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Rizzoli: «Se avessi smesso di sognare avrei smesso di fare l’arbitro»

Parla l'arbitro di Lazio-Roma di lunedì "A 16 anni a fine gara uno degli allenatori venne nello spogliatoio per dirmi che non ero capace. Mi piacerebbe rincontrarlo oggi, per chiedergli se lo pensa ancora"

Redazione

«Bisogna essere predisposti ad arrivare ad ottimi risultati, ma subito dopo ricordare sempre l'impegno ed il sacrificio che servono per rimanere in alto». Nicola Rizzoli ha diretto la finale dell'ultimo Mondiale, tra Germania ed Argentina, ma anche una finale di Champions League.

Intervistato dalla trasmissione «Dribbling» (Raidue) non dimentica però le prime esperienze da arbitro: «Mi sono sempre preparato l'attrezzatura da solo - ha raccontato - ad esempio cucendomi da solo sulla maglia gli stemmi della Fifa e della Uefa, sono gesti che servono per rilassarmi e ricordare da dove vengo».

La partita d'esordio «fu a 16 anni, avrò fischiato sei-sette volte in tutto. Alla fine uno degli allenatori venne nello spogliatoio per dirmi che non ero capace. Mi piacerebbe rincontrarlo oggi, per chiedergli se pensa ancora che non potevo fare l'arbitro». Anche se le soddisfazioni in carriera non sono mancate, sogni per il futuro non mancano: «Se avessi smesso di sognare avrei smesso di fare l'arbitro»