Vigilia di campionato per la Roma, che domani sera chiuderà il suo 2023 con il big match in casa della Juventus. I giallorossi devono sfatare il tabù Allianz Stadium e soprattutto quello dei match in trasferta, vero tallone d'Achille della squadra di José Mourinho. Che potrà contare per l'ultima volta sul terzetto Mancini, Llorente e Ndicka prima della partenza dell'ivoriano per la Coppa d'Africa e sul ritorno di Dybala. Lo Special One ha parlato in conferenza stampa a Trigoria nei giorni della vicenda Bonucci, prima a un passo e poi messo da parte dalla proprietà.
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Mourinho: “Serve un difensore. Bonucci? Il cuore di un club sono i tifosi”
MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA
La sfida vale tantissimo per entrambe le squadre: come arrivano la Roma e i giocatori visto che alcuni non stavano benissimo? Come sta Mancini e come sta Dybala? All'argentino possono bastare gli allenamenti che ha fatto in gruppo per poter puntare alla titolarità? “Non te lo dico se sarà titolare o no. La conferenza stampa alle 10.30 prima dell’allenamento è anche una protezione, ma Dybala la sensazione è che sarà disponibile. Poi se giocherà titolare o entrerà non lo voglio dire, ma non l’ho neanche deciso. Dobbiamo ancora parlare con lui delle sue sensazioni, ma se sarà tutto ok nell’allenamento partirà e sarà a disposizione per giocare. Mancini è la stessa situazione della settimana scorsa, ma sa già cosa vuol dire giocare senza allenarsi. Ha fatto molto bene contro il Napoli e domani giocherà. Non c’è dubbio che giocherà con Llorente e Ndicka, Mancio sa che è molto importante per noi”.
Come valuta il percorso della Juventus di Allegri e come è cambiata rispetto allo scorso anno? “La Juve è la Juve, Allegri è Allegri. Sappiamo sempre cosa aspettarci dalla Juve e da Max. Quando si parla di squadra e allenatore risultatista, anche se è una parola strana, io la interpreto come la cosa più importante nel calcio, che è fare risultati. C’è gente oggi che quando si parla di risultatista pensa che abbia un collegamento con qualcosa di negativo. Per me invece ci sono solo connotazioni positive. E la Juve è risultatista, difende tanto e bene, è fortissima in contrattacco, hanno fatto tanti punti da palla inattiva, giocano una partita a settimana. E questo non significa solo essere riposati, ma anche che lavorano tanti giorni in campo e a livello tattico. Sta facendo, per così dire, la guerra con l’Inter per lo scudetto”.
Parliamo di mercato, manca poco. C’è anche una esigenza da parte sua di un difensore. “Esigenza? No, esigenza zero. Il desiderio sì. Il mercato è a gennaio".
Si è parlato di Bonucci e dei contatti, ora sembra essere sfumato per altri profili. L’umore della piazza può influire su una trattativa come sulla carta è successo con Bonucci? L’altro nome in uscita è Renato Sanches: può andare via a gennaio? “Mi sento a mio agio a parlare di Sanches perché è un nostro giocatore. Di Bonucci no. Va rispettato e il modo di rispettarlo è non parlare di un calciatore che è dell’Union Berlino. Non vedo obiettivamente nessun motivo per parlare di Bonucci. Di Renato non ho nessuna informazione sulla possibilità che possa andare via o no. Né da parte di Renato, né dei procuratori che sono anche i miei. Nessuna parola o un messaggio e parliamo degli stessi procuratori. Nessuna informazione da parte di Pinto. Renato vive ovviamente una situazione complicata, che lo è anche per me e per la rosa. Ma ho zero informazioni su questa possibilità per Sanches. Sulla piazza che influisce, invece, io dico sempre due cose ed è una mia opinione personale. Il cuore di un club sono i tifosi, però ci sono le proprietà e le strutture che sono diverse di club in club. E le proprietà sono - se non dico una parolaccia - sovrane, le decisioni sono di chi è sovrano. Per me, e non solo nella Roma, il cuore del club sono sempre i tifosi e quando fai qualcosa che piace molto ai tifosi alimenti la passione e l'amore. Quando fai qualcosa che non piace ai tifosi, secondo me non si deve fare. Più di questo non posso dire e non ho nient’altro da dire".
Sanches partirà per Torino? “È un dubbio, perché non è stata una settimana pulita di lavoro non ha lavorato come gli altri. Non giocherà, se viaggerà con la squadra lo decideremo oggi”.
Trigoria, la conferenza stampa di Mourinho prima di Juventus-Roma – FOTO GALLERY
Parlava di una Juve risultatista: cosa serve per fare risultato? “Personalità. Tanto dal punto di vista tattico e fisico, ma c'è bisogno di personalità. Possiamo paragonare stili diversi, ma squadre di potenziale altissimo. Possiamo paragonare il Napoli con la Juve. In casa abbiamo avuto la personalità che serviva per giocarcela faccia a faccia con una squadra tecnicamente e fisicamente superiore. Col Napoli, magari è l'Olimpico che ci ha dato questa personalità, abbiamo interpretato bene la partita, individualmente abbiamo fatto grandi partite. Llorente straordinario e Ndicka ha giocato la sua partita migliore alla Roma. Abbiamo bisogno di tutto questo domani e di quella personalità che abbiamo avuto contro il Napoli. Sappiamo che è difficile. Ci saranno duemila tifosi nostri su 45mila juventini, loro sono abituati a giocare per vincere sempre, per vincere titoli. La situazione non sarà facile, ma c’è bisogno di personalità e coraggio, giocare come col Napoli, faccia a faccia, dal primo minuto abbiamo sempre giocato per vincerla e mai per pareggiare. Mi piacerebbe che con la Juve avessimo la stessa capacità”.
Ha spesso elogiato Pellegrini, che però ultimamente sembra avere come un velo negli occhi. Non sembra centrato, non quello che conosciamo: è una questione tecnica, fisica o altro? “Il mio parere è che sta migliorando. Oltre a come è entrato col Napoli e al gol, aveva lavorato bene in settimana. Lui non lavora mai male, ci sono magari giocatori che puoi dire che non si sono allenati benissimo, ma lui è sempre concentrato e la settimana scorsa l’ho visto con quel feeling di qualità. Ha giocato bene, questa settimana ha dato continuità a queste sensazioni. Per un periodo si è visto un Lorenzo ‘flat’ (piatto, ndc), con un rendimento non altissimo, senza salite. Ora la salita c’è stata e dobbiamo approfittarne in questo momento con 6-7 partite importanti di fila a gennaio, perché lui è un giocatore di qualità superiore”.
Si è parlato col direttore Pinto di una tempistica per l’arrivo di un difensore o dovrà adattarsi ancora?Ha già pensato ad alternative tattiche o cambi di modulo per mercoledì, oltre al solito Cristante? “Se inizio a pensare a tutto questo magari perdo la concentrazione sulla partita di domani, che è prima di gennaio. E domani abbiamo i tre difensori che giocano insieme da tempo, abbiamo Cristante che giocherà a centrocampo ma se ci sarà bisogno giocherà dietro. Con Celik stiamo lavorando da tempo, come terzo, per dargli conoscenza tattica per farlo giocare nei tre. Ha fatto 60 minuti con lo Sheriff. Stiamo parlando di un livello basico, ma cercheremo di migliorarlo poco a poco. Noi sappiamo da sei mesi che Ndicka sarebbe andato via, che Kumbulla non sarebbe stato disponibile a gennaio, impossibile da titolare ma solo per aiutare magari dalla panchina. Da tre mesi sappiamo che Smalling non ci sarebbe stato a gennaio. E da sei mesi sappiamo che a febbraio ci sarebbe stata la finale di Coppa d’Africa. Ora sappiamo anche che Mancini e Cristante sono diffidati. E puoi immaginare lo scenario di avere un solo difensore centrale per una partita. La situazione la conosciamo da tanti mesi, ho promesso a me stesso di andare su una strada, dare tutto quello che ho aldilà delle circostanze ed è quello che farò. Dopo la Juve penseremo alla Cremonese, il mio lavoro è preparare la squadra al massimo con quello che ho a disposizione. Kumbulla non partirà per Torino”.
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