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Baldissoni: “La cessione di Pjanic? Non potevamo farci nulla. Vicini al pareggio di bilancio”

Il direttore generale torna a parlare del bosniaco: "Senza clausola non avrebbe rinnovato il contratto e l’avremmo perso molto prima"

Redazione

Sul sito asroma.com prosegue il racconto di alcune tappe fondamentali del 2016 romanista da parte dei protagonisti giallorossi. Questa volta è il turno del direttore generale Mauro Baldissoni. Queste le sue dichiarazioni:

Sulla partenza di Pjanic.

A volte non siamo noi a scegliere se una squadra avversaria può comprare o meno un nostro giocatore. Il tutto dipende dall’interesse del mercato: Pjanic è un grande calciatore e non sorprende il fatto che attiri molto l'attenzione di club importanti. Voler andare a giocare lì è stata una sua scelta. Nel caso specifico, aveva nel contratto il diritto di decidere se e dove essere venduto, perché aveva un'opzione inserita nel rinnovo firmato due anni prima. Ha attivato un suo diritto contrattuale, ci ha informati che voleva essere venduto e la Juventus è stato il club che l’ha comprato. Non potevamo far nulla per contrastare la scelta del calciatore. Ma, più in generale, se i giocatori decidono di andare via, non è proficuo forzarli a restare, anche quando non hanno un’opzione contrattuale come quella di Pjanic.

Sulla clausola di Pjanic.

La clausola contrattuale è un accordo che trovi con la tua controparte,in questo caso il giocatore con il suo agente. Diventa una negoziazione. Se suggerisci di inserire una clausola di rescissione a 100 milioni certamente non vorranno, non accetteranno. Ma lui, ad ogni modo, voleva inserire la clausola. Quindi devi stabilire quale sia il valore di mercato del calciatore in quel momento. Questa era la situazione con Pjanic. La clausola era più alta nei primi due anni e diminuiva per ogni anno di contratto: ogni stagione che passa hai una leva contrattuale inferiore sul giocatore. Il valore del tuo contratto, ovviamente, si riduce di anno in anno. La clausola rescissoria normalmente è più alta all’inizio e perde valore ogni anno, man mano che si avvicina la fine del contratto, parallelamente al valore dell’asset nei bilanci. In realtà si tratta di una tipica valutazione economica. Ancora più di questo va considerata la trattativa che stai portando avanti con la controparte: Pjanic non avrebbe rinnovato il contratto e l’avremmo perso molto prima. Sarebbe andato via come svincolato, oppure sarebbe partito un anno prima a un prezzo molto più basso perché a quel punto la scadenza del contratto era prossima.

Sul fair play finanziario.

Lavoriamo sotto condizioni a cui è soggetto ogni club in Europa, che sono stabilite dalla UEFA: le regole del Fair Play finanziario. Negli ultimi anni non solo in Europa, ma anche in Italia, sono state introdotte regole specifiche relative agli obiettivi finanziari, che dobbiamo rispettare se vogliamo partecipare al campionato e ai tornei europei. Considerando che il club ha avuto i conti in rosso negli anni passati, la nuova proprietà si è trovata al di fuori dei parametri finanziari imposti dalla UEFA. Per rispettare tali parametri, abbiamo dovuto ridurre le perdite e aumentare i ricavi. Ma i ricavi ordinari non si incrementano così velocemente come quelli generati dalla vendita dei giocatori. Vendere i giocatori e reinvestire in nuovi è un altro modo per mantenere un alto livello di competitività, rispettando le regole del Fair Play finanziario: sia quelle europee, sia quelle italiane. Lo faremo fino al raggiungimento della parità di bilancio, cosa che avverrà a breve. Saremo in grado di disporre di una più ampia gamma di opzioni, a differenza della situazione attuale. È qualcosa di cui tenere conto perché competiamo con grandi marchi europei che partono da una situazione avvantaggiata per quanto concerne i ricavi. In Italia, la Juventus ci doppia in termini di ricavi. Dobbiamo competere nel rispetto di determinate limitazioni finanziarie, per cui dobbiamo essere in grado di vendere giocatori e di reinvestire gli introiti in modo da mantenere costante il nostro livello di competitività.

Sull'ultima sessione estiva di calciomercato.

Può sembrare scontato, ma si cerca sempre di migliorare la squadra e il modo in cui lo si fa è analizzando i reparti che sono stati meno efficienti nella stagione precedente. Questo è ciò che è successo a noi: volevamo rafforzare la difesa perché le prestazioni non sono state all’altezza delle aspettative. In altri reparti avevamo buoni centrocampisti e quasi il migliore attacco della stagione, grazie ad alcuni dei calciatori acquistati durante lo scorso mercato invernale, ad esempio Perotti ed El Shaarawy. Quindi abbiamo deciso di intervenire e investire per migliorare la difesa. Fondamentalmente è stata questa la strategia che abbiamo seguito. Inoltre, potevamo contare sul rientro di Paredes e Strootman a centrocampo. Nonostante la cessione di Pjanic, abbiamo potuto rafforzare il reparto in questione con questi due giocatori e puntando su una promessa, il giovane talento Gerson, come sesto centrocampista che andrà gradualmente a migliorare le prestazioni della squadra. Lui deve essere considerato soprattuo in prospettiva futura, visto che a soli 19 anni è uno dei migliori talenti sulla piazza.

Sulle tournée all'estero.

Ogni anno viaggiamo per stare sempre più vicino ai tifosi: vogliamo portare la squadra in nuovi luoghi e nuovi mercati. A maggio, quando abbiamo disputato un'amichevole negli Emirati Arabi, ci siamo anche allenati in campo in cui recentemente abbiamo avviato una nostra Academy a Dubai. Un passo importante sia per avviare un programma base di scuola calcio, sia per aumentare la visibilità del marchio: ci presentiamo a quei mercati che stanno dimostrando di essere molto appassionati e interessati al nostro Club. Desideriamo ringraziare i tifosi per il loro supporto e un modo per farlo è portare la squadra nei luoghi in cui vivono. Vogliamo concedere alla gente che non può avere accesso alla squadra e ai giocatori l’opportunità di stare con loro.