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forzaroma news as roma Mirante: “Tra Milan e Roma vedo bene i rossoneri. Gasperini è un rivoluzionario”

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Mirante: “Tra Milan e Roma vedo bene i rossoneri. Gasperini è un rivoluzionario”

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Le parole dell'ex giallorosso: "È uno che è arrivato dieci anni prima di tutti su molti aspetti. Nel leggere le partite, per esempio, è il migliore al mondo"
Redazione

Antonio Mirante, ex portiere di Roma e Milan, ha parlato in un'intervista de La Gazzetta dello Sport analizzando il big match tra Gasperini e Allegri ma non solo. Di seguito un estratto delle sue parole:

Domenica si gioca Milan-Roma, una partita che sente “sua”. Che sfida si aspetta? “Vedo molto bene i rossoneri, solidi e di nuovo compatti. Certo, le assenze di Rabiot e Pulisic pesano. Spero possano responsabilizzare ancor di più Leao: è un campione, può decidere la partita da solo”.

In panchina quest’anno siede il suo maestro Gasp: che squadra vede? “Una formazione a immagine e somiglianza del suo allenatore. Pragmatica, quadrata, organizzata. Gasperini è un rivoluzionario, uno che è arrivato dieci anni prima di tutti su molti aspetti. Nel leggere le partite, per esempio, è il migliore al mondo”.

È vero che voleva mollare a vent’anni? Lì fu decisivo lo zampino del Gasp… “Altroché, è stato lui a lanciarmi. Sa io avevo vent’anni, non giocavo negli allievi ed ero in panchina da due stagioni. Gasp lo trovai in Primavera e già dal primo ritiro mi diede fiducia. Mi ha messo in campo e da lì in poi non sono più uscito. A lui devo la carriera. Mi ha cambiato come persona e come calciatore”.

Ha un aneddoto che vi lega? “Me ne viene in mente uno che risale all’ultima giornata di B, a Crotone. Gasp mi aveva voluto con lui e avevamo fatto una grande stagione insieme. Dopo l’ultima partita gli dissi che sarei voluto rimanere ma che sognavo la Serie A. Lui mi abbracciò e mi disse 'te lo meriti'. È un buono, anche se in campo ti spreme e pretende il massimo. Impareranno ad amarlo anche i tifosi della Roma”.

Delle sue stagioni in giallorosso, invece, che ricordi ha?  “Anche lì, come al Milan, sono arrivato per fare il secondo… e mi sono trovato a giocarne parecchie. Quelli in giallorosso sono stati anni particolari, di transizione. Ne abbiamo vissute tante tra cambi di proprietà e di dirigenti. Pensi che due giorni dopo il mio arrivo, venne venduto Alisson. Ci trovammo io e Robin Olsen a giocarci il posto”.