Entrato a far parte della società Roma soltanto da pochi mesi ma subito importantissimo: questa mattina il nuovo amministratore delegato giallorosso Umberto Gandini è intervenuto ai microfoni di Roma TV per raccontare il suo approccio con il mondo romanista e non solo, in una giornata di campionato particolare per lui: lunedì sera la squadra di Spalletti affronterà il Milan, club dove l'ad ha lavorato per più di 20 anni. Queste le sue dichiarazioni:
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Gandini: “Il Milan non ci può affrontare a viso aperto. Roma destinata a far bene” – VIDEO
Le parole dell'amministratore delegato giallorosso alla vigilia della sfida contro il Milan, la sua ex squadra
Grande soddisfazione quella di ieri.
Assolutamente. Innanzitutto è una grande soddisfazione essere qua, grazie dell’ospitalità e buona giornata a tutti. Ieri è stata una giornata importante, è stato riaffermato quello che sapevamo dall’inizio, ovvero che avevamo totale ragione nell’opporci e appellarci, come abbiamo fatto, alla sentenza del Giudice sportivo sulla squalifica di una presunta simulazione di Strootman con un’applicazione della prova tv, che è un istituto assolutamente importante ma che nel caso specifico era fuori luogo. Siamo molto contenti per questo, è stata ristabilita giustizia. Abbiamo la possibilità di giocare le prossime partite con tutti i migliori giocatori disponibili, senza avere squalifiche o altro. Questo ci dà un’ulteriore spinta per crescere.
E’ stato un grande lavoro di squadra da parte della Roma.
Come sempre, io ho trovato una società molto organizzato, forte e coesa. Ho una bellissima relazione professionale col dg Mauro Baldissoni, con il quale parlo tutti i giorni. Insieme concordiamo la nostra quotidianità e quella della società, quindi posso soltanto sostenere quello che lui ha già detto ieri in risposta a Beppe Marotta, che ha detto tutto giusto. Mauro è un tifoso della Roma, quindi è assolutamente legittimato ad esprimere i suoi pensieri. Ha sbagliato solo un fatto: lui parla con me costantemente tutti i giorni, abbiamo sempre parlato e continueremo sempre a parlarci.
Ora arriva Roma-Milan… Come sta vivendo questa vigilia?
Posso dire che è la prima volta che giochiamo contro il Milan, questa è già una primizia. Non è una partita particolare, ma è sicuramente molto interessante: nessuno può pensare che io possa cancellare in un minuto 23 anni di lavoro con una società che mi ha dato tutto e che quindi mi ha permesso di essere in questa posizione oggi, di poterla sfidare con la Roma, la mia nuova squadra. Il primo sentimento è di gratitudine e di ringraziamento per la società. È una vigilia particolare soltanto perché è una partita importantissima. Non mi aspettavo di trovare il Milan secondo? Mi aspettavo di trovare la Roma seconda, e sicuramente sono contento che noi siamo in questa posizione. Il Milan sta facendo molto bene, è allenato da un ex romanista come Vincenzo Montella, che ho conosciuto brevemente nel periodo del mercato prima che venissi a Roma. Da questo punto di vista mi fa piacere che sia la partita più importante della giornata e che sia una delle partite più importanti dell’anno. Le due squadre sono appaiate a pari punti dietro la Juventus, sostanzialmente si giocano il titolo, chiamiamolo pure platonico o effimero, di sfidante principale. È sicuramente un grandissimo bel prodotto. C’è grande emozione e grande tensione positiva verso questo impegno, che mi auguro e mi aspetto che dia ulteriore conferma della dimensione della Roma.
Che partita si aspetta? Bella, bloccata, spettacolare?
Mi aspetto una partita ben giocata, una partita nella quale il Milan non potrà far altro che applicare le sue armi migliori, ovvero l’attesa e la ripartenza, contro una squadra che fa del controllo della partita e del campo, ma anche delle ripartenze, le sue armi migliori. Secondo me sarà una partita aperta. Non credo che il Milan possa affrontarci a viso aperto. Sarà più una nostra responsabilità fare la partita, e abbiamo tutte le carte in regola per farlo. Ma dovremo stare molto attenti, soprattutto quando il Milan ruba palla nella propria trequarti e riparte è pericoloso. Hanno una grande consapevolezza di potersela giocare in questo periodo, questo dà grande fiducia. È un avversario da prendere con le molle, ma è un giusto ostacolo che troviamo nel nostro percorso verso l’eccellenza.
Prima di Juventus-Roma poi…
Esatto, è un avvicinamento giusto.
C’è anche il derby di Torino, poi conosceremo l’avversaria di Europa League.
Sarà un fine settimana importante, poi lunedì sarà un’altra giornata importante come è stata una giornata importante ieri. Avremo l’avversario dei sedicesimi di Europa League, avremo l’avversario di Youth League per la nostra Primavera, conosceremo la classifica e i risultati del weekend. A questo punto avremo ulteriori motivazioni per far bene. Noi siamo quasi destinati a fare bene, sono molto contento di fare parte di questo momento.
Che effetto le ha fatto vedere 4mila persone all’allenamento al Tre Fontane di lunedì pomeriggio?
Poi magari erano più di 4mila, poi questo non possiamo dire… E’ stata una bellissima emozione, io credo sia stato soprattutto bello per la squadra, per celebrare un successo importante, un successo contro la Lazio da 3 punti, ma che so essere ancora molto più importante per Roma e per i romanisti. È stato bello, molto bello. È la dimostrazione della grande passionalità della tifoseria romanista e della voglia di stare insieme alla squadra, con la squadra in mezzo ai tifosi, che è un po’ quello che stiamo cercando di trasmettere in questi giorni. È quello che stiamo cercando di fare, anche grazie ai giocatori che lo stanno facendo in una maniera encomiabile e molto sincera: far arrivare ai tifosi quanto vogliamo i romanisti con noi, come siamo contenti di averli in trasferta dove fanno degli spettacoli molto belli: Sassuolo, Empoli e Bergamo, nonostante i problemi di fine partita. Ma soprattutto all’Olimpico, che è casa nostra e che è dove ci stiamo esprimendo al meglio, dove vogliamo continuare ad esprimerci al meglio e condividere le nostre gioie con Roma città e i romanisti. E magari avere anche il supporto, qualora ci fosse qualcosa che non vada per il verso giusto, cosa che ovviamente mi auguro non succeda, ma anche in quel momento vorremmo sentirci parte integrante di questo gruppo.
Si è reso subito conto di cosa è il derby.
E' stato bello, il mio primo derby romano, un po' particolare perché giocato in trasferta ma la cosa più importante era quello di portare a casa un risultato importante, io credo decisivo in questa parte della stagione, staccarci un po' dal resto, mantenere la posizione che abbiamo e dimostrare di essere una grande squadra, giocando al calcio in tanti modi. Non è stato facile, soprattutto nel primo tempo non è stata una partita bellissima dove noi abbiamo più controllato, più badato a capire bene come stavamo in campo. Con l'intervento del mister nell'intervallo e una consapevolezza maggiore siamo riusciti a fare quello che dobbiamo fare da grande squadra, cioè approfittare degli errori altrui, pur ovviamente avendo messo sul piatto capacità notevoli. Le occasioni di Dzeko non sono state create dagli errori avversari, anche se devo ammettere che quando qualcuno eccelle c'è sempre qualcuno che sbaglia. Un bel derby, bello vincere 2 a 0 e conquistare i tre punti per continuare il nostro percorso.
E' importante vincere anche le partite "sudate".
Assolutamente, non puoi giocare sempre bene e non puoi sempre vincere, è qualcosa che va accettato. Quello che ho sempre creduto e che ci ha portato sempre avanti, al Milan come nei primi mesi alla Roma, è che è nostro dovere essere competitivi più a lungo possibile. Ovviamente giochiamo per vincere, purtroppo vince uno solo, ma non è che altre 19 abbiano fallito. Il fatto che la Roma sia sempre al vertice è un sintomo di quanto la società voglia essere protagonista. Spero che la stagione continui su questa falsariga.
Quali sono le sfide personali di Gandini e quali quelle della società?
La sfida è rendere più grande una società che lo è già. Abbiamo potenzialità di crescita per diventare una squadra globale, che è ciò a cui ambiamo. Nel mondo di oggi diventa forse più semplice, ma nulla può prescindere dai risultati. Dobbiamo avere costanza di risultati, essere competitivi e dobbiamo portare la consapevolezza nei propri mezzi e la serenità che serve assolutamente per raggiungere grandi risultati. Poi le sfide sono quotidiane, come contribuire a far crescere il sistema Italia, che sta mostrando limiti notevoli da un paio di anni, la sfida del nuovo stadio e di tutto ciò che comporta, la sfida verso una dimensione economica della Roma che sia più consona per le sue giuste ambizioni e che sia in linea con le aspettative della proprietà e degli azionisti.
In che direzione sta andando il nostro calcio inserito nel contesto internazionale?
Il nostro calcio deve fare tesoro delle riflessioni che si stanno facendo nell’ultimo periodo. Non si può dire che non ci stiamo confrontando all'interno della Lega ci stiamo confrontando e stiamo prendendo coscienza dei problemi e delle soluzioni. Dobbiamo fare un passo indietro verso l’interesse comune. Troppe volte abbiamo cercato di difendere lo status quo. Bisogna pensare più come sistema che come singoli azionisti di condominio formato da 20 soci, com'è la Lega Calcio. Soprattutto (e credo che stia avvenendo) una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’Italia nello scacchiere internazionale. I risultati di politica sportiva raggiunti negli ultimi 3 mesi sono stati straordinari per l'Italia. La Super Champions? Quello è stato un lavoro portato avanti a più livelli, ma che ha riconosciuto quello che stavamo dicendo. Ci sono squadre troppo importanti in Italia perché queste non partecipino in Europa, così come ci sono squadre importantissime in Germania, Inghilterra e Spagna che hanno la stessa necessità. D'altra parte ci sono stati anche successi sportivi. L'elezione di Ceferin alla presidenza dell'Uefa, un presidente giovane che non aveva grandi elettori alle spalle, è stato un grande risultato. Cosi come avere la finale degli Europei Under 21 in Italia nel 2019 è un altro risultato importante. La cosa che mi sta più a cuore, della quale parlo spesso con Baldissoni e con il presidente, è poter contribuire a far tornare il calcio italiano dov'era anni fa e far tornare la Serie A una delle leghe più importanti. Il calcio italiano deve diventare una destinazione definitiva, come lo era negli anni di Maradona, Zico, Falcao o Batistuta, e non un campionato di passaggio.
Gandini calciatore?
Era un classico da oratorio, fondamentalmente giocavo davanti per via della stazza. Avevo la fortuna di avere amici che avevano un campo in erba e giocavo in attacco per via del peso. Ho un passato da giocatore di hockey su ghiaccio, ho giocato a Varese per 6 anni e avevo quel tipo di stazza li. E’ difficile giocare a hockey, c'è una superficie naturale che non è la tua e c'è un campo senza via di fuga, lo scontro fisico è parte del gioco. Nel calcio hai grande possibilità di fuga, il campo non ha vincoli.
Come va il suo ambientamento a Roma?
Mi sto trovando molto bene, la città e meravigliosa e il clima è splendido. Ho scelto di vivere in centro per vivere a pieno la città. E’ una città molto accogliente, la gente è gentile, non ho ancora quella riconoscibilità che mi rende diverso il vivere la città ma sono molto contento.
Vogliamo rinnovare l'invito per lunedì ai tifosi?
E' una serata molto importante per la Roma e per Roma. Dev'essere importante per i romanisti, per il suo popolo. Noi vogliamo davvero che la casa dell'Olimpico, che oggi è la nostra casa in attesa di costruirne un'altra, torni ad essere quel fortino che è sempre stato, quel posto di aggregazione, gioia e condivisione che io ho imparato essere l'Olimpico quando gioca la Roma in casa, che ho vissuto da avversario per tantissimi anni e che ora sono orgoglioso di vivere da padrone di casa. Vorrei vedere quello che vedevo quando negli anni passati. So che ci sono problemi che stiamo affrontando e che andranno risolti nel più breve tempo possibile, ma ciò non toglie che Roma-Milan è il miglior prodotto di calcio che si può avere oggi e i tifosi della Roma devono essere all'Olimpico.
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