissimo a uno Shakhtar nel quale il tecnico era ancora Paulo Fonseca, attualmente alla Roma.
"Purtroppo sono stato pochissimo tempo agli ordini di Fonseca, ma i titoli che ha conquistato qui (tre campionati, tre coppe e una supercoppa d'Ucraina) parlano da soli. Si tratta di un allenatore che ha segnato un'epoca allo Shakhtar".
Lei è il classico terzino destro brasiliano di stampo offensivo, come Cafù, un ex illustre della Roma, e l'ha dimostrato nell'ultima partita di campionato, andando in gol con un'incursione proprio come era solito fare l'ex capitano della Seleçao.
"Cafù è sempre stato un riflesso prestigioso nel quale mi sono specchiato per tutto quanto ha fatto nella sua carriera. La sua traiettoria è stata spettacolare e non posso negare che i suoi successi e le sue performance siano state di grande ispirazione per me".
Il 3-4-2-1 della Roma potrebbe essere uno schema favorevole per il suo gioco?
"Questo lo vedremo al momento. Sicuramente ambo le squadre studieranno i punti deboli e forti dell'avversario. Noi sappiamo come gioca la Roma, così come loro conoscono il nostro tipo di calcio. Sarà una partita interessante ed equilibrata".
Che giocatore preferisce della squadra di Fonseca?
"Non ho nessuna preferenza. Sono convinto che la forza della Roma sia nel collettivo".
Attualmente lo Shakhtar è secondo in campionato. Ciò vuole dire che la priorità è vincere l' Europa League?
"Il nostro proposito è sempre quello di lottare per vincere ogni titolo. È logico che vincere l'Europa League sia un nostro obiettivo, ma per il momento dobbiamo pensare solo al primo scontro con la Roma, perché se non si batte la Roma non si può andare avanti. La programmazione va fatta partita dopo partita".
Le piacerebbe giocare in un altro campionato europeo nel futuro?
"Sono molto felice allo Shakhtar e in questo momento il mercato è chiuso. Dopo essere arrivato qui ho sviluppato un enorme attaccamento a questo club, e se dovesse arrivare una proposta da un'altra squadra lo consulterò con i miei agenti e con la dirigenza. Per il momento il mio unico obiettivo è vincere il campionato ucraino e l'Europa League".
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