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Mancini: “Alla Roma mi sono subitro trovato bene. Voglio essere come Nesta e Cannavaro”

LaPresse

Parla il difensore giallorosso: "Sono uno che chiede molto a se stesso. Dopo la partita mi riguardo le mie azioni anche 3 o 4 volte, per capire gli errori e dove posso migliorare"

Redazione

Partita dopo partita, Gianluca Mancini è sempre più protagonista di questa nuova Roma di Fonseca. A poche ore dal match di campionato contro l'Udinese, il difensore giallorosso è intervenuto ai microfoni di Goal.com. Ecco le sue dichiarazioni:

Sulle differenze tra Roma e Bergamo.

Cosa è cambiato rispetto all'Atalanta? Prima di tutto il modulo di gioco, dalla difesa a tre a quella a quattro. La Dea ha un calcio diverso da tutte le squadre di Serie A. All'inizio ho trovato delle difficoltà, ma grazie ai compagni e al mister sono riuscito ad inserirmi bene e a capire le indicazioni dell'allenatore.

Sulla sua professionalità.

Sono uno che chiede molto a se stesso. Dopo la partita mi riguardo le mie azioni anche 3 o 4 volte, per capire gli errori e dove posso migliorare. Sono un amante del calcio, vedo molte partite e così posso studiare anche tutti gli attaccanti della nostra Serie A.

Sul suo arrivo alla Roma.

Io mi sono subito trovato bene alla Roma, sono amico con tutti e non lo dico tanto per. Anzi, a dire la verità non mi sembra neanche di aver cambiato squadra da questo punto di vista.

Sul percorso fatto in carriera.

In questo momento sono in una grande squadra e faccio la cosa più bella del mondo, quindi sono felicissimo. Ma ho fatto la gavetta vera, ho giocato in Primavera, poi due anni a Perugia dove non vedevo il campo ad ogni partita. Ho avuto allenatori che mi hanno fatto aspettare e fatto crescere. Sono tutte esperienze utili per cercare di diventare uno dei più bravi.

Sul futuro.

Tra 20 anni spero di essere un buon padre di famiglia e di aver lasciato nel calcio qualcosa di bello per le generazioni che verranno. Come io ho vissuto la generazione dei giocatori che vedevo in tv, come Nesta, Cannavaro e Materazzi. Erano unici e spero, a parti invertite, di recitare anche io questo ruolo.