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Pellegrini: “Tornare a Roma era il mio obiettivo. Ho il dovere di fare più degli altri” – AUDIO – FOTO – VIDEO

Il centrocampista giallorosso è stato presentato in conferenza stampa: "Ci sono state squadre interessate, ma non ho avuto alcun dubbio: questa è casa mia"

Redazione

Il centrocampista della Roma LorenzoPellegrini è stato presentato in conferenzastampa nella sala Champions di Trigoria.

Prende la parola il direttore sportivo Monchi: "Uno dei miei obiettivi quando sono arrivato qui era che Lorenzo tornasse a casa sua, quindi a Roma. Essere qui oggi insieme a lui mi rende felice perché ritengo che siamo riusciti a riprendere uno dei calciatori con il potenziale migliore, sia per il presente che per il futuro del calcio italiano. Per me è motivo di grande soddisfazione".

Dopo l'annata passata ha avuto gli occhi addosso di molte squadre. L'amore per la Roma ha fatto la differenza nella sua scelta?

Sì, sicuramente il obiettivo era quello di tornare qui, tornare a casa e proseguire il mio percorso. La scelta di andare via due anni per poi tornare è stata molto importante. Ho trovato una società come il Sassuolo che mi ha aiutato al 150%. Mi hanno dato la possibilità di esprimermi e di crescere in tutti i sensi: come calciatore, ma anche come persona e come uomo. Sicuramente un ringraziamento speciale lo devo al Sassuolo e al presidente che mi ha sempre mostrato la sua fiducia. Ora sono qui e penso solo a questo.

Per Monchi: cosa può dare Pellegrini tecnicamente e tatticamente a questa squadra?

Credo che ci possa dare molto. E' un calciatore maturo, aveva già una maturità calcistica che è ulteriormente aumentata al Sassuolo. Abbiamo anche altri giocatori in quella posizione Strootman, Gerson, Nainggolan): penso che lui ci possa dare molta sostanza visto che spicca sotto tutti i punti di vista. In questo senso credo sia un ottimo acquisto per la squadra.

In cosa si sente cresciuto dopo questi due anni al Sassuolo?

Un po' in tutto. Ovviamente a livello calcistico: se sono dovuto andare via due anni fa era perché dovevo ancora crescere e maturare per poi essere qui. Evidentemente non ero ancora pronto, quindi se oggi sono qui vuol dire che a livello calcistico ho fatto un percorso che mi ha portato ad essere pronto. Soprattutto sono cresciuto come uomo, mi ha fatto capire come è il calcio vero ma anche com'è la vita vera. A Sassuolo ho trovato molte persone che mi hanno aiutato molto anche emotivamente: a 18 anni non è mai facile andare via di casa e trovarsi in una situazione completamente nuova dopo che sei abituato a varcare la porta dello stesso posto per 10 anni. Il Sassuolo mi ha aiutato molto calcisticamente, ma soprattutto a livello morale. Per questo ringrazio tutto il Sassuolo, i tifosi e il presidente.

Per Monchi: che sensazioni ha avuto dalla squadra negli Stati Uniti?

In generale buone, ritengo che siamo sulla strada giusta per arrivare ad ottenere quello che il mister vuole da questa squadra. Ci sono delle cose da migliorare, ma aver giocato contro tre squadre del calibro di Psg (senza Neymar), Tottenham e Juventus è qualcosa di importante. Parliamo di tre squadre che hanno mantenuto la stessa struttura, mentre noi abbiamo cambiato, ci siamo rinnovati. Eppure siamo riusciti a giocare alla pari, sono soddisfatto anche se dobbiamo ancora migliorare.

Pensa alla Nazionale e al Mondiale? E' un obiettivo forte? Quanto può aiutare in un centrocampo così?

Sicuramente è un obiettivo. Ognuno deve porsi sempre degli obiettivi e cercare di raggiungere il massimo. So che c’è il Mondiale, è uno dei miei obiettivi. Si sa come funziona, bisognerà vedere come andrà quest'anno, quanto spazio riuscirò a trovare. Abbiamo un centrocampo forte, ma questo non mi preoccupa tanto perché posso imparare dagli altri ragazzi che hanno più esperienza di me. Posso sfruttare tutto quello che viene messo in campo, cercando di rubare dai grandi che possono insegnarmi tanto. Il Mondiale è un mio obiettivo. Quest'anno spero di fare bene e di giocarmi bene le mie possibilità.

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Che cosa chiede Di Francesco a una mezzala?

Noi lavoriamo molto su dei movimenti durante gli allenamenti. Il mister cerca di darci tante possibilità, tante linee di passaggio cercando di muoverci tutti quanti secondo quanto ci chiede lui. Ovviamente in campo è il giocatore che decide qual è la soluzione migliore, ma lui cerca di darci questa impronta in modo che noi sappiamo quello che dobbiamo fare e cosa potremmo fare in campo. Alle mezzali chiede tanto lavoro. Oltre agli inserimenti, una cosa su cui preme tanto il mister è che bisogna correre avanti ma anche all'indietro con la stessa frequenza. Ci ho lavorato molto a Sassuolo, non ero molto abituato a questo. E' sempre più facile correre in avanti che all'indietro, ma questa è una cosa su cui preme molto. Non è semplice da spiegare. Ci vorrà un po' di tempo prima che tutti riescano a interpretare bene quello che il mister chiede, ma ho visto che da parte di tutti i miei compagni c'è una disponibilità incredibile. Sono sicuro che riusciremo in breve tempo a fare bene, a fare quello che ci chiede il mister.

Tra i suoi obiettivi c'è anche quello di essere una bandiera della Roma in futuro o si tiene aperte altre strade?

Tornare era il mio obiettivo, sin da quando ho deciso di andare a fare l'esperienza fuori. Io sono cresciuto qui, questa per me è casa. Ben vengano questo tipo di domande. Da parte mia c'è tutta la disponibilità. Sono contentissimo di essere tornato e di trovarmi in questa società così importante. Per il resto vedremo, ma penso che ci sia, sia da parte mia che da parte di tutti quanti, la disponibilità per andare avanti insieme.

La differenza tra il Di Francesco allenatore del Sassuolo e quello della Roma? Cosa ha notato di diverso?

Se devo essere sincero, nulla. Il mister e il suo staff sono sempre gli stessi. Hanno sempre lo stesso modo di pensare, molti degli allenamenti si sviluppano come facevamo a Sassuolo. Non è cambiato molto e sono molto contento di questo. Si dice sempre che non è facile gestire e vedere tante situazioni, quando poi alla fine basta semplicemente essere se stessi.

A gennaio c'è stata un'offerta della Juventus, Montella non ha mai nascosto che avrebbe fatto carte false per portarla al Milan. In questo periodo ha mai avuto il dubbio sul fatto di poter tornare alla Roma sapendo che c'erano possibilità di approdare in squadre di prima fascia?

Riguardo gennaio non avevo il dubbio di andare via al Sassuolo. Non era un bel momento, stavamo passando dei guai a livello di classifica e anche a livello di infortuni. Ho avuto modo di confrontarmi con i direttori: c'erano state offerte, anche da parte della Roma, ma abbiamo deciso di continuare insieme fino alla fine della stagione. Era giusto così, anche dal mio punto di vista. Non sarebbe stata una bella cosa lasciare il Sassuolo in un momento difficile. Loro mi hanno dato tanto, quindi mi sembrava normale dargli qualcosa in cambio visto che mi hanno cresciuto. Le altre squadre? So benissimo che c'è stato l'interesse di questi club, ma la cosa che mi premeva era sapere se anche la Roma fosse uno di questi club interessati. Monchi mi ha aiutato in questo percorso, ci siamo sentiti anche durante l'anno quando quando è arrivato qui a Roma. Non ho avuto alcun dubbio. Non ho neanche dovuto scegliere, la mia strada era quella e basta.

Romano e romanista. Che sensazione le dà non poter giocare con Totti?

Un po' mi dispiace, potevamo farlo giocare un altro anno (ride, ndr). A parte gli scherzi, sono contentissimo. Stare qui per me è un onore. Spero che Francesco resti qui, lo vedrà lui se vorrà. Già essere in questo spogliatoio,  in cui ci sono anche Daniele (De Rossi) e Alessandro (Florenzi), per me è bellissimo. E' essere a casa come penso sia anche per loro e come lo è stato per Francesco. Noi siamo nati e cresciuti qui, quindi ci sentiamo in dovere di fare sempre qualcosina in più. Spero riusciremo a farlo.