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Nainggolan: “Sarei rimasto alla Roma. Monchi mi voleva vendere senza dirmi nulla”

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"Forse la mia tristezza di essere andato via da Roma era talmente grande che l'approccio all'Inter è stato un po' mal compreso", ha dichiarato il belga
Redazione

Radja Nainggolan, ex giocatore della Roma, ha parlato ai microfoni di Gurulandiapodcast ricordando l'esperienza in giallorosso e di come si è conclusa per via dell'allora ds Monchi. Ecco le parole del belga.

"Ho scelto di andare dove volevo io dopo il capitolo Roma. C'era un direttore che mi faceva sentire importante ma poi alla fine mi voleva vendere senza dirmi niente. Quindi non volevo stare dove c'è una persona con cui non vado d'accordo e ho scelto di andar via. Poi sapendo che sarebbe andato via 6 mesi dopo, sarei rimasto alla Roma. Forse la mia tristezza di essere andato via da Roma era talmente grande che l'approccio all'Inter è stato un po' mal compreso. Mi chiesero una volta se fossi felice di essere all'Inter e io risposi che ero contento ma che se mi avessero chiesto se ero più triste di essere andato via dalla Roma avrei detto di sì". 

Chi è il calciatore più forte con cui hai giocato insieme e contro?

"Il giocatore più forte con cui ho giocato è Moussa Dembelé, centrocampista del Tottenham. Ho giocato con Hazard, De Bruyne, ma come lui intendeva il calcio ce ne sono veramente pochi. Contro? Ti dico Seedorf. È l'unico che non mi ha mai fatto toccare una palla. Non capisco poi come si fa a fischiare un giocatore come lui. È un giocatore che ha vinto tutto, elegante, completo, ha forza, velocità e competenza".

Sul calcio di adesso. 

"Non potrei mai essere un giocatore casa-campo e così via perchè sarei ipocrita. Il calcio di adesso sembra così, ma se sapessi cosa fanno i calciatori non diresti così. Io per esempio camminavo con la sigaretta in bocca perchè tanto la gente sapeva che fumavo ma in uno spogliatoio ci possono essere 15 fumatori ma fuori non esce. Io non mi vergognavo di chi ero e di chi sono".