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De Rossi: “Fidatevi di me, Kolarov è un professionista. Mai pensato di aver smesso” – AUDIO – FOTO – VIDEO

ALFREDO FALCONE

Il capitano alla vigilia del match di Champions League contro il Porto: "Sarei felicissimo se si ricomponesse la frattura tra il serbo e i tifosi, è uno che dà tutto. Se il ginocchio sta bene continuerò a giocare"

Redazione

Archiviata la vittoria in campionato contro il Chievo, ora è tempo di pensare all’Europa: domani sera la Roma scenderà sul campo dello stadio Olimpico per sfidare il Porto nella gara di andata degli ottavi di finale di Champions League. Alla vigilia del match, il capitano giallorosso Daniele De Rossi è intervenuto in conferenza stampa al fianco del tecnico Eusebio Di Francesco.

DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA

Sono partite importanti, e sono momenti della stagione cruciali. Ti sei speso per difendere Kolarov, sostenendolo. È una scelta da capitano immagino. È il momento di ricomporre qualcosa che si è rotto e c’è bisogno anche di questi interventi?

Se si dovesse ricomporre questa piccola frattura io sarei la persona più contenta del mondo, perché mi sento in mezzo. Voglio bene ai tifosi della Roma che mi hanno sempre difeso e protetto e considero Alex un fratello. Quello che posso dire ai tifosi posso è che, visto che si sono sempre fidati di me, di continuare a fidarsi di me quando dico che è un grande professionista e uno che è attaccato a quello che sta facendo. Non sto dicendo che è romanista da quando è piccolo, sto dicendo che è uno che dà sempre quello che deve dare, non salta un allenamento, gioca in condizioni a volte difficili. Io preferisco quelli così da quelli che baciano la maglia, fanno dichiarazioni al miele nei confronti dei tifosi e poi al primo dolorino si fermano o, se il mister chiede di giocare in un altro ruolo, storcono la bocca. Kolarov è professionista come ne ho conosciuti pochi in vita mia, poi c’è sempre da ricordarsi che il tifoso va rispettato e anche assecondato quando mostra un po’ di insofferenza, perché poi i risultati rendono tutto l’ambiente un po’ più nervoso. Ma se si dovesse ricomporre questa frattura, e spero che domani sia il giorno giusto, sarei il più felice di tutti.

Lo scorso anno la Roma arrivò fino alla semifinale, che Champions League bisogna aspettarsi dalla Roma quest’anno? L’esperienza fatta lo scorso anno può essere un valore aggiunto quest’anno?

Sicuramente sì, è un valore aggiunto e ci fa arrivare un pochino più pronti a partite che sono delicate. Lo abbiamo detto tante volte quando giocavamo contro il Real Madrid, il Barcellona o lo stesso Liverpool che loro forse erano più abituati di noi, fermo restando che il Porto è abituato a giocare tante partite così da tanti anni, ma anche per noi può essere un motivo di sicurezza in più rispetto al passato. Si racchiude tutto nella parola esperienza: l’esperienza è stata positiva, addirittura ci permettiamo il lusso di dire che poteva finire anche meglio perché siamo stati anche sfortunati. Però, insomma, è completamente un altro campionato ed un altro torneo e non possiamo attaccarci a quello che è stato. Ora pensiamo innanzitutto pensare a preparare bene la partita di domani.

Cosa ti ha colpito della Roma mentre eri fuori?

Negativamente i risultati non sempre brillanti e a volte non hanno rispecchiato le prestazioni in campo. Abbiamo fatto partite molto buone. Si notava questo fatto che quando prendevamo gol non riusciamo a tirare fuori la testa, ma ultimamente le prestazioni sono state abbastanza positive.

I tuoi compagni e il mister hanno parlato della tua importanza nel rientrare in campo proprio come giocatore, oltre che come leader. In questi mesi che sei stato hai avuto modo di pensare al tuo futuro? Se starai bene fisicamente puoi continuare a giocare almeno ancora un altro anno?

Sì, questo l'ho sempre detto. Se starò bene fisicamente continuerò a giocare. L'importanza che mi danno compagni e mister... loro non si rendono conto quanto sono importanti per me. Negli ultimi anni mi hanno fatto sentire importante come mai prima in carriera forse, per questo devo solo ringraziare loro. Mi accordo che le prestazioni sono buone anche perché quando ti senti importante e quando sei capace a giocare tutto diventa più semplice. Io posso solo ringraziarli per quanto mi hanno fatto sentire desiderato anche in questi 3 mesi che ero uno spettatore e basta.

Percepisci un rumore diverso allo stadio quando entri in campo? Sembra esserci un'emozione diversa anche da parte dei tifosi che due anni fa hanno vissuto la fine della carriera di Francesco Totti. 

Mi sono sempre sentito a casa mia allo stadio. Sento grande affetto ultimamente, sento una percentuale più alta di tifosi che mi vuole bene. Penso che questo sia stato un po' il percorso fatto da Francesco. Durante la metà della sua carriera ha trovato qualche detrattore, alla fine si sono tutti quanti inchinati alla sua grandezza. Non sto parlando di me, ma sinceramente sento che la gente mi vuole bene e ne sono contento, ma penso e devo continuare a pensare che derivi dal fatto che gioco bene a pallone. Se la palla ce l'ho io e poi va a uno con la maglietta rossa, il rumore è giusto perché dò la palla a quello giusto. Non posso pensare ad altro o che è perché tra poco smetterò. Ci sta il rumore positivo quando fai le cose giuste e il rumore negativo quando ne fai di meno giuste. Il calcio è così.

La Roma è stata sull’orlo del baratro 3-4 volte e ne siete sempre usciti. Cosa ha Di Francesco, che vi aiuta quando le cose vanno male?

Innanzitutto ha un’idea di calcio e quella non cambia se le cose vanno bene o male. Sa quello che succede in campo, riconosce i nostri problemi. Un allenatore che se le cose vanno male mette 10 attaccanti o 10 difensori, sconvolgerebbe anche l'equilibrio della squadra e non riusciresti a reagire. Lui rimane, continua a fare le cose normali. Ovviamente non può essere felice come quando lo è dopo aver vinto una partita importante, gli umori degli allenatori sono ricchi di alti e bassi più di noi calciatori, ma ha sempre tenuto la barra dritta come si dice, e non ha mai perso la trebisonda, anche in questa città, dove non è facile rimanere saldi con la testa e questo è stato un grande merito. Non siamo stati sull’orlo del baratro tante volte, ci sono stati momenti negativi e altri dove si è parlato tanto del suo futuro. Siamo quinti, stare sull’orlo del baratro è un’altra cosa. Sono stato quintultimo in classifica e fuori da ogni competizioni e mi sentivo sotto pressione in quel caso.

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Nelle settimane scorse hai avuto l’impressione di aver finito? Questa idea ti è passata per la testa?

Cerco di essere il più realista possibile, era un punto interrogativo più che un'idea. Non ho mai pensato di aver smesso, perché ho fatto 3 mesi - me lo dico da solo e forse non è giusto - da calciatore serio, mi sono allenato sempre e ho fatto tutto quello che dovevo fare per rientrare nella maniera giusta. Se ho fatto questi sacrifici è perché pensavo di poter rientrare. La domanda che avevo e che in parte ho ancora adesso è quanto reggerà la mia condizione fisica, come rientrerò col ginocchio perché un'operazione alla cartilagine non l'avrei sopportata a 35 anni. Se invece continuerà a rispondere bene come sta facendo, non vedo perché debba smettere o farmi domande che poi magari vengono smentite dal campo. Se sto bene, con la gestione dell'allenatore e con il giusto minutaggio, potrei continuare a giocare. Penso di poter ancora giocare.

Hai passato questi 3 mesi con grande attaccamento alla maglia. Questa partita può essere il coronamento di un periodo difficile finito?

Giorno dopo giorno ogni risposta che mi dà il ginocchio e che trovo sul campo, sono piccolo coronamenti di un percorso che sto facendo. Credo che bisogna pensare alla partita, il mio attaccamento alla maglia è pensare alla partita, come qualsiasi altra partita e come ho sempre fatto anche quando ero fuori. La partita è la cosa importante, come lo è anche la mia condizione fisica, che non è sapere se giocherò 6 mesi o un anno e mezzo o due anni e mezzo. L’importante è preparare bene questa partita, continuando a pensare collettivamente e non singolarmente. Valuterò sempre le mie condizioni fisiche, terrò aggiornato mister e dottore, ma non è il motivo principale per cui siamo qui. Abbiamo una partita da vincere e non dobbiamo fare test sulla mia condizione fisica. È importante la squadra.

DE ROSSI A ROMA TV

Il momento?

L’anno scorso abbiamo avuto dei momenti altalenanti e abbiamo dimostrato poi di essere pronti quando abbiamo affrontato questa sfide da dentro o fuori e sono convinto che lo saremo anche domani.

Il Porto è abituato a giocare a questi livelli.

Sono abituatissimi, anche a vincere nel loro paese. Giocano insieme da tantissimi anni, si conoscono bene, stanno facendo un percorso in Champions incredibile. è una partita difficile tanto quanto lo sarebbe stata contro le altre big europee. Abbiamo la giusta dose di preoccupazione e rispetto ma anche la consapevolezza di potercela fare.

Questa partita può cambiare la stagione in positivo?

Ogni partita dà delle risposte soprattutto in un momento in cui le cose non vanno benissimo. Anche piccoli risultati intermedi possono dare una risposta a lungo termine e noi cerchiamo questo. Vogliamo risollevare la stagione anche partendo da questa partita che vale quanto una stagione.

DE ROSSI A SKY SPORT

Vi state riprendendo, anche l’anno scorso è andata in un modo simile.

Siamo una squadra forte che ha un’identità ben precisa di gioco. È un piccolo ritorno al passato visto che l’anno scorso abbiamo avuto una fase altalenante e poi ci siamo dimostrati una squadra più forte di quella che pensavamo di essere proprio nella fase finale di Champions, quindi anche un po’ di scaramanzia o buon auspicio possiamo trarlo da questo ricordo.

Come ti aspetti la gara con il Porto?

Il Porto è una squadra forte. Hanno un allenatore bravo che sta facendo molto bene, sono abituati a giocare queste partite e giocano insieme da tanti anni. In più hanno delle qualità importantissime, sarà una partita difficile, equilibrata, con due squadre che si equivalgono. Siamo veramente elettrizzati di giocare questa partita ma consapevoli che sarà molto difficile.

Sei tornato dopo un lungo infortunio.

Non ho mai avuto un infortunio così lungo e così delicato. Soprattutto un infortunio che non è che guarisca da un giorno all’altro. È un infortunio che mi porterò dietro nei prossimi anni di carriera e se starò bene a lungo termine io non vedo perché non debba continuare, anche perché secondo me le prestazioni sono in linea con quelle dei miei compagni. Ci posso stare all’interno di questa squadra a patto che io stia bene e a patto che non mi trascini in campo come ho sempre detto.