Ernesto Chevanton, ex attaccante del Siviglia, a parlato al consueto Match Program in vista della sfida con gli andalusi in Europa League. Queste le sue considerazioni:
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Chevanton: “La Roma arriverà bene alla sfida con il Siviglia”
Queste le parole dell'uruguaiano: ''Nel match di giovedì conterà molto la condizione fisica''
Che periodo fu quello in Spagna?
Bellissimo perché arrivai dal Monaco, in una squadra che puntava a vincere. Il ds Monchi aveva fatto una grande rosa per continuare ad affermarsi nelle coppe, come già avevano fatto con la Coppa UEFA. Arrivai lì e il Siviglia si giocava la finale di Supercoppa Europea contro il Barcellona.
Stravinse il Siviglia.
Tre a zero con i gol di Renato, Kanouté e Enzo Maresca. Ed era il Barcellona di Messi, Ronaldinho, Eto’o, Deco.
Lei, però, non fece parte del match. Si sarebbe aspettato di giocare di più in quella squadra e in quegli anni sivigliani?
No, assolutamente. Quel Siviglia aveva in attacco due extraterrestri come Luis Fabiano e Kanouté. Trovare spazio non era semplice per nessuno. Anche se io avevo fatto tanti gol in Italia con il Lecce. Comunque, ritengo di aver fatto la mia parte.
Tra i suoi compagni di squadra in Spagna all’epoca c’erano Fazio e Perotti, attualmente in giallorosso.
Sì, erano due amici veri. Ci accomunava la lingua e la provenienza sudamericana. Ho avuto la fortuna di giocare con loro, entrambi molto forti. Pochi giorni fa mi sono sentito con Diego per il compleanno. Fazio, invece, non lo sento più, ma lo seguo come amico e come tifoso di calcio. Ricordo un particolare su di loro.
Prego.
Venivano spesso a cena a casa mia, mio papà faceva l’arrosto. E loro ne andavamo matti. Abbiamo passato tante serate piacevoli insieme.
Arrivò in Italia nell’estate del 2001, quella del terzo scudetto della Roma.
E mi trovai all’Olimpico pochi mesi dopo quella vittoria lì, per Roma-Lecce. Vinse la Roma 5-1, ma quello era normale considerata la differenza tecnica tra le due squadre. A me impressionò soprattutto un’altra cosa.
Cosa?
Lo stadio, i tifosi, la sciarpata prima della partita con l’inno. Era una delle prime partite in casa del campionato per la Roma. Si percepiva l’entusiasmo della gente sugli spalti. Restai impressionato. Ho girato diversi stadi in carriera: Bernabeu, Camp Nou, Old Trafford e tanti altri. La passione romanista non l’ho mai rivista da nessuna parte. Una cosa incredibile. Unica.
Nel 2003, invece, interruppe il record di imbattibilità di Pelizzoli. Se lo ricorda?
Pure quella fu una partita dove noi potemmo fare poco. Segnai a pochi minuti dalla fine, ma la forza di quella Roma restò intatta. Si giocò lo scudetto fino alla fine con il Milan.
La squadra di Fonseca, invece, si gioca i quarti di finale di Europa League proprio contro il suo Siviglia a Duisburg in campo neutro.
Difficile immaginare che partita sarà. Senza pubblico, in gara unica. Molto dipenderà dalla condizione fisica delle due squadre. La Roma ci arriva bene, visto gli ultimi risultati in campionato. Il Siviglia pure ha avuto un buon rendimento, ma è fermo da un po’ più di tempo. Vedremo se conterà alla fine in questi novanta minuti. Abbiamo visto in Serie A cosa ha significato per alcune formazioni fermarsi.
Lei si è stabilito definitivamente in Italia, a Lecce. Come ha passato il periodo del lockdown?
In grande tranquillità, accettando di buon grado tutte le decisioni. Uscivo per fare la spesa e per il resto me ne stavo a casa. Per fortuna al Sud il Covid non ha dato tanti problemi come in altre parti d’Italia.
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