Manolas, Dzeko e in parte pure Pellegrini: e se il futuro non fosse già scritto? C’è una Roma che aspetta Conte fuori Trigoria e una che lo aspetta dentro, per capire di più sul futuro del progetto romanista. Anche perché all'orizzonte c'è un investimento pesante sull'allenatore per dare un segnale chiaro alla squadra. Proprio la rosa giallorossa potrebbe subire le turbolenze maggiori da questa ventata di novità, soprattutto analizzando le situazioni contrattuali di alcuni big romanisti. Dalla difesa all'attacco, da Manolas a Dzeko passando per Pellegrini. Una spina dorsale fratturata ma viva, pronta soprattutto a ritrovare stimoli e a mettersi a disposizione. Probabilmente con Conte e con un progetto vincente e convincente.
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Da Manolas a Dzeko: i senatori aspettano Conte. E un nuovo contratto
L'arrivo del tecnico ex Chelsea potrebbe facilitare il rinnovo e la permanenza di alcuni big della rosa giallorossa
TRIS D'ASSI - Numeri alla mano la Roma ha vissuto un'annata negativa dal punto di vista difensivo: peggior retroguardia tra le prime nove squadre di Serie A con 46 gol subiti e l'impressione di un reparto sempre in emergenza e in difficoltà. La cura Ranieri ha sì ridato compattezza, ma troppo spesso è stato Manolas a tenere insieme il reparto. Il greco è stato per distacco il miglior difensore della squadra e senza di lui Fazio e gli altri hanno spesso dovuto subire, anche contro avversari non di primo livello. Dopo le parole d'amore degli anni passati, per la prima volta c'è la sensazione che Kostas possa essere stimolato da altre offerte e seguire, ad esempio, il percorso che portò Miralem Pjanic alla Juventus. La clausola da 36 milioni non spaventerebbe i bianconeri e offrire più dei 2,7 miloni di euro attualmente percepiti nella Capitale non sarebbe un problema. Discorso economico simile per Lorenzo Pellegrini: con il benestare del ragazzo servirebbero circa 32 milioni per fargli salutare Roma. Un rapporto età/prezzo conveniente, che metterebbe d'accordo i tanti estimatori del centrocampista. Per Dzeko la partita si giocherà su un altro tavolo. La Premier ha sempre avuto un ascendente particolare sul bosniaco e il contratto, in scadenza nel 2020, è quello che pesa di più sul bilancio romanista. Le 33 primavere di Edin impongono calma e sangue freddo alla dirigenza, specialmente perché le pretese economiche del ragazzo per il rinnovo di contratto sono sempre molto alte.
CALAMITA CONTE - Esigenze coincidenti insomma. Fare i propri interessi, discutere con la società ed eventualmente portare rispettivi talenti, famiglie e ambizioni lontano da Roma. Esigenze primarie oggi, che potrebbero però passare in secondo piano domani. Specialmente se il messaggio di unione e compattezza dovesse arrivare da Antonio Conte. Un effetto simile a quello che il Napoli ha vissuto la scorsa estate con l'avvento di Carlo Ancelotti. Il patto siglato tra uomini con il tecnico salentino non farebbe di certo abbassare le pretese economiche ai giallorossi, ma aiuterebbe il clima in fase di trattativa. L'esperienza, i recenti successi e l'aura di allenatore-generale di Conte farebbe il resto. Un testimonial rispettato e vincente, con un'ascendente sulla squadra forse mai visto nella gestione americana. Quell'all-in auspicato da molti, per difendersi dai rilanci esterni e per provare a sbancare il tavolo della Serie A.
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