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Luca Pellegrini: “Nainggolan un trascinatore. Gli infortuni con la Roma mi hanno fatto crescere”

L'ex terzino della Roma ha parlato della prossima sfida del suo Cagliari contro il Torino e del suo passato nella capitale

Redazione

Luca Pellegrini, ex terzino giallorosso passato in estate alla Juventus nell'affare Spinazzola, ha parlato al quotidiano Tuttosport del suo momento a Cagliari, della partita di domenica contro il Torino e anche alcuni aneddoti sulla sua avventura in giallorosso.

Lei a Roma aveva avuto due brutti infortuni al ginocchio. Le hanno dato più forza, a gioco lungo?

Sì. Ho persino cercato di sfruttare questi fatti solo negativi per trasformarli in un punto di forza, in qualcosa di positivo. Il ricordo di quando ero fermo, infortunato, e di quella rabbia che accumulavo dentro, mese dopo mese, è ancora vivo. Ed è anche per questo che ora godo a fare uno scatto in più, un sacrificio in più. Ripenso a quando dovevo stare immobile. E aumenta subito la voglia di correre, credetemi.

Muzzi è stato per circa 2 anni il suo allenatore nel vivaio della Roma, quando lei era un Giovanissimo. E Muzzi significa tanto anche a Cagliari. Tra l'altro: ha giocato pure nel Toro.

Muzzi mi ha insegnato a fare meno il furbetto, come diceva lui. Mi ha insegnato a maturare, a pensare di più ai sacrifici che compiva mio padre. La mia famiglia. Inoltre mi ha cambiato ruolo: da attaccante esterno a esterno basso, il mio destino. Muzzi è stato un grande. Ci ha visto più lungo di tutti. Ed è stato il primo. Mi ha insegnato tanto. Non so se sarei riuscito a emergere senza di lui.

Il suo valore di mercato stabilito nell'operazione di mercato Roma-Juventus è stato di 22 milioni. Lei si comprerebbe a questa cifra?

Preferisco non rispondere (ride, ndr).

Nainggolan. A Roma e a Cagliari.

A Roma , quando ero ancora un Primavera ma stavo uscendo dal vivaio, mi dava tanti consigli quando mi allenavo con loro. Si era creato un bel rapporto, mi aveva aiutato tanto nel periodo dell'infortunio. Ha solo qualche tatuaggio in più ma è sempre lo stesso. Quando apre bocca gli diamo ascolto. Ha esperienza da vendere, ha una forte personalità anche fuori dal campo, è un trascinatore, porta avanti il gruppo in allenamento, è visto bene da tutti.