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Real Madrid, Butragueño: “Roma pericolosa. Totti avrebbe fatto la storia di ogni club”

Il dirigente dei Blancos ha aggiunto: "Il Real ha l'obbligo di vincere, ma non si vince in ogni modo. Lo si fa cercando di giocare bene, in attacco, e rispettando le regole. Con nobiltà, dando sempre il massimo."

Redazione

Emilio Butragueño, direttore delle relazioni istituzionali del Real Madrid, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Roma TV. Ecco le sue dichiarazioni:

Cosa significa Real Madrid?

"Sono nato qui e sono socio del Real da quando sono nato. Venivo qui a vedere tutte le partite, il Real è molto importante per me. Credo sia uno stile di vita, non solo un club calcistico. Il Real ha l'obbligo di vincere, ma c'è un modo per farlo e questo si riferisce alla vita. E' un club vincente, che mira al successo, ma che utilizza una serie di valori indispensabili. Non si vince in ogni modo, lo si fa cercando di giocare bene, in attacco, rispettando le regole. E con nobiltà, dando sempre il massimo. Abbiamo sempre cercato di tenere presente questi valori, il Real è un modo di affrontare la vita con sforzo e capacità.

Il tuo esordio?

"E' avvenuto qualcosa che non si è più visto, unico nella storia del club. Cinque giocatori che giocavano nella seconda squadra che son passati nella prima. In quattro abbiamo giocato per più di 10 stagioni. Tutti siamo stati in Nazionale e abbiamo giocato un Mondiale, in Italia. La nostra grande fortuna è stata quella di essere complementari, di arrivare in un momento giusto per entrare in squadra. C'erano solo due stranieri per squadra, quindi era un po' più facile per un giovane arrivare in prima squadra. Questo è coinciso con un periodo glorioso della storia del Real Madrid. Abbiamo avuto la fortuna di contare su veterani straordinari, la società poi ha acquistato giocatori importanti e abbiamo formato un gruppo straordinario, vincendo la Liga per 5 anni di seguito."

I trofei?

"Unici della storia, inoltre a quell'epoca la Coppa dei Campioni la giocavano solo i campioni. Adesso il Real ha la garanzia di giocare la Champions League, in quegli anni no. Vincere la Liga aveva una certa importanza, abbiamo fatto 3 semifinali di Coppa Campioni. Se chiedessimo ai tifosi del Real, quella squadra è una delle loro favorite. Era un gruppo creativo".

E' un rimpianto la Coppa dei Campioni?

"Certamente, senza ombra di dubbio. Quando si indossa la maglia di questa squadra, l'obiettivo è vincere quel trofeo. Il Real è famoso per la Champions League, quando sono arrivato in quello spogliatoio nell'84 l'obiettivo è sempre stato quello, era il torneo più difficile e prestigioso. Ci siamo arrivati molto vicini, quella squadra meritava di vincere almeno una volta, ma il calcio è così. In castigliano diciamo che abbiamo due spine dentro di noi: una è la Coppa Campioni, l'altra è con la Spagna, il mondiale di Messico. Lì perdemmo ai rigori nei quarti col Belgio, in una partita che meritavamo di vincere. Queste sono le due spine che ci perseguiteranno per tutta la vita. Così è il calcio e così è la vita".

Il soprannome Buitre?

"Mi piace, credo che le parole e la loro importanza stia nelle intenzioni, e la gente la usa con affetto. Non è l'animale più buono del mondo, ma mi interessa solo il significato positivo".

Da calciatore a dirigente: cosa cambia?

"Credo di sapere più di calcio adesso. Di fatto ho 52 anni, quando gioco coi veterani capisco meglio lo sviluppo del gioco. Non posso giocare allo stesso modo, il fisico non risponde. Il mio calcio si basava sulla intuizione. Ed è stato così per molti anni. Col passare del tempo si matura e la capacità di veder alcune cose aumenta. Si presta attenzione a dettagli che forse da calciatore non si notano. È uno sport di squadra ma ogni giocatore fa la sua partita, all'interno di una squadra e di un sistema con un ruolo specifico. Poi c'è un rivale specifico con cui ti metti a confronto, c'è uno spazio e in base a questo devi utilizzare le tue capacità per battere il rivale e aiutare i compagni. Quindi tu sei concentrato sulla tua partita, pensi a come risolvere problemi e a volte non ti occupi degli altri aspetti del gioco. Quanto ti ritiri, hai una prospettiva globale: da qui vediamo il campo, amplio lo sguardo e osservo ogni calciatore, quando giocavo pensavo solo ai miei compiti".

Sta tornando in grande forma il Real Madrid ultimamente...

"Nelle ultime partite la squadra ha giocato bene qui al Bernabeu, abbiamo intrapreso una buona strada, è solo l'inizio. Sappiamo come è il calcio, ogni gara per noi è una finale, abbiamo una rosa piena di talento."

Un Real Madrid risorto con Zidane?

"Stiamo giocando bene, le sensazioni che trasmette sono positive. Nel calcio bisogna essere prudenti, bisogna lavorare, la squadra si allena bene, non abbiamo gare infrasettimanali, possiamo fare allenamenti intensi. Crediamo che questo possa aiutarci a prepararci al meglio per il periodo cruciale della stagione. Nella Liga ci aspettano partite abbordaibli, non possiamo commettere errori, poi c'è la Roma in Champions League. Dobbiamo prepararci bene".

Cosa ha portato Zidane ai Blancos?

"Zidane ha molti meriti, il principale è aver creato un ambiente ideale, ha identificato la squadra coi suoi metodi, i giocatori sono felici con lui. Credo che arriveranno momenti difficili, ma avere un gruppo unito e un ambiente positivo è fondamentale. Crediamo siano aspetti sempre presenti, non ci resta che lavorare. Abbiamo vinto la Champions League due stagioni fa, ma ora è solo storia. Dobbiamo pensare a come affrontare la prossima sfida, le sfide non finiscono mai. Bisogna dare sempre il 100% e migliorare giorno dopo giorno. Zizou è consapevole della potenzialità della rosa e sa che si può migliorare, è necessario per vincere dei titoli. Altrimenti si finisce per essere appagati, e se succede è difficile conseguire obiettivi".

Cristiano Ronaldo?

"Ronaldo è uno dei migliori di sempre, ha 330 presenze con un gol di media a partita. Non ho visto giocare Puskas, Di Stefano o Pelè, ma una media simile fa capire la straordinarietà di questo giocatore. C'è qualcosa che mi colpisce di lui, la sua professionalità e il suo impegno. La sua concentrazione è ammirevole, ha vinto tutto. Si allena come fosse un nuovo acquisto, che fa di tutto per guadagnarsi un posto da titolare. È un esempio per tutti".

Lui e Messi hanno conquistato tantissimi record nella Liga e non solo...

"Nella Liga c'è un record di 38 gol che è durato tantissimi anni, quello di Zarra. Sanchez lo eguagliò, poi sono arrivati due fenomeni, che hanno polverizzato questi record. Come si fanno a fare 48-50-46 gol in una stagione, senza giocare tutte le partite? Messi e Ronaldo non le hanno giocate tutte. E' interessante che due giocatori di questo livello facciano parte della stessa generazione, ma i record sono fatti per essere battuti. Pensavamo fosse difficilissimo fare 38 gol, evidentemente non è così".

Cosa pensi del parco attaccanti del Real Madrid?

"Abbiamo un reparto offensivo tra i migliori al mondo, ma Benzema è un grandissimo calciatore per tanti aspetti. Straordinario palla al piede, per come si mette a disposizione della squadra, gli piace venire a prendersi palla, vedere i movimenti dei compagni e trovarsi gli spazi. Aiuta molto gli altri attaccanti, sa smarcarsi e Bale e Cristiano sfruttano i suoi spazi. E' importante per la squadra oltre a essere un gran giocatore, la sua media gol è altissima".

Francesco Totti?

"Totti è straordinario, è uno di quei giocatori che i tifosi vogliono vedere, giocatori che divertono, di pura fantasia, fondamentali per tutta la squadra. Non sai mai cosa può succedere quando ricevono palla, permettono a questo sport di crescere. Sono pieni di talento, sono straordinari come professionalità, altrimenti sarebbe impossibile continuare a giocare. Lo considero uno straordinario giocatore creativo, con un talento che gli permette di uscire da situazioni impossibili. Un grande calciatore, avrebbe potuto giocare in qualunque squadra e fare la storia di quel club, ma ha scelto, e gli fa onore, di rimanere a Roma. È un esempio di attaccamento nei confronti della squadra".

La Roma?

"È una squadra pericolosa e molto competitiva, formata da calciatori con esperienza. Il cambio di allenatore ha dato effetto positivo, come spesso accade. Spalletti conosce perfettamente la Roma, sa come far rendere i giocatori, nelle gare importanti la Roma gioca sempre bene, mi aspetto sempre un match combattuto, che si deciderà dai dettagli. Saranno due incontri molto difficili, dovremo dare il massimo per passare il turno".

Un commento sugli investimenti stranieri in Serie A...

"Con i nuovi proprietari si ha la sensazione che vogliano rendere forte squadra e società, è una bella notizia per la Roma, per il calcio italiano e quello europeo. La Roma ha una grande storia e credo che avrà un grande futuro".