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Coronavirus, Malagò: “L’obiettivo è ripristinare tutto in breve tempo”

Le parole del presidente del Coni prima della partita tra Roma e Lecce

Redazione

A pochi minuti dal fischio d'inizio di Roma-Lecce ha parlato il presidente del Coni Giovanni Malagò. Ecco le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

Quali sono i comportamenti giusti da parte del mondo dello sport?

In questo momento il mondo dello sport non deve andare per conto proprio, ma allinearsi in piena condivisione alle disposizioni delle autorità vigilanti e del Governo. Come sapete con questo decreto ci siamo adeguati e convinti che la questa valutazione sia la più giusta, poi si può condividere o meno.

Avete proposto partite a porte chiuse per salvaguardare il calendario?

Erano delle ipotesi sul tavolo, ma sarebbe stato secondo me profondamente sbagliato e inelegante. Non sarebbe stato corretto se avessimo anticipato queste mosse, poi non ci sono solo manifestazioni relative al calcio. Il calcio è stato fino a tarda sera, ho sentito i dirigenti delle squadre coinvolte oggi, ieri non sembrava che Torino-Parma dovesse rientrare nel discorso. Le porte chiuse sono state prese in considerazione dal Governo, ma ci sono due problematiche. La prima, a cominciare dall'Inter, è che ci sono 70mila biglietti venduti e ci si sarebbe dovuto prendere carico delle spese. La seconda è che se decidi per le porte chiuse quando era stato già tutto organizzato, magari poi ci sono tifosi o gruppi di tifosi che vanno comunque verso lo stadio e lì c'è un problema di ordine pubblico. Le forze dell'esercito poi magari sono impegnate altrove e bisogna fare i conti con altro.

Come ci si difende dal pericolo psicosi?

Ci sono interessi primari, quelli della salute innanzitutto che coinvolgono anche le persone che non vanno allo stadio. Poi io non sono medico e non mi avventura in certe dichiarazioni. Si sta navigando a vista, giorno per giorno. Non ci sono regole o certezze. L'obiettivo è di ristabilire tutto nel breve, ci sono dei problemi come può essere anche quello delle emittenti televisive. Ma questi problemi ad ora vanno in secondo piano. Poi c'è l'argomento calendari, che non sono regolati da me e in pratica da nessuno. Poi bisogna incastrarsi con gli organismi internazionali, giovedì l'Inter ha l'Europa League, poi la Coppa Italia. Ne ho parlato con Marotta, fino alle 2.30 di notte. Poi non ci sarebbe un mercoledì o giovedì libero per l'Inter, almeno fino alla finale di Coppa Italia in via ipotetica. Una finale che poi può essere anticipata perché c'è anche l'Europeo. Una risposta certa non si può trovare.

MALAGÒ AI CRONISTI

Partite a porte chiuse per tutti gli sport?

Non direi, non avallerei. E' una opzione presa in considerazione, ma bisognerebbe farsi carico dell'aspetto economico e di ordine pubblico, visto che qualcuno magari era già in sede. E le forze dell'esercito sono impegnate in altro.

Sui recuperi e i calendari.

Se alla fine di febbraio siamo in questa situazione, con calendari così compressi, è difficile trovare la soluzione. Nel giro di due-tre giorni al massimo bisogna capire se si è in grado di portare avanti la regolarità delle cose con la sola eccezione di oggi, altrimenti bisogna risentirci tra 48-72 ore.

In alcuni sport sono in programma trasferte in zone a rischio per gli italiani.

Oggi avevamo diversi atleti impegnati a livello internazionale e le gare si sono disputate tutte in grande tranquillità, quindi in quei casi bisogna prima vedere dove sia la competizione. Bisogna magari riaggiornarci.

Preoccupazione per Europei e Tokyo?

Preoccupato no, ma sono realista, viviamo con questa situazione. Gli Europei coinvolgono l'Uefa e solo loro valutano l'andamento, ma non credo che ad ora ci sono controindicazioni. Per Tokyo non c'è nulla ad ora che possa far pensare a qualche cambio di programma.

Roma-Lecce si è pensato di rinviarla?

Onestamente no, non mi risulta. Il criterio è stato di intervenire su alcune aree geografiche. Ed è una cosa che eventualmente riguarda la città di Roma e altre manifestazioni anche più grandi. Ieri a Italia-Scozia di rugby c'erano 55mila spettatori. Io condivido questa decisione, assolutamente.