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Il “sangue” di Petrachi e i segreti in allenamento: i retroscena della rinascita di Pastore

La società gli ha chiesto uno sforzo ma rispetto all'anno scorso è stata anche più disponibile col Flaco. Le parole di Fonseca e il lavoro dello staff medico hanno fatto il resto

Marco Prestisimone

Quando in estate Petrachi l'ha preso in disparte, Pastore credeva fosse per metterlo alla porta. La Roma stava cominciando la sua demonchizzazione e il simbolo, se ce n'era uno, era proprio il Flaco. Eppure il neo direttore sportivo, sapendo che piazzarlo all'estero sarebbe stata un'impresa praticamente impossibile, ha messo il primo mattoncino di quella che poi sarebbe stata la stagione della rinascita. "Voglio vedere il sangue", il succo di un discorso che avrebbe coinvolto anche Schick se non fosse partito per la Germania l'ultimo giorno di mercato. Quella chiacchierata ha dato il via ad un feeling poi sbocciato anche con Fonseca e l'intero staff: la società gli ha offerto tutti i comfort per tornare quello di un tempo e in allenamento ha usato qualche accortezza per evitare gli infortuni degli ultimi anni.

COCCOLATO - "L'anno scorso non mi sentivo importante". Che Pastore fosse un giocatore umorale, l'avevano capito un po' tutti. In pochissimi, dentro e fuori Trigoria, avrebbero però immaginato una prima parte di stagione così. Petrachi l'ha stimolato in estate, Fonseca più volte gli ha parlato personalmente facendogli sentire tutta la sua fiducia. In poche settimane si è passati dal "non può giocare due partite in una settimana" a un tour de force che invece ne ha previste addirittura quattro consecutive. Un minutaggio nato prima di tutto da un recupero fisico frutto della collaborazione tra il Flaco e la Roma stessa: l'anno scorso più di una volta Pastore aveva chiesto di potersi allenare a Trigoria durante gli infortuni ma il club gliel'aveva negato non avendo fisioterapisti o preparatori a disposizione solo per lui. Quest'anno le cose sono cambiate e Petrachi e Fonseca gli hanno offerto massima disponibilità per farlo sentire coccolato. A casa poi ci hanno pensato la moglie Chiara e i figli Martina e Santiago a farlo sentire protetto anche nei momenti più difficili.

PREPARAZIONE - Contro il Milan ha corso più di 11 chilometri (più di tutti), contro l'Udinese ha tenuto una media di 8 km/h per tutta la partita (il migliore degli undici titolari) e con il Napoli ha recuperato undici palloni. La nuova vita del Flaco passa dalla condizione fisica migliorata vertiginosamente. "Prima avevo bisogno di tre giorni per recuperare dopo una partita, ora me ne basta uno", ha detto dopo l'ultima vittoria all'Olimpico. In allenamento da settimane indossa un tutore speciale al polpaccio, il muscolo che più di tutti gli ha dato problemi; il personal trainer di fiducia che lo segue da anni è sempre con lui ma ora Pastore si affida molto di più allo staff di Trigoria. L'Olimpico gli ha riservato un'ovazione e una standing ovation dopo una corsa di cinquanta metri per recuperare un pallone nel finale della partita col Napoli. Cupido con un anno di ritardo ha scoccato la freccia e ora Pastore non vuole più guardarsi indietro.