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Baldissoni: “Pallotta difendeva i giocatori, parlava in contesto rilassato”

Le parole del direttore generale giallorosso a pochi minuti dal fischio d'inizio del match tra Palermo e Roma

Redazione

A pochi minuti dal fischio d'inizio del match tra Palermo e Roma è intervenuto ai microfoni dei giornalisti il direttore generale giallorosso Mauro Baldissoni.

BALDISSONI A PREMIUM

Un commento sul turnover?

Sono scelte che competono all’allenatore, che fa a seconda dell’avversario e della condizione. Il dibattito è legittimo, ma fa anche ridere. Se giocano gli stessi, non si fa turnover. E viceversa. In realtà c’è una persona che è tenuta a fare queste scelte, ed è bravissimo. Le fa lui e va bene così.

Non è sorpreso quindi?

Non mi pongo nemmeno il problema, mi fido del mio allenatore. Le sue scelte sono certo che se le fa, le fa per un motivo.

Riscatto dopo le 3 sconfitte?

Non c’è dubbio che se si perdono le partite, si perde la possibilità di sbagliare, è giusto che abbiamo pressioni alte, è giusto rispondere coi risultati. La squadra ha i mezzi per uscire dal momento negativo, e siamo convinti che lo faranno.

Cosa è successo con Pallotta?

Il presidente ha parlato in un contesto rilassato, poi le dichiarazioni sono state trascritte male, ha cercato di difendere i giocatori. Non sono diventati scarsi e negligenti, sono solo reduci da un ciclo di partite difficili. Pallotta ha voluto precisare il suo pensiero, quindi non penso si possa mettere in dubbio.

Qual è il progetto tecnico della Roma?

Mi dispiace che non siamo stati bravi a spiegarlo, noi abbiamo acquisito una società con difficoltà finanziaria e tecnico-anagrafica. Stiamo cercando di essere competitivi nel minor tempo possibile, abbiamo preso giovani giocatori e venduto altri per fare plusvalenze. Lo abbiamo fatto cercando di identificare giocatori giovani e forti, anche qualcuno del nostro settore giovanile dove continueremo a investire, come sapete meglio di me dovremmo parlare di come sviluppare meglio i giovani per farli arrivare al professionismo, oggi si mandano tutti in prestito, mentre in Spagna ci sono le seconde squadre. Noi siamo costretti a mandarli in prestito per farli giocare affidandoci alle idee calcistiche di qualcun altro, consentendo loro di sbagliare  e crescere. Dobbiamo parlare più spesso di questo tema.