Attaccante d'area. Definizione classica per chi lì, negli ultimi sedici metri, vive e respira aspettando l'attimo giusto. Mattia Destro è uncentravanti nell'anima. Lo è sempre stato, sin dai primi tempi. Non a caso quattro anni fa, più o meno di questi tempi, bagnò l'esordio in Serie A sbloccandosi dopo appena sei minuti. Era un Genoa-Chievo del 12 settembre 2010, vinsero i clivensi per 3-1, ma a segnare per primo fu il Grifone con un gol del giovane Mattia. Un colpo alla Destro. Degno di colui che annusa il gol e lo agguanta, lo aggredisce, lo azzanna con tutta la forza che può.
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Destro-show: ventiseiesimo gol con la Roma, il primo da fuori area
Mattia, l'uomo dei gol brutti, ieri ne ha inventato uno splendido. Un'ulteriore tappa verso la definitiva maturazione di un centravanti giovane e prolifico come pochi
Di anni ne sono passati, il baby è diventato più adulto e la sua dimensione è cresciuta. Roma, la Roma, piazza che non ha ancora imparato ad amarlo in tutto e per tutto. Di lui si discute cosa? Forse l'aspetto puramente estetico, lo "stile" approssimativo, talvolta goffo, non degno al 100% dei migliori attaccanti europei. Ma i numeri? Non sono contestabili. 26 gol in 53 presenze ufficiali in maglia giallorossa sono tanti, tantissimi. Come i suoi 42 totali in 103 presenze da professionista tra Serie A e coppe. Il ragazzo segna, la butta dentro. E da ieri ha imparato a farlo anche in modo speciale. Sì, perché il brutto anatroccolo è diventato per un istante cigno, vestendo i panni del genio (del Totti o del Pjanic di turno), inventando un gol che solo chi ha talento, classe ed un pizzico di follia può soltanto immaginare di realizzare.
Minuto quarantuno del secondo tempo, 1-0 per la Roma, situazione delicata da gestire. Serve chiuderla, serve segnare. Il rilancio lungo di De Sanctis è preda di Mattia, che controlla con il petto, lancia una rapidissima occhiata al posizionamento del portiere Gollini e dai quaranta metri (circa) ci prova. Decide che è il caso di provarci. Un bolide improvviso, che da tentativo estemporaneo si trasforma, nel giro di qualche attimo, nel gol dell'anno. Una prodezza alla Quagliarella, alla Mascara. Tornando indietro nel tempo, anche alla Recoba o alla Maradona. Un lucido momento di follia che tramuta il sogno in realtà. Destro, l'uomo dei gol brutti, d'incanto ne inventa uno splendido. Da fuori area, per giunta, rarità assoluta nel repertorio del centravanti ascolano. Non il primo però, visto che in un Siena-Chievo di tre anni fa, egli segnò un gran bel gol con un destro (il destino nel nome) quasi al limite dell'area, di poco fuori per questione di centimetri.
Ieri? Un'altra storia. Tutto un altro gol. Quel pezzo di bravura che forse aiuterà Mattia nel processo di crescita. Le cose difficili, se sei forte, si possono fare. Soprattutto si possono tentare. Il coraggio non deve mai mancare. Il tempo è galantuomo, gli anni sono ancora 23 per un ragazzo che ha ampi margini di miglioramento da coltivare. Roma deve imparare ad amarlo, coccolarlo ed apprezzarne voglia e spirito di sacrificio che mai sono mancati. Il resto lo farà la determinazione e la volontà di migliorarsi del ragazzo. Gli basta poco per diventare un big. Poco poco. Il capolavoro di ieri ne è la dimostrazione più eloquente.
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