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Roma, dal rientro di Zaniolo al caos prestiti: pro e contro del rinvio alla corsa Champions

Se da una parte Dzeko e Kolarov non avranno più gli impegni con le rispettive Nazionali, di contro i giallorossi saranno costretti a un tour de force tra maggio e giugno con 13 partite sicure da disputare

Dario Marchetti

LaPresse

Stagione sospesa e ripresa ancora a data da destinarsi. Oggi qualche risposta in più potrebbe arrivare dall’esecutivo Uefa delle 14, certificando il rinvio di Euro 2020 alla prossima estate e definendo una prima deadline per riprendere le competizioni (nazionali e internazionali) il 2 maggio. Chiaramente sempre Coronavirus permettendo. I casi in Serie A sono già 11, mentre sette sono le società interessate tra positività e quarantene da esposizione al Covid-19. La Roma di conseguenza si adegua e per il momento lavora da casa con il programma stilato da Fonseca e il suo staff. La sosta forzata potrebbe portare i giallorossi a tornare in campo esattamente due mesi dopo l’ultima partita ufficiale (1 marzo contro il Cagliari). Uno stop addirittura più lungo di quello al quale i calciatori sono abituati a sostenere in estate per ferie e che inevitabilmente inciderà, nel bene e nel male, sulla corsa alla Champions League nel momento in cui riprenderà la stagione. Perché la volontà da parte della Federazione è comunque quella di concludere il campionato, non solo per assegnare lo Scudetto, ma anche per ratificare le posizioni europee e le retrocessioni in Serie B.

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