Paulo Dybala ha parlato ai microfoni di Sky e DAZN dopo la sconfitta contro l'Empoli. Queste le sue parole:
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Dybala: “Oggi tanti errori banali. L’Arabia? Ho pensato alla Roma non ai 75 milioni”
DYBALA A SKY
—Come dovete ritrovare la giusta via e la giusta organizzazione?"Dobbiamo tutti cercare di capire cosa abbiamo sbagliato e guardare gli errori che secondo me sono stati tantissimi. A livello tattico e individuale, tanti errori banali. Alla fine ci abbiamo provato ma era troppo tardi".
Senti più responsabilità dopo esser rimasto? Senti di avere più pressione rispetto a prima?"No non sento più pressione. Ogni partita e ogni allenamento cerco di dare il meglio per me stesso e per quello che mi chiede l'allenatore. Cerco sempre di fare le cose bene anche per i tifosi".
Sei il migliore in serie A negli ultimi 16 metri. Perché durante la partita sei tante volte lontano dalla porta? "A volte voglio abbassarmi per aiutare la squadra in costruzione. Io mi sento più comodo a giocare vicino alla porta, nei passaggi stretti e negli ultimi metri. Oggi ho giocato lontano dalla porta ed è una cosa su cui devo lavorare".
Perché hai rifiutato i 75 milioni degli arabi? "Tutti guardano quello, io ho messo tante cose sul tavolo per fare una scelta. La mia famiglia, mia moglie, la città, la squadra, il voler tornare in nazionale. Ho 30 anni, mi sento bene. Anche se vedo tante critiche sugli infortuni, io cerco di lavorare al massimo ogni giorno per curarmi e rendere al meglio. Poi si parla soltanto dei soldi che certo quando uno vede quella cifra lì... non posso dire che non lo pensa, ma ho messo molte cose sul piatto".
Come hanno reagito gli arabi e come ha reagito il tuo procuratore?"Al mio procuratore non cambiava niente. Non è vero che avrebbe preso tanti soldi. Per lui la cosa più importante era che io fossi felice. Lavoro da tanto tempo con lui. Gli arabi non lo so, non ho parlato con loro".
DYBALA A DAZN
—Il tuo stato d'animo. Cosa hai provato all'inizio? Il motivo per cui hai rifiutato tanti soldi?"Prima dicevo che ho detto che quando siamo entrati per il riscaldamento era come se fosse la prima partita. È stata una settimana lunga, non facile. Parlate di cifre voi, essendo tanti soldi ci pensi. Non ti dico una bugia. Però per prendere questa scelta ci sono tante cose sul tavolo, non solo il denaro. Grazie a Dio ho fatto una carriera dove ho guadagnato tanti soldi, ne ho parlato con mia moglie, mia mamma, la mia famiglia, la gente che mi sta intorno. Poter continuare a competere, tornare in nazionale, ho 30 anni, cerco di lavorare al massimo ogni giorno per stare bene, integro fisicamente, tutte queste cose mi hanno portato a questa scelta che ho confermato ulteriormente grazie all'affetto dei miei compagni, della gente. Quello che vedete voi lo vedo anche io. Per me quelli sono stati i motivi per questa decisione".
Ti senti ancora al centro di questo progetto tecnico? L'anno scorso c'erano altri dirigenti e allenatori. Uno dei motivi per cui potevi andare via era che non ti sentivi centrale?"Ognuno di noi è giusto che si debba guadagnare la maglia da titolare. Il mister deve fare le scelte migliori, lui vede in settimana il meglio per la squadra. Io sono uno che pensa che debbano giocare quelli che stanno meglio e che si sono allenati meglio. Non è stato un motivo per cui ho pensato di andare via".
Il tuo rapporto con De Rossi, si diceva che volesse spingerti ad andare via: puoi chiarirlo? E cosa pensi tu? Come puoi giocare in questa squadra?"Sono due domande più per il mister che per me. I moduli e come giocare e interagire lo decide lui. Non mi sono mai sentito fuori, il mister vede in settimana chi sta meglio e chi entra in campo. Se lui decide che devo giocare giocherò, se decide che devo giocare 30 minuti giocherò 30 minuti. È così per me e per i miei compagni. Ci sono tanti ragazzi nuovi con cui cerchiamo di conoscerci al massimo e dobbiamo farlo velocemente, e non c'è tempo perché abbiamo perso già 5 punti. Sono tanti, dobbiamo migliorare, vedere in settimana tutti gli errori perché la prossima sarà ancora più dura".
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