Notte amara all'Olimpico per una Roma che non punge e anzi, si fa male da sola, scrive Lorenzo Pes su Il Tempo. Ancora un clima di contestazione e ancora quindici minuti senza la parte calda del tifo giallorosso. Ma la Roma non può perdere altro terreno e Juric si affida alla formazione "consueta" senza troppe sorprese, preferendo ancora Angelino nella linea dei centrali con Zalewski a sinistra. Ci sono Dybala e Dovbyk.
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Roma senz’anima
Nel primo tempo le occasioni migliori sono dell'Inter, anche se dopo un minuto Pellegrini va subito al tiro, sfiorando il gol anche dieci minuti dopo quando Sommer per poco non se la butta dentro sul cross del capitano giallorosso, ma il palo lo salva. Un legno salva anche Svilar che prima è bravo su Thuram dopo sei minuti, poi rischia sulla conclusione di Mkhitaryan che scheggia la traversa. Nel frattempo Inzaghi perde sia Calhanoglu che Acerbi per infortunio e in neanche mezz'ora brucia già due slot per le sostituzioni mandando in campo Frattesi e De Vrij. Poche altre emozioni prima dell'intervallo in un primo tempo dai ritmi abbastanza compassati, con la Roma che cerca di manovrare (con grande lentezza) e l'Inter che sfrutta gli spazi. Episodio molto dubbio alla mezz'ora quando Thuram viene schiacciato nel panino tra N'Dicka e Cristante, con quest'ultimo che la colpisce da dietro. Protesta l'Inter ma Massa e il Var lasciano correre. Poteva starci l'espulsione per chiara occasione da gol. La prima mossa di Juric è in mezzo al campo. Cristante si è preso un giallo dopo una dormita che lo ha portato a fare fallo su Thuram, ma il tecnico decide di togliere un Koné non brillante. Una coppia che non sembra ancora capace di incastrarsi bene. Il suicidio giallorosso si compie all'ora di gioco. Prima Zalewski perde un pallone sanguinoso da ultimo uomo regalandolo a Frattesi, sullo sviluppo dell'azione ci pensa Celik (dopo un gran recupero di Dybala) ad accomodare il pallone per la conclusione di prima intenzione di Lautaro che con una leggera deviazione batte Svilar.
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