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Il murale di Mourinho fa impazzire i tifosi, l’autore: “Volevo romanizzarlo”

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Harry Greb racconta il suo "Specialone": "Non mi aspettavo tanto successo. A Mou chiedo di riportare la Roma dove merita: con lui si fa sul serio".

Iacopo Erba

A volte basta un'opera d'arte per far impazzire un'intera tifoseria. E' successo esattamente questo ad Harry Greb e al suo "Specialone", il Mourinho sulla Vespa che ha fermato un intero quartiere ieri nel centro di Roma. File chilometriche per uno scatto, il like del portoghese e i social invasi dal murale: un'esplosione di passione, tutta a tinte giallorosse, che l'artista ha raccontato a forzaroma.info.

Mourinho sulla Vespa “SpecialOne”. Code chilometriche per una foto, la sua opera è già un’icona della città di Roma. Si aspettava tutto questo successo? Pensavo che il lavoro avesse successo perché il tema era di forte interesse per la nostra città ma anche per tutto il movimento calcistico. È un personaggio di prim’ordine che catalizza attenzione. Però devo dire che così tanto non me lo aspettavo... forse nemmeno lui. Forse sta capendo cosa lo attende a livello di passione, di una tifoseria unica.

A cosa si è ispirato? Impossibile non pensare a una certa canzone dei Lunapop… In realtà a nessuna canzone o film, mi sono ispirato al suo nome d’arte Special One. Un amico mi ha fatto notare con una battuta Specialone e da lì l’ho associato allo Specialino, l’ambita Vespa Special anni 70/80 che primeggiava a Roma tra i ragazzi. Poi ho buttato giù l’idea è l’ho perfezionata con i dettagli... volevo renderlo già romano.

Il suo è uno stile unico. Che pensiero si nasconde sotto la sua arte? Io cerco attraverso un idea di creare un immagine, una scena che riesca a colpire chi osserva. Provo a creare un emozione nello spettatore che passa in strada. Poi spero anche di stimolare una riflessione nel caso di temi sociali o addirittura drammatici. Insomma voglio provocare e sdrammatizzare allo stesso tempo ma sempre con ironia.

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Mourinho alla Roma: cosa significa il suo arrivo per un grande tifoso come lei? Mourinho alla Roma significa innanzitutto che finalmente si cerca di alzare il livello. Significa ridare entusiasmo dopo anni in cui si era un po’ perso e significa che si fa sul serio. Spero che possa essere un nuovo inizio e che la nuova proprietà possa regalare, attraverso colpi come questo, tante soddisfazioni che il tifoso della Roma merita.

Tre desideri per Mourinho: cosa gli chiede? A Mourinho chiedo solo di essere Mourinho. Quindi di plasmare una squadra tosta, tecnica e irriverente che non abbia paura di niente e nessuno. Con giocatori pronti a dare l’anima. E che finalmente riporti la Roma in alto, dove merita.

Da dove nasce il suo amore per la Roma? La mia passione per la Roma nasce da bambino grazie a mio zio Alessandro. Me l’ha fatta amare dal primo momento, mi portava allo stadio le prime volte. Ci raccontava (a me, fratelli e cugini) aneddoti e storie di giocatori e di stadio che a noi sembravano epiche. Ho ricordi bellissimi, indelebili. Poi sono cresciuto in curva sud e quindi tutto il resto viene da se. Amo la Roma come una cosa che mi appartiene.

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