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Il difensore top, la tegola Perotti e gli esuberi: ecco la settimana terribile di Petrachi

LaPresse

Il due settembre la chiusura del mercato. La partita con il Genoa ha acceso più di un allarme. Lavorare 24 ore al giorno da qui alla fine potrebbe non bastare

Valerio Salviani

Quella cominciata oggi sarà una delle settimane peggiori della carriera di Petrachi. Il direttore sportivo deve consegnare a Fonseca un centrale di livello, “uno che alzi la qualità” ha dichiarato il portoghese, e come se non bastasse, l’infortunio di Perotti (l’ennesimo, starà fuori due mesi) lo costringe a tornare sul mercato degli esterni. Sul groppone, a complicare il tutto, gli esuberi che continuano a frenare tutte le operazioni in entrata.

“AGONIA” – Ieri la sua intervista prima di Roma-Genoa è stata eloquente. “Fortunatamente il mercato sta per finire, perché così lungo è un’agonia”. Il suo lavoro a Trigoria è iniziato in salita, con Cairo che per liberarlo ha preteso due giovani, oltre che un accordo scritto che prevede il pagamento di una penale di 900mila euro nel caso in cui i giallorossi parlino con un calciatore del Torino. "Non abbiamo contattato e non siamo interessati a calciatori granata" ha risposto in una nota la Roma. In "guerra", d’altronde, vale tutto. Sembra difficile a questo punto immaginare l’arrivo di Nicolas Nkoulou in giallorosso. Ecco perché la Roma oggi si rifarà sotto per Rugani, con l’annessa cessione di Riccardi che tornerà inevitabilmente in ballo. Questione di scelte, più o meno forzate, e speranze. La situazione richiede interventi decisi e rapidi, i tre gol subiti ieri da una squadra modesta come il Genoa sono un segnale chiaro.

TEGOLA – La ciliegina sulla torta (si fa per dire) è l’infortunio di Perotti. Si è fermato sabato, alla vigilia dell’esordio, esattamente come un anno fa. E la paura che possa ripetere lo stesso sfortunato cammino della scorsa stagione è forte (meno di 700 minuti giocati). Starà fermo dai 45 ai 60 giorni, ma Petrachi dovrà ragionare come se non tornasse mai. Anche perché Kluivert pure ieri non ha convinto. Che fare? C’è la soluzione tampone: bloccare la cessione di Santon e trasferire definitivamente Florenzi nella batteria dei trequartisti, con Zappacosta promosso a terzino titolare. Ma basterebbe? Esterno alto ci può giocare, in casi estremi, anche Spinazzola, ma sarebbe un azzardo trasformarlo in un jolly come il 24. Nelle ultime ore è stato proposto Taison, uno che Fonseca conosce bene. Saranno giorni di riflessione in questo senso.

ESUBERI – Restano poi da piazzare Gonalons, Olsen e Defrel. Vivono da separati in casa. Non gli è stato assegnato il numero di maglia e aspettano solo una chiamata da parte della Roma per fare i bagagli e spostarsi altrove. Il francese è quello con più mercato (se lo litigano Sassuolo, Cagliari e Samp), per il centrocampista c’è un’offerta del Besiktas che non lo convince, mentre lo svedese dopo aver perso il treno Montpellier è rimasto al palo. Il rischio che almeno uno di loro rimanga a Trigoria adesso è alto. Come è alta la possibilità di restare ancorati a Schick. Fonseca in conferenza è stato gentile nei suoi confronti (“ha bisogno di più tempo rispetto ad altri”) ma non ha la minima intenzione di puntare su di lui. Petrachi dovrà provare a cederlo (in qualsiasi modo) e prendere una punta più rodata al suo posto. Un’altra impresa. Una delle tante che aspettano il ds da oggi fino al 2 settembre.