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De Rossi: “Con la Roma un grande amore. Totti? Il suo ritiro cambierà il mio mondo”

Il centrocampista giallorosso: "Quando le cose vanno bene io ho una felicità addosso che è incredibile. La felicità è già solo avere questo privilegio, aver giocato sempre con la squadra che ami"

Redazione

Daniele De Rossi si racconta. Il centrocampista della Roma ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport che andrà in onda integralmente a partire dal 13 maggio. Ecco una piccola anticipazione delle sue dichiarazioni:

L’entusiasmo che avete sul gol è una cosa incredibile. La tua faccia cambia.

Io credo di essere fortunato, non ho mai dovuto fingere, non ho mai dovuto dimostrare qualcosa che non sentissi. Io ho vissuto un amore grande che mi porterò dietro sempre. L’amore rimarrà sempre, però non è che quando starò a casa sul divano a 50-60 anni e segnerà la Roma, la vivrò come se dovessimo segnare domenica. Ero contento perché segnava la Roma, ma ero contento perché io ero parte di qualcosa della Roma. Anche quando sto in panchina, anche quando non gioco e sto in tribuna. Adesso, oltre ad essere la mia squadra del cuore, è la mia squadra. Sono io l’artefice delle vittorie e purtroppo anche delle sconfitte della mia squadra. È normale che mi rende protagonista nel bene e nel male, quindi quando le cose vanno bene io ho una felicità addosso che è incredibile. La felicità è già solo avere questo privilegio, aver giocato sempre con la squadra che ami.

Totti?

Il suo momento attuale mi colpisce sia perché è un mio amico. Può essere un anno prima, un anno dopo, tra 6 mesi, tra un anno, comunque tra poco smetterà. È un qualcosa di grande, che cambierà il mio mondo e quello della Roma. Finendo di giocare comunque sia hai uno shock, un dispiacere, qualcosa che ti viene tolto più o meno prematuramente. Lui non si può lamentare perché ha giocato tanto e noi non possiamo lamentarci perché abbiamo goduto di uno spettacolo unico. Quando parlo di lui, io ho una sorta di invidia per quello che lui riesce a leggere nel campo, per quello che riesce ancora a fare. Io a 40 anni non riuscirò a fare quello che faccio adesso o quello che facevo prima. Lui potenzialmente ha quella qualità che gli permetterà di giocare in una certa maniera anche a 50 anni quando giocherà con i suoi amici.