Compatta, bella, armoniosa, cinica e che segna tanti gol. È questo l’identikit della squadra che ci consegna la vittoria di ieri contro la Fiorentina. Un 4-1 che, se non fosse stato per l’ingenuità di Digne su Tello e la duplice sfortuna di Perotti e Totti, entrambi fermati dal palo, avrebbe potuto facilmente trasformarsi in un impietoso 6-0. Forse definitivo sulle ambizioni viola in questo campionato. Esageriamo? Chissà, ma una Roma così bella non si vedeva da anni. Proprio dalla migliore del “primo” Spalletti, quella che tra il 2007 e il 2008 ha regalato alla famiglia Sensi anche tre trofei (gli ultimi vinti dal club).
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Che goduria con la “Pes”: Perotti-El Sha-Salah fanno volare la Roma. Pallotta su Totti: “Decide lui”
L'attacco mobile di Spalletti regala la 7a vittoria consecutiva e il terzo posto in solitaria, ma soprattutto la consapevolezza di una squadra compatta e mentalmente vincente. Intanto il numero 1 giallorosso serve un assist alla Pjanic per il...
TERZO POSTO “FARAONICO” L’indomani è tra i più dolci assaporati in questa stagione: settima vittoria consecutiva, terzo posto solitario (+3 su Sousa&Co, -2 dal Napoli e -5 dalla Juventus), un’intesa dei giocatori tra loro e di questi col tecnico che era evidentemente svanita da parecchio con Garcia, alcuni elementi recuperati fisicamente e mentalmente: Keita sembra un ragazzino. Per non parlare di Stephan El Shaarawy, che ormai s’impone nelle cronache (gol e assist ieri) e nei commenti post partita, insinuandosi perfino negli incubi del povero Adriano Galliani, che per non deprimere ulteriormente Balotelli e valorizzare Niang ha lasciato che il Faraone finisse a Roma una stagione iniziata male nel Monaco. Trovandosi poi con Balotelli eterna anima in pena, Niang infortunato e un’unica punta di ruolo, Bacca. Da Trigoria puntano al riscatto con lo sconto, forti della volontà del 24enne.
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DAVANTI SI GIOCA A PES La Roma di punte che segnano e dispensano assist ne ha in abbondanza, tutte insieme creano una sigla molto amata dagli appassionati di videogames: PES.Perotti-El Shaarawy-Salah. Diciotto gol in tre, 11 dell’ex Fiorentina che quando vede viola diventa indomabile: 3 gol e un assist tra andata e ritorno, come se non fossero già colmi di bile i poveri tifosi gigliati, sedotti e “abbandonati” dall’egiziano. Momo sembra aver recepito i dettami di Spalletti: si cerca molto di più con i compagni, trovandosi spesso benissimo. “In allenamento i ragazzi lavorano benissimo, con intensità. Riusciamo quasi sempre a riproporre nelle sedute quotidiane le situazioni della partita, e oggi sono stati bravi a riprodurle in campo”, spiega il mister. Sarà anche – e soprattutto – per questo, che tre giocatori con un mese e mezzo di allenamenti e partite insieme sulle spalle, ieri sembravano conoscersi da anni? Un po' come Totti-Mancini-Taddei dei tempi d'oro. Il terzo da encomiare è Perotti, l’ex 10 del Genoa, ora falso “nueve”, schierato come centravanti sulla carta ma mezz’ala e trequartista nella pratica. Si è presentato alla Roma con un assist al Faraone, per poi segnare a Sampdoria e Fiorentina: nel mezzo, una serie di prestazioni maiuscole, concrete, di sostanza che lo hanno catapultato al centro del progetto tattico del Comandante Spalletti.
TOTTI SORRIDE, DZEKO MASTICA AMARO Ieri il Capitano ha giocato l’ultimo quarto d’ora, accompagnato sin dal riscaldamento da applausi, cori e ovazioni. Il suo ingresso in campo è stato accolto dagli stessi decibel riservati a Kevin Strootman, con la differenza che l’olandese tornava da oltre un anno di inattività. Ovvio che il confronto sia improbo: 23 anni di Storia Giallorossa non si spiegano, si applaudono. In piedi. E così Francesco, sotto l’occhio vigile di moglie e figli (due, quasi tre) si è tolto la tuta sorridendo, si è messo a fare quel che faceva dieci anni fa (Scarpa d’Oro nel 2007), sfiorando il gol da calcio di punizione accordato da Irrati per un fallo subito proprio da lui. Sarebbe venuto giù lo stadio, purtroppo ancora mezzo vuoto. Stadio che ha riservato ben pochi applausi al mesto Dzeko, fuori a Empoli per una febbre e fuori ieri per scelta tecnica. Stavolta il suo ingresso, per uno scampolo di match, è passato inosservato e fa riflettere sul suo immediato futuro negli ingranaggi spallettiani.
“DECIDE LUI” Ma la domanda, alla fin fine, è sempre la stessa: Francesco Totti cosa farà? “Decide lui”, ha risposto Pallotta ai cronisti – tra questi un inviato di ForzaRoma.info – durante il suo pomeriggio tra piazza del Popolo e via del Babuino, nelle immediate vicinanze dell’albergo di lusso dove alloggia di consueto. Le congetture, come dice anche il presidente, le fanno in tanti. Ma la decisione vera sarà una sola e porterà la firma del Capitano: la leggeremo su un contratto da calciatore o su uno da dirigente?
STADIO, QUESTIONE “PRIMARIA” Ad aprile la Roma metterà sul tavolo di Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, il progetto definitivo per il nuovo stadio a Tor di Valle. Fino a quel momento, ma anche dopo e con ferocia rinvigorita, la campagna elettorale di chiunque non potrà esimersi dall’esprimersi a riguardo. Domani il centrosinistra romano saprà chi sarà il candidato sindaco, poi inizierà un tour de force di schermaglie, litigi, polemiche di cui abbiamo già avuto un assaggio, parecchio intenso nelle ultime 24 ore: ieri l’aspirante sindaco dei Cinque Stelle, Virginia Raggi, ha fatto capire che potrebbe “ammazzare” il progetto annullando la delibera di pubblica utilità. Oggi il favorito delle primarie, Roberto Giachetti, ha invece assicurato che nulla verrà cambiato, anzi, non vede l’ora che i privati investano lì dove il pubblico potrebbe al massimo spazzare una strada o tappare una buca. Ci sarà da divertirsi, tenendo sempre conto che in ballo ci sono un miliardo di euro, tremila posti di lavoro e la riqualificazione di una zona attualmente terra di nessuno e sulla quale, al di là della Roma, nessun candidato o aspirante tale ha proposto un’alternativa seria.
TANTO REAL Oggi Cristiano Ronaldo ha "matato" il Celta Vigo segnandogliene 4, poi anche Jesé e Bale hanno partecipato al banchetto aperto da Pepe. Un 7-1 impietoso, che a noi romanisti ricorda solo bruttissimi momenti: "Non andiamo a fare brutte figure" ha detto Nainggolan ieri dopo la partita. Giocando come nell'ultimo mese e mezzo è difficile subire l'imbarcata. Ma è altrettanto difficile immaginare di ribaltare lo 0-2 dell'andata. Sognare, comunque, non costa nulla. Voi, d'altronde, avreste firmato (2 mesi fa) per ritrovare la Roma a 5 punti dal primo posto?
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