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Baldissoni: “Pochi tifosi all’Olimpico, potremmo trasferirci in uno stadio più accessibile”

La provocazione del direttore giallorosso alle istituzioni: "Se vediamo che le difficoltà di fruibilità dello stadio Olimpico continuano e si riducono gli spettatori, forse dovremmo iniziare a considerare stadi diversi e più piccoli"

Redazione

Nel giorno dell'arrivo del presidente James Pallotta a Roma, il direttore generale giallorosso Mauro Baldissoni è intervenuto ai microfoni di Roma Radio. Queste le sue dichiarazioni:

Domani c'è Roma-Sampdoria.

Nel nostro lavoro quello che conta e che misura il successo di quello che facciamo è sempre la prima partita che arriva da giocare. Ora ne arriveranno tante in poco tempo, ma noi non possiamo che pensare soltanto a quella che arriva domani, la Sampdoria, che è anche prima in classifica. Hanno lavorato bene, sono in buona condizione, hanno entusiasmo, quindi sarà ancora più difficile del solito. Tanto noi le vediamo sempre come partite difficili, non possiamo permetterci il lusso di vederle facili. Neanche questa gara possiamo affrontarla con meno dell'impegno necessario, che è il massimo, ovvero quello che deve esserci sempre. La squadra lo sa benissimo.

Domani ci sarà anche un tifoso in più, il presidente Pallotta.

Siamo contenti che sia qui, è sbarcato questa mattina a Roma. Stava facendo anche un giro in centro, è andato a vedere il nostro nuovo negozio a via del Corso. Capisco l'esigenza giornalistica di collegarlo a quello che facciamo, ma lui in realtà, come sapete, anche quando non è qui è sempre presente. Si informa, condividiamo delle decisioni come è ovvio che sia. Si occupa di tutto anche quando non è qui. Quando arriva qui, a maggior ragione, si occupa di tutto e abbiamo la possibilità anche di farlo meglio. Avendo la possibilità di incontrarci, non viene per risolvere qualcosa di specifico ma per affrontare tutte le tematiche di ogni giorno, sia della società che del progetto del nuovo stadio, tema importantissimo per il nostro futuro.

Si è sviluppata una nuova polemica sulle multe comminate allo stadio per il cosiddetto cambio posto. Lo ha ribadito anche il presidente, purtroppo l'Olimpico non è casa nostra quindi siamo a casa di qualcun altro.

Non solo siamo a casa di qualcun altro, e questo vincola l'infrastruttura e le scelte infrastrutturali che sono alla base delle scelte operative di sicurezza, ma, indipendentemente dal proprietario della casa, le regole di sicurezza vengono dettate da qualcun altro ancora, nel nostro caso la Questura, i responsabili dell'ordine pubblico e della sicurezza. Sappiamo che a Roma c'è un tema di rapporti iniziato da più di un anno, con delle decisioni che chi è responsabile dell'ordine pubblico e della sicurezza ha dovuto assumere per risolvere problemi di sicurezza e di incolumità pubblica. Così ci hanno spiegato dall'inizio. Noi abbiamo sin da subito iniziato un percorso con loro chiedendo di trovare una strada per tornare alla normalità. Per noi la normalità è la fruizione gioiosa di un evento sportivo che si tiene nel tempo libero, nel weekend. Pensiamo a una famiglia che nel tempo libero vuole seguire una passione, che in questo caso è la Roma. Questa deve essere la normalità: passione, entusiasmo, tempo libero e serenità. Su questo ci hanno detto che erano tutti d'accordo, quindi è stato avviato un percorso per tornare alla normalità, ovvero consentire di andare allo stadio nella maniera più semplice, più serena e più confortevole possibile, visto che si paga per andare a vedere uno spettacolo. Quindi non ci devono essere elementi che possano commettere reati o comunque danneggiare la serenità degli altri, su questo nessuno può transigere, neanche la Roma. Siamo sempre stati intransigenti nella necessità di dover allontanare dagli stadi chi dovesse commettere un reato e minacciare la serenità altrui. Tutti gli altri, però, devono essere messi in condizione di fruire dello spettacolo nella massima serenità. Noi non saremo mai a favore di un'associazione, anche indiretta ed inconsapevole, tra il concetto di tifosi e quello di criminali. I tifosi non sono criminali. I tifosi sono tifosi e devono essere trattati come tali, devono essere messi in condizione di manifestare liberamente la propria passione. Questa è la normalità. Su questo anche le forze di sicurezza si sono dette d'accordo. Abbiamo avviato un percorso per cercare di tornare alla normalità con un obiettivo che porta addirittura all'eliminazione delle barriere. Siamo tutti attenti lettori di relazioni entusiaste sugli stadi senza barriere. Anche il nuovo stadio che ha progettato la Roma sarà senza barriere. Noi le vogliamo togliere e questo deve essere un obiettivo. Anche su questo, le forze dell'Ordine si sono dette d'accordo a patto che non succeda niente nel frattempo all'interno dello stadio. La Roma ha già giocato 2 partite in casa e non è successo niente, quindi quando abbiamo sentito delle multe ci siamo preoccupati, ci sembrava molto strano. Siamo andati a chiedere e a verificare. Ci è stato spiegato ieri dalla Questura che non si trattava di un cambio posto ma di persone che ostruivano percorsi di sicurezza e quindi potevano mettere a rischio l'incolumità degli altri nel caso fosse stato necessario intervenire. Anche questo è un tema su cui nessuno può essere in disaccordo. Chi può esserlo? E' ovvio che sia un bene primario, tanto che quando arrivammo qui qualche anno fa eravamo preoccupati della situazione in Sud, dove c'erano i camminamenti ostruiti e le scale piene. C'era stato un caso di uno spettatore colto da infarto e c'erano stati problemi nel raggiungerlo. Quindi si deve garantire la sicurezza, ma molto è stato fatto in questo senso, c'eravamo già adoperati. Oggi non vediamo questo tipo di problemi. Per nostra sfortuna, lo stadio non è più così esaurito in quei settori quindi non notiamo che ci siano tante ostruzioni alle possibilità di intervento. Siamo un po' stupiti e vogliamo essere certi che le tematiche dove si interviene devono essere effettivamente tematiche che pongono un problema serio di sicurezza e incolumità. Noi non abbiamo notato ostruzioni, ma abbiamo appreso che c'è stato un problema. Siamo preoccupati, perché il percorso verso la normalità deve proseguire. Un percorso favore alla libera fruizione degli spazi dello stadio e dello spettacolo, da parte dei tifosi che si comportano bene. E' importante che l'atteggiamento dei tifosi sia collaborativo, l'atteggiamento non deve essere "No, qui decido io e le regole le faccio io, vado dove mi pare e non accetto le regole degli altri". Noi non abbiamo contezza che ciò sia successo, se è successo è sbagliato. Non deve certamente succedere da parte dei tifosi, ma quelli che non si comportano così devono poter godere dello spettacolo liberamente e con la massima serenità. Metteremo ancora più gente della società all'interno della curva per essere certi che non ci siano problemi, così vediamo se effettivamente qualcuno ha messo in pericolo l'incolumità pubblica, in modo da renderci conto direttamente se ciò avviene o non avviene. Detto questo, noi chiediamo ai nostri tifosi di tornare allo stadio e di tifare. Sappiamo che sono loro i primi a soffrire per non poterlo fare. Ne soffre anche la squadra. Non c'è dubbio che un supporto dei tifosi aiuta a vincere le partite, è sempre stato così e ne siamo sempre stati orgogliosi. E' importante averli anche per i risultati della squadra, ma non solo. E' importante averli anche per chi va allo stadio a godersi la partita perché sono una parte essenziale dello spettacolo, altrimenti non c'è differenza tra vedere la partita alla tv o allo stadio. Parte integrante dello spettacolo che noi andiamo a proporre è composta dai tifosi, soprattutto da quelli più appassionati perché creano colore e spettacolo, creano la ragione per andare allo stadio piuttosto che vedersi la partita in tv. Di questo siamo convintissimi. E' evidente che lo spettacolo che noi creiamo deve essere fatto per i tifosi, che sono parte integrante dello spettacolo stesso. Il nuovo stadio è progettato con una particolarità architettonica e di design specifica, un'unicità, ovvero la separazione della Sud per dargli ancora più risalto, figuriamoci se vogliamo rinunciarci prima. Come dicevamo prima, i tifosi hanno un impatto anche sui risultati della squadra. Noi dobbiamo lavorare in uno stadio che è molto grande: l'Olimpico ha una capienza ufficiale che supera i 72mila posti. E' uno stadio difficile da riempire forse anche in una condizione normale. I tifosi un po' si disperde. Anche quando si hanno 40mila persone, che non sono poche, l'effetto è comunque penalizzante. Se vediamo che la difficoltà di fruire dello stadio Olimpico e di essere accolti nell'impianto continua e si riducono gli spettatori, forse allora dobbiamo iniziare a considerare stadi diversi e più piccoli, che consentano di massimizzare l'effetto dato dagli spettatori che vengono. Noi anche prima della partita di ritorno col Porto, consapevoli dell'effetto che aveva avuto il Do Dragao all'andata, parlando con Spalletti stavamo dicendo che forse a questo punto conviene pensare a uno stadio più piccolo con gli spettatori attaccati al campo. Magari a quel punto ne verrebbero anche di più perché si sentirebbero più confortevolmente accolti, potrebbe essere un'occasione per avere più gente senza pista e senza le difficoltà che un'infrastruttura che l'Olimpico crea. Tutto questo in attesa di edificare il nuovo stadio della Roma. Speriamo che tutto questo non sia necessario e che l'Olimpico torni a riempirsi, e che sia consentito e possibile riempirlo.

Si sente che manca un pezzo del mosaico.

Manca un pezzo fondamentale non solo per raggiungere risultati ma anche per riaffermare l'identità di questa società che passa molto dai suoi tifosi.

Domani tutti allo stadio.

Oggi andare allo stadio non è facile, ma è necessario per alimentare la passione e aiutare la squadra. Io spero che molta gente verrà domani.