Dybala, dalle lacrime di Budapest alla notte da Re: il futuro non deve essere un rebus

Una serata da Re per Paulo Dybala. Dopo lo 0-1 di Omorodion ci ha pensato l’argentino a caricarsi la squadra sulle spalle e l’ha portata agli ottavi con due perle. Aveva tanta rabbia in corpo dopo la gara d’andata terminata in anticipo per il duro colpo di Varela sul ginocchio sinistro. Ha siglato la prima doppietta europea con la maglia della Roma e ritrovato la rete in campo internazionale che mancava da un anno. È un Dybala rinato dopo i due mesi con Juric. Ha finalmente ritrovato la continuità che gli era mancata nelle stagioni passate anche grazie alla cura Sertori. L’Head of Performance aveva annunciato – in un’intervista a Il Romanista – un cambio di strategia per avere al top la Joya. E i risultati si vedono sul campo: è quarto in Serie A per grandi occasioni create (8) ed è primo nella rosa per passaggi chiave (36). L’Olimpico ieri sera gli ha dedicato una standing ovation al momento della sua uscita dal campo. Vuole dimenticare le lacrime di Budapest e ha tracciato la strada per Bilbao: “L’Europa ci può dare tanto”. Nel suo ricco palmares manca ancora un trofeo europeo.

Dybala e il futuro: a luglio torna la clausola

Il mese scorso è scattato il rinnovo automatico fino al 2026, ma Paulo ha già aperto alla possibilità di spalmare l’ingaggio (8 milioni più bonus) e prolungare fino al 2027. Dopo i ‘no’ ad Arabia e Turchia non ha intenzione di lasciare la Capitale. A luglio, però, si riattiva la clausola rescissoria da 12 milioni di euro. E i club della Saudi Pro League potrebbero tornare di nuovo all’assalto. I colloqui con l’agente sono iniziati e Ranieri non ha dubbi: la Roma del futuro deve ripartire da Paulo. A prescindere da chi sarà l’allenatore.