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Dallo scudetto sfiorato al 28 maggio: tra gioie e dolori ecco cosa vi abbiamo raccontato

Francesco Balzani

I buoni propositi natalizi vanno a farsi friggere. La Roma continuerà a singhiozzo e terminerà il campionato al settimo posto, fuori da ogni competizione europea e sconfitta malamente pure in coppa Italia contro la Juve. Luis Enrique non ride più, anzi mostra chiari segni di cedimento. La sua posizione non è in bilico, ma la città è già stufa. Le dimissioni arrivano a fine stagione, e l’era spagnola finisce qui. Tanti i bocciati tra i giocatori, così Sabatini dà il via alla seconda rivoluzione e a un nuovo progetto che riporta incredibilmente Zeman alla Roma. Un ritorno che i tifosi salutano con affetto e curiosità, una scelta che a Trigoria non tutti condividono. Il ritiro a Riscone è uno spettacolo: gradoni, sudore, secchi per il vomito e un boemo invecchiato ma mai domo che ad ogni conferenza dice la sua sulla Roma ma pure sul calcio italiano. Totti ritrova il vecchio maestro, ma con De Rossi l’amore non esplode e anzi crescono i rancori quando Zeman gli preferisce Tachtsidis. l ds Sabatini conclude gli acquisti di Balzaretti, Castan, Bradley (primo giocatore americano della Roma), Florenzi (di rientro dal Crotone), Marquinho e Tachtsidis. Vengoni poi ingaggiati in prestito: il portiere Mauro Goicoechea, il giovane difensore Marquinhos, il terzino Ivan Piris e l'attaccante Mattia Destro, colpo del mercato giallorosso. Mentre la presidenza passa di fatto da Di Benedetto a Pallotta la Roma ripercorre su per giù lo stesso percorso fatto con Luis Enrique. Zeman, senza peli sulla lingua, critica la tournée invernale e bacchetta qualche giocatore (Osvaldo su tutti). Nel corso di questa stagione la Roma prende accordi con diversi partner internazionali tra cui Disney, Nike e Volkswagen.

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