Il pallino tocca di nuovo a lei, a Virginia Raggi. La sindaca di Roma ha lasciato il Qatar e stamattina dovrà ributtarsi nella mischia "dell’attuale situazione politico istituzionale". A distanza di poche ore dalla diffusione di un nuovo intervento del presidente della Roma James Pallotta. Che nella sua ricostruzione della vicenda Tor di Valle ha tirato in ballo anche la politica nell’estenuante percorso del progetto stadio: "Alcuni problemi sono stati autoinflitti dal costruttore che possedeva i terreni, ma altri dal governo. A volte è più facile non prendere una decisione, e a volte hai un cambiamento da un governo a un altro ed è come se dovessi ricominciare tutto da capo" si legge su La Gazzetta dello Sport.
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Stadio: la Roma preme. Il Comune non ha fretta, ma rassicura
Pallotta: "Spero che non mandino tutto all’aria". Stefàno: "Approfondiremo, se è tutto ok si va avanti"
Enrico Stefàno, il vicepresidente vicario dell’aula Giulio Cesare, che oggi si insedierà al posto di De Vito ha parlato di stadio ieri: "I tempi sono quelli che abbiamo definito precedentemente. Chiaramente, com’è stato detto anche dalla sindaca, su tutti gli atti ci sarà un ulteriore approfondimento giuridico per fugare qualsiasi dubbio". Insomma, la volontà è di arrivare al voto a maggio e non in estate. Il segnale, però, che lancia Stèfano, intervistato da Radio Radio, non è solo tecnico. "Chiaramente se l’esito sarà positivo, avremo il dovere di andare avanti con questa procedura e se, chiaramente, non è stata viziata, sarà nostro dovere portarla a termine". Dichiarazioni che chiariscono due punti. Il primo: lo stadio è finito dentro la nuova due diligence dopo essere passato indenne per la prima. Il secondo: niente confusione, se si accerterà che tutte le procedure di autorizzazione sono state corrette, la maggioranza in Campidoglio non si tirerà indietro. Un allungamento dei tempi è da mettere in conto. Ma senza far tornare in discussione tutto. Sempre che la Giunta resti in sella anche dopo le Europee.
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