De Rossi, due mesi di conferme: il rinnovo in sospeso sembra solo una formalità

Due mesi, che possono valere due anni. Il rinnovo di Daniele De Rossi resta con un punto di sospensione, ma con un bell’esclamativo sotto. Perché oggi non c’è un motivo per mettere in discussione il futuro della panchina della Roma. I Friedkin hanno scelto un allenatore giovane, bravo, che conosce l’ambiente, non pretende uno sproposito e ha pure doti comunicative. Il profilo ideale, a prescindere se la Roma andrà o meno in Champions. Lo sanno bene a Trigoria, e pure in Texas dove forse non hanno steso già il contratto ma di sicuro ci stanno pensando. Daniele probabilmente non vuole far trapelare nulla fino a maggio per tenere tutti sulla corda e ottenere risultati tangibili come sta già facendo. Ma il futuro di una stagione va progettato in questi giorni, e in alcune risposte DDR ha lasciato intendere che questo futuro sarà ancora insieme. La squadra è compatta al suo fianco, in tutti gli interpreti. La tifoseria manco a dirlo. E il dialogo che De Rossi ha sia con la Souloukou che con i Friedkin è un fattore da non sottovalutare. Durante la sosta di fine marzo potrebbe andare in scena l’incontro risolutivo, anche se probabilmente se ne saprà poco o nulla. Perché la Roma oggi ha obiettivi da centrare, e non sono obiettivi da poco. Daniele rincorre il quarto (o quinto) posto anche se da qui alla fine avrà un calendario difficile. Poi c’è l’Europa League che a questo punto può aprire altri scenari. Il tecnico ha tutta la rosa a disposizione, e a breve riavrà pure Abraham e Kristensen.  Quei “mille giorni di te e di me” già vissuti da calciatore stanno per raddoppiare. Senza fretta. 

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