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De Sanctis “evergreen”, barrica la porta. I numeri dicono che è il migliore – FOTO

A Pinzolo il portiere abruzzese è protagonista dentro e fuori dal campo. "Non ero bravo a giocare a pallone, poi mi sono messo in porta..." racconta a un bambino. Il suo rapporto partite giocate/gol subiti è migliore di quello di Tancredi

Bruno Di Benedetto

PINZOLO - Siamo nella seconda metà degli anni '80 e a Guardiagrele, comune di circa 9000 abitanti in provincia di Chieti, c'è un bambino a cui piacerebbe tanto giocare in una squadra di calcio. Ha un problema però: non è abbastanza bravo con i piedi. Forse sulle prime si demoralizza, ma di sicuro ad un certo punto gli balena in mente l'idea che da sempre quelli nella sua stessa situazione provano a mettere in pratica come disperata alternativa all'esclusione dal gioco: piazzarsi tra i pali e cercare, almeno lì, un posto nel campo. A differenza di tanti Morgan, questo il nome del bambino, scopre di essere bravo, "molto bravo". Addirittura quelli in squadra con lui "vincono sempre". Lui si gratifica, si innamora del ruolo, diventa un portiere. 

In questo modo, circa 30 anni dopo, Morgan De Sanctis si è ritrovato ieri a raccontare la sua storia davanti a una platea di bambini. A 38 anni, è il portiere della Roma, il secondo giocatore più vecchio in rosa dopo Francesco Totti. Entrambi sanno di non avere davanti molte altre stagioni da calciatori, ma si sentono due sempreverdi, tanto che a Pinzolo, il giorno della presentazione della squadra, provano a infiltrarsi tra i ragazzi della Primavera. Ad un certo punto però il capitano decide di tradire il compare. "Abbiate pazienza- dice ai tifosi appena incitati da De Sanctis a intonare il coro del loro capopopolo - l'anno prossimo sarà lì a cantare con voi". Morgan finge di prenderla sul personale: "Pensavo di fare altri tre anni, ma dopo questa penso che allungherò fino a cinque". I due vecchietti sono in effetti l'anima del ritiro, sia quando si tratta di far ridere il pubblico durante le esibizioni pubbliche, sia quando sul campo guidano i loro colleghi più giovani.

La Roma cerca un altro portiere: sono stati fatti grandi nomi ma la sensazione è che la società voglia risparmiare in quella posizione. Sergio Romero, portiere svincolato in arrivo dalla Sampdoria, sembra in effetti l'obiettivo più concreto. Ma giocherebbe titolare il nuovo arrivato? Non è detto, e certo non gli sarà facile affermarsi; Morgan infatti non sembra intenzionato a mollare quel posto conquistatosi tra i pali tanti anni fa. Si sente forte dell'ottimo rendimento mantenuto nei due anni a Roma e della statistica partite giocate/gol subiti, che lo incorona miglior portiere giallorosso degli ultimi 40 anni. I romanisti amano pensare che il più grande numero 1 della loro storia moderna sia Franco Tancredi, ma il portiere dello scudetto viaggiava alla media (comunque ottima) di 0,81 gol subiti a presenza. Morgan al momento lo stacca con 0,69.

A molti però non piace, probabilmente per quei piedi non drittissimi che lo avevano penalizzato anche da bambino. E anche per qualche papera, come quella di Roma-Sassuolo. Nel teatro in cui abbiamo ascoltato la storia di De Sanctis, un bambino glielo ha fatto presente. "Chi è tuo padre, Casillas? - lo ha accusato scherzosamente il portiere abruzzese, mostrando che in fondo in fondo, forse, qualche timore per l'anno prossimo ce l'ha. Poi prosegue -  L’anno scorso ho fatto qualche piccolo errore. Quello è stato un grande errore. Un portiere però va ricordato anche per le parate che compie, non solo per gli errori". 

Morgan De Sanctis non molla. Aspetta di conoscere il nome del suo prossimo rivale cercando di relegarlo in panchina a colpi di carisma e di porte in violate, come ha sempre fatto. Alle questioni sulle papere potrà al massimo rispondere con una promessa tratta da quella che i compagni sostengono essere la "sua" canzone: "Non succederà più".

"Non succederà più", la canzone di De Sanctis