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L’ex medico dell’Italia U21 sull’infortunio di Zaniolo: “E’ frutto del caso”

Poi aggiunge: "I tempi di recupero, però, non c'entrano, perché i protocolli ormai sono standardizzati.

Redazione

L'infortunio di Zaniolo ha scatenato l'ira dei tifosi verso l'UEFA e la Nazionale per l'impiego del calciatore nella Nations League. Della rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro ne parla anche Carlo Tranquilli, ex medico dell'Italia U21. Queste le sue parole all'ANSA: "C'è un numero considerevole di calciatori che sono già stati operati e poi sono incappati in un altro infortunio. I tempi di recupero, però, non c'entrano, perché i protocolli ormai sono standardizzati. L'unica spiegazione è legata al caso: chi ha subito un trauma una prima volta, può subirlo anche una seconda volta. Non credo ci sia una correlazione diretta con l'intervento chirurgico, anzi ritengo che l'intervento stabilizzi bene il ginocchio, irrobustendolo e preservandolo".

Poi conclude:"L'atleta operato spesso è più forte di quello non operato - aggiunge - diventa quasi invulnerabile. Se dovessi scegliere fra un calciatore che è già stato operato al legamento del ginocchio e un altro, sceglierei il primo. Mediamente il primo è più preparato del secondo. Questo tipo di infortuni sono frutto del caso. Non c'entrano i tempi di recupero o la preparazione. I tempi di rimessa in campo sono standardizzati: mediamente un calciatore, dopo un intervento di ricostruzione del crociato, torna in campo dopo 100 giorni per il lavoro di recupero funzionale e, nei mesi successivi, lavora per riprendersi dal punto di vista della velocità, della forza e della coordinazione». «Fino a prova contraria, si tratta di infortuni frutto della casualità. I calciatori sono super-controllati e hanno le maggiori garanzie», conclude.