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Fonseca: “L’addio di Petrachi il momento più difficile, sono rimasto solo”

LaPresse

Il portoghese ex Roma: "Non potevano fare una scelta migliore"

Redazione

L'ex allenatore della Roma Paulo Fonseca aspetta di conoscere il nome della prossima squadra che allenerà. Il tecnico portoghese è tra i candidati alla panchina dell'Inter dopo l'addio di Conte. Ora si gode qualche giorno di vacanza e intanto si è raccontato in una lunga intervista a Sky. Ecco un'anticipazione: "Lo Shakhtar ha fatto una grande scelta con De Zerbi, è tra i migliori in Italia. È offensivo, coraggioso. Lo Shakhtar non poteva scegliere di meglio. Sono certo che vincerà. Non mi hanno chiesto consigli, ma avrei indicato certamente lui". Queste le dichiarazioni integrali:

Qual è il sentimento dominante? Serenità, tranquillità. Penso di aver dato sempre tutto per la Roma, credo di avere anche creato un grande rapporto con le persone che hanno lavorato con me alla Roma e per me è importante, la relazione che abbiamo creato.

Sul bilancio delle stagioni. Il primo anno è stato molto positivo, sono arrivati tanti giocatori, un nuovo ds che poi ha lasciato il club. E qui devo essere molto onesto, Gianluca Petrachi ha fatto un grande lavoro, un grande professionista che mi ha sempre appoggiato molto e ho imparato molto da lui. Sono poi capitato nel momento più difficile, con il cambio di proprietà. Nel secondo anno fino a marzo siamo sempre stati tra i primi quattro, poi ci sono stati dei problemi difficili da gestire. Non è facile gestire tanti infortuni, in semifinale avevamo 13 giocatori fuori. Non sono scuse, ma la verità. Abbiamo visto anche cosa è successo al Bayern e al Liverpool, senza giocatori importanti.

Si può raccontare cosa è successo con Dzeko? I problemi ci sono in tutte le squadre. Insieme alla società abbiamo tolto la fascia a Dzeko ma dopo come professionisti abbiamo parlato e risolto la situazione. Ora non è importante tornare a questo problema. Non l'abbiamo pagata nella stagione, non è stato un problema per la squadra.

Cosa lascia dietro di sè? La consapevolezza che le scelte che ho fatto sono state sempre per il bene della Roma. Penso di lasciare una squadra con una identità, con un calcio positivo, offensivo, lascio una squadra con molti giovani per il futuro.

Contatti con la Fiorentina? E' vero che abbiamo avuto contatti, ma non è importante adesso parlarne. La Fiorentina ha un grandissimo allenatore.

Futuro in Italia o all'estero? Vediamo. Il calcio italiano mi piace molto, mi piace vivere qui, è un modo di vivere molto simile a quello portoghese. Deve essere una scelta fatta con criterio, devo pensare con calma al mio futuro. Ora so che voglio andare in vacanza con la famiglia, i miei figli, sono stati difficili questi due anni, intensi con il Covid, giocando ogni due giorni. Ora è tempo di stare con la famiglia.

Come le è stato comunicato che non sarebbe rimasto? Non c'è stato un momento preciso. Con la nuova proprietà era facile capire che poteva succedere, è stato un processo normale per me. Poi è arrivato Tiago Pinto a gennaio, abbiamo parlato molto in maniera diretta e frontale. Per me è stato facile capire che questo ciclo era finito.

Si aspettava qualcosa di più come la fiducia? Non era una questione di fiducia. Quello che ho vissuto con l'addio di Petrachi è stato il momento più difficile. Sono rimasto solo a dirigere la squadra, senza appoggio.

Momenti difficili anche le sconfitte a tavolino e l'errore nella lista. Sono cose che non dipendono da me, che non si possono fare e non devono succedere in una società come la Roma.

Uno come De Rossi è mancato? Non lo so, non l'ho conosciuto. So che era un grande calciatore e un grande leader. Avevamo dei leader noi e altri giovani lo saranno in futuro. Pellegrini, Mancini anche è un grande leader, non sarà un problema. La Roma è in crescita, con la nuova società che è più presente e sta costruendo un futuro molto buono con la Roma.

E' un pregio o un difetto essere un signore? Io sono così, sono Paulo Fonseca. Non posso fare finta di essere diverso, ma penso sia un pregio. Indipendentemente dal risultato bisogna avere rispetto per tutti quelli che lavorano con noi, dai giornalisti ai magazzinieri. Tutti meritano il mio rispetto e con questo penso di aver creato un buon rapporto con tutti quelli che hanno lavorato con me.

Cosa vi siete detti con Mourinho? Ci siamo scambiati solo dei messaggi. Ha avuto parole di onestà con me, solo questo.

E' la scelta giusta? E' un grande allenatore. Gli auguro tanto successo qui a Roma.