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Mkhitaryan contro Ronaldo: i leader di Roma e Juve che non vogliono saperne di invecchiare

LaPresse

Trentadue anni l'armeno, trentasei domani Cristiano: sono i punti di riferimento e con i gol guidano in campo i giovani di Fonseca e Pirlo

Marco Prestisimone

Sono gli uomini copertina, ma soprattutto quelli in prima linea per Juve e Roma. Ronaldo e Mkhitaryan sono abituati alle pressioni, ma quest'anno sentono una responsabilità ancora più grande. Uno leader dei bianconeri lo è sempre stato, l'altro dei giallorossi lo è diventato per forza di cose. Gli altri grandi del gruppo, da Dzeko e Mirante a Smalling, per un motivo o per un altro lo hanno costretto a prendersi i gradi di riferimento principale. E Mkhitaryan non ha tradito le aspettative, anzi: quasi mai aveva iniziato la stagione con 11 gol e 10 assist. A questi livelli solamente un anno in Budesliga con il Borussia Dortmund e soprattutto l'ultimo con lo Shakhtar in Ucraina, quasi dieci anni fa.

Ronaldo e Mkhitaryan: numeri a confronto

I numeri sono sotto gli occhi di tutti: Mkhitaryan in Serie A è al primo posto della classifica degli assist e con nove gol è anche il miglior marcatore della Roma. Che dai tempi di Salah cercava una spalla degna per Edin. Ora è arrivato anche El Shaarawy, l'ultimo a dare un contributo vero da alternativa di Dzeko in quanto a gol, ma se c'è uno che non deve preoccuparsi della concorrenza è proprio Mkhitaryan. Sabato vedrà da vicino Ronaldo, che la classifica marcatori in Italia la sta dominando con 15 gol in 16 partite, addirittura 22 in 23 partite con le coppe. Anche al portoghese è stato dato il ruolo di guida tecnica del nuovo corso di Pirlo mentre fuori dal campo Cristiano è aiutato dalla consolidata vecchia guardia bianconera. Miki non gode di questo supporting cast e per questo si è dovuto trasformare in attore protagonista. Adesso però, a lui e alla Roma, manca la vittoria con una grande. Ha segnato a Genoa, Parma, Bologna, Torino, Crotone e Verona. Ora cerca la firma in un big match, magari proprio sabato all'Allianz Stadium.

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Quando la leadership è questione di eterna giovinezza

Quando è arrivato a Roma dall'Arsenal, Mkhitaryan lo ha fatto per rilanciarsi dopo due annate deludenti in Premier League. A trent'anni il treno sembrava l'ultimo della carriera, ma in Inghilterra c'era già chi l'aveva bollato come ex giocatore e il suo addio nelle ultime ore di mercato non lasciò dispiaciuto nessuno. Forse solo lui, che competitivo lo è nell'animo. Ha scelto una casa all'Eur per ritrovare la felicità e a Roma è nato anche suo figlio Hamlet. L'Italia lo ha rilanciato tra i grandi del calcio europeo, e probabilmente da questo nasce l'attesa di Raiola per la firma sul rinnovo di contratto. Ma per uno che non perde occasione per schierarsi contro la guerra nella sua Armenia, c'è una cosa che conta nella vita più degli ingaggi milionari ed è la serenità. Per questo problemi non dovrebbero essercene e sarà ancora lui a guidare la giovane Roma di Pinto e Fonseca, soprattutto se le strade con Dzeko dovessero separarsi a fine stagione. Se Ronaldo ha fatto dell'eterna giovinezza il suo motore, Miki di giovinezza ne sta vivendo una seconda, quasi inaspettata. Ma per questo ancora più bella.