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De Rossi: “Non molliamo l’Europa. Bayer modello sul mercato, l’ho detto ai Friedkin”

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Il tecnico giallorosso alla vigilia della partita con la Juve: "Lezione di calcio da Xabi Alonso? Il risultato dà modo a qualcuno di dire quello che vuole dire. Non sceglieremo una competizione o l'altra"
Redazione

Dopo la batosta contro il Leverkusen e le polemiche per gli errori di Karsdorp sul primo gol e Abraham sotto porta, la Roma torna a giocarsi un big match in campionato. Contro la Juventus servono necessariamente i tre punti per non rischiare di buttare tutto al vento. La stanchezza c'è, ma De Rossi sa che non è il momento di pensarci lasciando da parte il peso anche psicologico della serata di giovedì. Il tecnico giallorosso, nonostante la parole nel postgara di poco più di un giorno fa, è tornato subito a parlare in conferenza stampa alla vigilia della partita con la Juve di Allegri.

DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA

A che punto è la gestione del recupero fisico della squadra? "Al punto iniziale, anche se manca poco. Oggi dovremo fare altre analisi della condizione fisica e di qualche problemino che ci siamo portati dietro dalla partita. Quando giochi giovedì e domenica è tosta prepararla tecnicamente, tatticamente e anche fisicamente per rientrare in condizione. Questa però è una squadra abituata, da anni fa percorsi lunghi in Europa, dobbiamo essere pronti a fare altre grandi partite perché abbiamo sempre poco tempo per prepararle, è il brutto e il bello di arrivare avanti in Europa. Oggi valuteremo queste condizioni, ieri c'era anche il lato emotivo, il giorno dopo una sconfitta senti qualche dolorino in più, quando vinci stanno tutti bene e vogliono giocare. Ma non credo ci siano infortuni veri e propri".

Allegri sempre criticato, ma porta a casa i risultati. Come si affronta una Juve che ha forza nei singoli e meno di squadra, ma è sempre difficile da affrontare? "Si affronta con grande rispetto per Allegri che ha fatto la storia del calcio italiano e che continua a guidare una squadra a livelli alti. Provo simpatia per lui perché giocava con mio padre e me lo ha raccontato. Risultatisti-giochisti non esiste, alleno da pochi mesi e mi rendo conto quanto vincere una partita sia difficile, arrivare in fondo a una competizione, non potrei mai avere meno del rispetto che ho per allenatori come Allegri, Mourinho e Ancelotti che hanno fatto la storia del calcio e continuano ad allenare ad alti livelli. Si affronta con un bel po' preparazione e conoscenza, devi avere in mente chi hai di fronte. Non ha avuto un buon periodo di risultati, ha alternato partite molto buone come l'andata in Coppa Italia con la Lazio e altre meno buone, sicuramente vorranno mettere il punto sul discorso Champions. Noi abbiamo bisogno di punti, siamo convinti di potercela fare, giocheremo in casa, abbiamo bisogno di una grande prestazione dei giocatori e dei tifosi, che ci spingano per altre 4-5 partite, perché dobbiamo arrivare in fondo come sempre spalla a spalla con loro".

Come sta Dybala?Ce lo aspettiamo in campo? “A volte mi nascondo e non mi piace dare notizie sulla formazione, ma stavolta davvero non so ancora come stanno i ragazzi. Oggi faremo un allenamento non troppo pesante, di preparazione, domani mattina ci prenderemo un’altra mezz’oretta per una rifinitura che di solito non facciamo ma ce lo possiamo permettere giocando la sera. Faremo le ultime due-tre cose, mi tengo il riserbo anche con i giocatori sulla formazione, perché voglio sapere come stanno. Paulo è un ex ma sta benissimo, è triste come tutti, ha corso tantissimo, fisicamente sta avendo prestazioni importanti, è quello che più mi sta stupendo, tantissimo, da quel punto di vista. Tecnicamente lo conosciamo tutti, abbiamo visto cosa ha combinato in questi mesi”.

La Roma ha fatto 18 punti su 33 dopo l'Europa League senza considerare Udine. A questo punto, nella gestione dei calciatori, scegliete una competizione dando priorità? “Non è compromesso del tutto in Europa. Sarà un’impresa ancora più difficile, dovremo fare un risultato già difficile contro una squadra che non perde da 47 partite. Sarà un’impresa tosta, ma possiamo farla, l'abbiamo già fatto, l'Atalanta ha vinto 3-0 a Liverpool, nel calcio tutto può essere. E vedendo la partita dell’andata, se gli episodi iniziali fossero girati al contrario lo scenario sarebbe stato diverso. E anche lì, se facciamo gol magari nella prima mezz’ora chissà cosa può succedere. Siamo in semifinale, non facciamo questi calcoli. Per noi e i tifosi è un sogno, sappiamo quanto ci tengono, non possiamo fare ragionamenti strani. Dobbiamo gestire le forze, il campionato è importante e dobbiamo arrivare in Champions, faremo delle scelte, non potranno giocare gli stessi 11 di giovedì e così giovedì prossimo. Ma non molliamo nessuno dei due obiettivi”.

Un ricordo delle sfide alla Juve da giocatore. “Ne ho giocate tante, non me l’aspettavo questa domanda. Giocavamo al Delle Alpi, sono entrato abbiamo pareggiato all’ultimo con Zebina. Ero molto giovane, in quella fase in cui tutti questi risultati importanti in stadi così erano una cosa nuova per me, erano un sogno. Poi ne ricordo una sotto la neve in Coppa Italia, abbiamo vinto lì e poi perso a Roma ma siamo passati, tanti episodi e tante partite perse. Ma ho bei ricordi. Forse quella in negativo una partita persa in cui si è dimesso Spalletti, in un momento iniziale del campionato. Abbiamo perso contro Felipe Melo, Diego, segnai io ma abbiamo perso, fu una settimana tanto tosta per noi. Non ho una grandissima memoria, ma è bello sfidare la Juve all’Olimpico con i nostri tifosi, sappiamo che la posta in palio è altissima”.

Si è parlato di una lezione di calcio da parte di Xabi Alonso. Che ne pensa? “Ho letto di una lezione di calcio mia a Pioli a Milano, con una partita equilibratissima e l'ho detto. Poi ho letto De Rossi ammazza De Zerbi e ho detto che avevamo fatto una grande partita ma non c’erano quei quattro gol di differenza. Ho letto De Rossi ingabbia Tudor e abbiamo vinto 1-0 una partita equilibrata, pur meritando di vincere. A me questo lavoro non mi cambierà, almeno fino ad ora non mi ha cambiato. Non vengo a tessere le mie lodi da solo, a gonfiare il petto se le partite sono così equilibrate. So che intorno c’è una gestione dell’analisi della partita molto poco tecnica, ma il risultato orienta e sposta tantissimo, a volte offusca o a volte dà l’assist a un giornalista per dire quello che vuole dire. Quando vuole esaltare me e massacrare Pioli, perché a Milano ho visto quanta voglia avessero di andare addosso al mister,  fanno passare un 1-0 - bellissimo - come lezione di calcio perché ho spostato El Shaarawy sulla fascia. Come se fossi lo scienziato del giorno. Le analisi sono orientate dal risultato. A volte c’è chi vuole farlo, altri non hanno gli strumenti per andare a fondo a livello calcistico. Lo dico senza presunzione, anzi con la presunzione di sapere di calcio, ma senza offendere. Se analizzo un film dico che mi è piaciuto un attore, mia moglie magari mi racconta un dettaglio sulla fotografia che non avevo notato. Il calcio è così, si va a risultato. Il vento del risultato spinge, orienta, a volte dà la forza a chi per tre mesi non vedeva l'ora scrivere che ero stato surclassato da un altro allenatore. Poi il loro allenatore è molto forte, ha preparato bene la partita, hanno avuto momenti in cui hanno giocato molto bene, sono molto forti ma per la prima mezz’ora ho visto meglio la mia squadra e il gol ci ha dato una mazzata, anche per come è arrivato. Dobbiamo lavorare, si può prenderegol senza perdere l’ordine in campo e la distanza. Ma fino alla fine abbiamo provato a giocare per segnare e io sono orgoglioso della prova dei giocatori, di tutti, anche di chi ha sbagliato".

Ci sono alternative valide in attacco per un turnover ragionato? “Le alternative in attacco ci sono, io faccio delle scelte. Considero alcuni giocatori indispensabili per lo stato di forma e la costruzione della nostra squadra. Ci sono pochi giocatori che saltano l’uomo, che vanno in velocità, che hanno l’uno contro uno devastante che vediamo in diversi elementi del Bayer. Dybala finché sta in piedi lo faccio giocare, pur non essendo veloce come Frimpong con la sua classe crea superiorità, taglia le pressioni avversarie, può creare un gol in un centimetro quadrato da un momento all'altro. Non è che le riserve non siano all’altezza, ma ci sono giocatori talmente forti e con caratteristiche talmente spiccate che magari insisto un po' troppo. Poi vedremo a fine anno se avrò fatto bene o no”.

Abbiamo visto un Bayer trasformato rispetto all’anno scorso, quando era appena arrivato Xabi Alonso. Può essere un modello per lei e la Roma in proiezione futura? Ci sono queste basi proiettandosi al futuro? "Assolutamente sì, ho parlato con i presidenti, non più tardi di ieri. La parola modello è quella che ho usato io. Non aveva mai vinto niente il Bayer in Germania, quindi non parliamo di Real Madrid, ha sempre fatto ottime squadre rivendendo per alimentarsi. Però ha lavorato in una direzione giusta e corretta. Quando parlo di modello parlo anche di caratteristiche fisiche, di gamba, tecniche, di individualità, possono essere cose che chiederò a giugno. Ma questo è prematuro, la squadra che ho io ci può permettere di arrivare in fondo. Le prestazioni non le dimentico, la media punti, atteggiamento, disponibilità, presenza negli allenamenti, minutaggio, questa rosa la devo rispettare. Poi se si cambierà a giugno è perché ogni allenatore vuole certe caratteristiche. Non è che quelli del Bayer sono tutti più forti dei nostri, ma essere abituati a fare costantemente l’uno contro uno vincendolo in entrambe le fasi mi piace molto nelle squadre. Non a caso tra i giovani della Primavera tengo sempre Joao Costa, che deve fare ancora miliardi di metri sul campo, perché quando parte col pallone punta tutti e calcia, è sfrontato, ha una gamba importante. Parlo di caratteristiche, non che vorrei i giocatori del Bayer rispetto ai miei perché sono più forti. I miei mi hanno portato qui, hanno fatto cose clamorose che non dimentico. Gli chiederò uno sforzo incredibile per queste ultime cinque partite. Poi non io, ma qualsiasi allenatore che va a programmare una stagione chiederà determinate qualità sul mercato”.

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