3Difensore
Pietro Vierchowod

Pietro Vierchowod

  • Nazionalità:Italia
  • Età:64 (06 aprile 1959)
  • Altezza:1.79 m
  • Peso:75kg
  • Piede:
  • Valore di mercato: mln

PROFILO

VIERCHOWOD, LA BIOGRAFIA

Pietro Vierchowod è nato il 6 aprile del 1959 a Calcinate, in provincia di Bergamo. Figlio di Ivan Luchianovic Vierchowod, un soldato ucraino che faceva parte dell’armata sovietica che è stato tenuto prigioniero in Italia. Il papà del giocatore, dopo la fine della guerra, ha scelto di non tornare in Ucraina, ma di rimanere proprio in Italia, in provincia di Bergamo dove si è rifatto una vita. Si è sposato a Spirano per poi spostarsi proprio a Calcinate dove è nato il figlio Pietro che fin da bambino ha mostrato di avere un carattere deciso. Studiava ma doveva anche aiutare la famiglia. Così', già da giovanissimo, il padre lo mandò a fare il manovale e l'aiutante idraulico, ma aveva la passione dello sport e dopo i primi approcci avuti con l'atletica leggera, ha capito subito che il suo vero amore era il calcio. E all'età di 10 anni ha cominciato a dare i primi calci al pallone all'oratorio della sua città natale dov'è rimasto fino al 1973, fino a quando la Romanese - società della provincia di Bergamo - lo ha portato nelle giovanili del club.

Caratteristiche tecniche

Pietro Vierchowod era un difensore centrale, stopper, dal carattere deciso. Era anche veloce sulla distanza, quando l'avversario partiva verso la porta, lui era in grado di recuperargli terreno arrivando quasi sempre al contrasto. Era tenace e non solo per le sue origini ucraine, si era guadagnato il soprannome di Zar, anche per il suo portamento in campo. Prima di cominciare a giocare a calcio aveva praticato atletica leggera proprio grazie alla sua capacità di corsa e alla sua velocità, come spesso ricordava lo stesso giocatore: "facevo i cento metri in meno di 11 secondi", anche se spesso era l'anticipo l'arma con cui riusciva a fermare gli attaccanti avversari. Era considerato uno dei difensori più forti di tutti i tempi, uno stopper con la grande capacità di marcare a uomo ma seppe poi imparare anche i movimenti della zona, essendo stato lui uno dei calciatori che hanno vissuto il passaggio al calcio moderno. Era considerato molto forte dai suoi avversari, soprattutto dagli attaccanti che lo rispettavano molto. Era dotato anche di una buona prestanza fisica, è alto 179 centimetri e con una struttura muscolare importante, tanto da meritarsi anche il soprannome di Hulk. Nonostante la muscolatura era anche agile, saltava molto, era bravo nel gioco aereo.

LA CARRIERA

A soli 14 anni è diventato un calciatore della Romanese, la principale società calcistica del comune di Romano, provincia di Bergamo. Il club militava - e milita tutt'ora - in Serie D.  Dopo l'avventura nel club che, di fatto, lo ha lanciato nel calcio dei grandi, è passato al como, era il 1976 e ci è rimasto per 5 anni. La squadra militava in serie C1 e tre anni dopo il suo arrivo ha vinto il campionato conquistando la promozione in serie B. Proprio nell'anno successivo alla promozione nella serie cadetta, i lombardi hanno vinto di nuovo il campionato e sono approdati in serie A, era il 1980. Vierchowod ha giocato nella massima serie con la maglia del Como, ma poi è stato acquistato dalla Sampdoria. Ha lasciato i comaschi dopo aver giocato, in 5 anni, un totale di 115 partite tra serie C, B e A e segnato anche 5 gol. I blucerchiati però hanno deciso di voler far crescere quel giovane difensore su cui hanno puntato e che comunque si è fatto notare per carattere, doti tecniche e fisiche, così lo hanno mandato in prestito alla Fiorentina per un anno e dove ha giocato 32 partite e segnato due reti. Ancora non ritenuto pronto per la Samp, viene girato di nuovo in prestito, questa volta alla Roma. È la stagione 1982-83, quella che decreterà i giallorossi campioni d'Italia con Pietro Vierchowod uno dei protagonisti indiscussi della squadra, pilastro della difesa. L'allenatore del secondo scudetto dei capitolini era Nils Liedholm, famoso per aver rivoluzionato il gioco, passando dalla marcatura a uomo a quella a zona. E Vierchowod ‘serviva’ all’allenatore come un equilibratore di una squadra, difesa compresa, che giocava molto votata in avanti. Il giocatore è diventato in pochissimo tempo uno dei protagonisti della stagione giallorossa. Nella capitale è rimasto solo un anno durante il quale ha giocato 43 partite, ma il suo legame con la squadra è stato forte. Più volte, infatti, sia durante la carriera di calciatore, sia quando aveva già smesso, non ha mai nascosto di aver riservato un posto speciale alla Roma nel suo cuore, tanto che per convincerlo ad andare a Genova è dovuto intervenire l’allora presidente della Samp, Mantovani. Perché, dopo la stagione vissuta con la squadra di Liedholm, il difensore stava pensando di rimanere alla Roma. Vierchowod ricorda ancora la stagione 82-83 come quella della sua consacrazione, è stata quella che ha spinto la Samp – che lo aveva acquistato due anni prima – a smettere di mandarlo in prestito ad altre squadre per farlo crescere e riportarlo a casa. Così, dopo aver parlato con il presidente del club, il difensore ha deciso di accettare di andare a Genova ed è stata una decisione importante per la sua carriera, visto che alla fine vi è rimasto per 12 anni ed è diventato una bandiera della squadra. Quella era una Samp vincente, che ha permesso a Vierchowod di togliersi numerose soddisfazioni e vincere molti trofei. Rimasto fino al 1995, in quella estate è stato venduto poi alla Juventus, quando aveva 36 anni compiuti. I numeri collezionati dal calciatore con i blucerchiati sono da record, vista la lunga militanza nella squadra di Genova. Alla fine, sono state 493 le partite giocate e 39 gol segnati. Vierchowod ha lasciato la Samo ad un'età importante per i giocatori di quel tempo, ma aveva una struttura fisica che gli ha permesso di giocare ad alti livelli e fino a 41 anni, cosa rara per quegli anni. Passato così alla Juventus - dove il club ha deciso di fargli sottoscrivere un solo anno di contratto vista l'età - ha potuto arricchire la sua bacheca vincendo la Champions League. Ha chiuso la sua avventura in bianconero con 31 presenze (8 in Champions) e due gol. Subito dopo la fine di una stagione decisamente positiva, è passato a parametro zero al Milan. Svincolatosi dal club torinese, ha firmato un altro anno di contratto, questa volta con il Milan. In quella stagione le sue presenze sono decisamente scese, 18 le gare disputate con i rossoneri. Era il 1998 e Pietro aveva compiuto 39 anni. Per chiudere la carriera ha scelto il Piacenza, dove è rimasto per tre anni e dove ha giocato ben 83 partite e segnato 6 reti. Nel 2000, a 41 anni, ha deciso di chiudere la carriera con un bottino totale di 796 partite giocate. di cui 562 in Serie A.

La Nazionale

I numeri di Vierchowod sono importanti anche in nazionale dove è diventato campione del mondo nel 1982. Il calciatore ha indossato per 45 volte la maglia azzurra, segnando due reti. Una delle quali è rimasta nella storia. È stata quella contro Malta, segnata il 24 marzo del 1983. Il difensore aveva quasi 34 anni e per molto tempo è rimasto il marcatore più anziano della storia della selezione italiana. Lo stopper ha giocato7 gare di Coppa del Mondo, tra cui la finalina per il terzo e quarto posto nel campionato del 1990 disputato in Italia. L'esordio lo ha fatto nel 1981, a convocarlo è stato il ct Enzo Bearzot, era il 6 gennaio. Il difensore è partito titolare, nella gara del Mundialito, che si è giocata a Montevideo contro i Paesi Bassi, finita 1-1. Campione del mondo del 1982, è stato uno dei 22 partiti per la Spagna, ma non è riuscito mai a scendere in campo a causa di un infortunio alla caviglia. E' stata solo una parentesi sfortunata che non ha intaccato il suo percorso con la nazionale. Dal 1983 infatti è diventato uno dei titolari inamovibili della squadra azzurra. Nel 1986 è partito con i compagni per il Messico, ma quella non fu una spedizione fortunata. l'Italia in quell'occasione non è andata oltre gli ottavi di finale, dove è stata sconfitta dalla Francia. Dopo quell'avventura Vierchowod ha perso il posto in nazionale. L'allenatore degli azzurri era diventato Azelio Vicini che inizialmente non sembrava credere molto in lui. Invece nel 1990 il ct ha deciso di tornare ad inserirlo nelle spedizioni azzurre. Così ha fatto parte del gruppo che ha giocato i mondiali italiani e che si è qualificato al terzo posto, dopo aver perso in semifinale con l'Argentina di Maradona sul campo di Napoli. L'Italia ha vinto poi la finalina contro l'Inghilterra ed è salita sul gradino più basso del podio. L'arrivo di Arrigo Sacchi inizialmente non ha cambiato le cose per il difensore, fino a quando gli ha preferito Alessandro Costacurta. Così Vierchowod ha giocato la sua ultima partita in azzurro nel maggio del '93. Era una partita di qualificazione ai mondiali del 94, contro la Svizzera. L'Italia ha staccato il biglietto per i mondiali americani, ma Vierchowod ha preferito declinare l'invito di Arrigo Sacchi e ha rinunciato a far parte della spedizione. Sarebbe stato una riserva di lusso e, qualche anno dopo, avrebbe proprio spiegato il motivo del suo no dicendo che aveva capito che non avrebbe avuto spazio, mangiandosi le mani poi, visto che durante quel mondiale Franco Baresi si è rotto il menisco ed è rientrato per giocare la finale.

Palmares

La Bacheca di Pietro Vierchowod è ricca di trofei, la maggior parte dei quali conquistati con la Sampdoria dove ha passato 12 stagioni. È campione del mondo, avendo fatto parte della spedizione in Spagna 82, anche se non è mai sceso in campo per un infortunio alla caviglia. Ha vinto una Champions League con la Juventus nel 96. Due volte campione d’Italia, la prima con la Roma nell’83, poi con la Samp nel 90/91. Quattro le Coppa Italia vinte dallo Zar, tutte con i blucerchiati (nel 84/85, 87/88, 88/89 e 93/94). Una coppa delle Coppe nell’89/90, due Supercoppa italiane (nel 95/96 con la Juventus e nel 91/92 con la Samp). Vierchowod ha vinto anche un campionato di serie C e uno di serie B, entrambi con il Como agli inizi della carriera. 

La carriera da allenatore

Dopo aver chiuso la carriera di calciatore, Vierchowod ha intrapreso quella da allenatore ma con poca fortuna, tutte le sue avventure, sulle varie panchine su cui si è seduto, sono finite poche settimane dopo il suo ingaggio. Il suo esordio alla guida di una squadra è avvenuto nel dicembre dei 2001. Il Catania, che in quegli anni militava in serie C1, aveva esonerato Ammazzalorso e ha deciso di sostituirlo proprio con l'ex calciatore campione del mondo. La sua avventura alla guida dei siciliani non è durata molto, nel successivo aprile dopo aver conquistato la zona play off è stato esonerato. Subito dopo fu contattato e messo sotto contratto dalla Florentia Viola (la società che nacque dopo il fallimento della Fiorentina e che per questo era ripartita dalla C2), ma anche questa volta l’esperienza è durata poco. Vierchowod è stato esonerato solo nove giornate dopo l'inizio del campionato. Sono passati altri tre anni prima di essere nuovamente chiamato per guidare una squadra. Questa volta è stata la Triestina a puntare su di lui, ma ancora una volta è arrivato l'esonero dopo un paio di mesi, era il novembre del 2005. Di nuovo, nel 2014 è stato invece chiamato a guidare gli ungheresi dell'Honvéd. L'avventura è durata fino all'ottobre successivo, così come è durata poche settimane quella sulla panchina degli albanesi del Kamza. Oltre ad aver tentato la carriera di allenatore, ha provato anche ad entrare in politica. Nel 2012 si è candidato alle elezioni comunali di Como, alla guida di una lista civica riuscendo a raccogliere il 2,53 percento dei voti.

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Redazione