Cinquantuno minuti per entrare nella storia.
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L’evoluzione di Balzaretti “Dimenticare il 26 maggio è stato difficile. Garcia ha grande carattere, sa quello che vuole e sa come ottenerlo”
Cinquantuno minuti per entrare nella storia.
Nella Juventus versione 2005/2006, c’era poco spazio per Federico Balzaretti: nel record, finora imbattuto, di nove vittorie nelle prime nove partite di un campionato di Serie A, però, il terzino riuscì comunque a mettere piede in campo, seppur soltanto in due partite su nove. Un tempo a Empoli,nella seconda giornata, e quattro minuti nella nona, in casa, contro la Sampdoria. Stavolta no: Balzaretti, della Roma di Rudi Garcia che cerca il nono successo consecutivo, è diventato uno dei leader dopo una stagione in cui doveva esserlo e non è stato.Lo scorso anno, pur di vincere il derby del 26 maggio, si sarebbe “tagliato un braccio”. Non bastò la macabra promessa: “Superare quella sconfitta è stato veramente molto difficile, una batosta – racconta Balzaretti a Dribbling -. Era un momento molto pesante, dove forse era più facile andare via che rimanere. Invece c’è gente che ci ha creduto, per dimostrare il proprio valore e ridare gioia all’ambiente. In questa stagione sta andando tutto bene, ma piedi per terra”.
Tra le cose più belle dell’inizio di stagione c’è il derby del 22 settembre, quando Balzaretti è entrato definitivamente nel cuore dei tifosi per il gol alla Lazio, ma soprattutto per quell’esultanza commossa in cui c’era tutta la rabbia di chi sapeva di aver deluso nel suo primo anno in giallorosso. “Sono contento che sia uscita quell’emozione – dice -. Fa capire tante cose di quello che viviamo, di come viviamo la partita e la nostra professione, oltre che la fortuna di poter vivere certi attimi”. Garcia ha fatto colpo su tutti, giocatori compresi: “Ha grande carattere, sa quello che vuole e sa come ottenerlo. È un esempio per noi, e la cosa migliore per un allenatore è quella di essere credibile. Se non sei credibile, il gruppo non ti segue”. Grazie alla Roma, Balzaretti (che domani tornerà al suo posto dopo la squalifica per l’espulsione a San Siro) si è riconquistato anche la Nazionale, e ora punta il Mondiale: “Ci si spera, si lavora per quello”. Una parola anche sul razzismo: “Non ho mai visto episodi di razzismo all’interno di uno spogliatoio. Dobbiamo essere l’esempio ed educare i ragazzi: credo che la situazione migliorerà con il passare del tempo”.
(gazzetta.it)
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