Nils Liedholm, nato cento anni fa a Valdemarsvik (Svezia), non era come Mourinho, con la sua debordante personalità, lo sguardo in continua allerta e la meritata fama di Special One, scrive Alessandro Vocalelli su
La Gazzetta dello Sport
Eleganza, ironia, genio: così l’inventore Liedholm diventa Barone d’Italia
Non assomigliava neanche a Klopp e Guardiola, ma si avvicinava di più ad Ancelotti: era un fuoriclasse senza essere costretto a dimostrarlo o raccontarlo. Lo chiamavano “Il Barone”, per l’eleganza e il portamento, ma anche per quella sua capacità di saper filtrare i sentimenti attraverso una finta stravaganza, in realtà la sua filosofia.
Se hai perso non c’è motivo di arrabbiarsi, anzi è il caso di elogiare tutti per rassicurarli. Se hai vinto a che serve gonfiare il proprio orgoglio? Ha vinto uno scudetto con il Milan e ha fatto lo stesso con la Roma, partendo dalla difesa, con il suo visionario calcio a zona: Pietro Vierchowod ad affiancare Di Bartolomei e la possibilità di poter contare su un uomo in più a costruire gioco. Anche se, tra i suoi tanti paradossi, proprio un riferimento all’aspetto matematico è ancora oggi di grande attualità. "In dieci si gioca meglio che in undici".
Era feroce nel difendere i suoi ragazzi, anche da un tifoso, che nel ritiro di Brunico, una mattina si sentì in dovere di andargli immediatamente a raccontare di averne visti tre rientrare in albergo alle due di notte. Lui lo guardò e con tutta la sua divertente serietà lo ringraziò. "Hai ragione, dovrò metterli in punizione. Mi ero raccomandato di divertirsi e di non rientrare prima delle tre". Fu quel giorno che forse cominciò la cavalcata della sua squadra verso lo scudetto.
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