(Il Messaggero - M.De Martino) Sotto un cielo d’inchiostro, dentro una notte nervosa, e sopra un prato di sabbia scavato sabato dai tacchetti degli All Blacks, la Roma batte il Torino 2-0, ma al di là della classifica che finalmente respira un po’ non c’è molto da festeggiare. Un rigore contestato e un autogol non cancellano tre mesi con lo stomaco annodato e tutto sembra evidente dai messaggi della curva Sud, dal primo striscione contro la squadra («miserabili e infami») all’ultimo offensivo contro l’allenatore («Zeman ridi su sto c...») segnale non bellissimo e a saldo di rancori precisi. «Io spero che in curva ci vadano sempre i tifosi, quelli che vogliono il bene della Roma» commenta Zeman nerissimo in volto e stranamente inquieto.
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Zeman non se la gode
(Il Messaggero – M.De Martino) Sotto un cielo d’inchiostro, dentro una notte nervosa, e sopra un prato di sabbia scavato sabato dai tacchetti degli All Blacks,
Di sicuro, al di là della vittoria, il popolo della Roma e il tecnico ieri sera non si sono lasciati troppo bene. «A prescindere dai risultati, i tifosi della Roma verranno sempre allo stadio...» aveva detto Zeman alla vigilia, e invece il confronto dell’Olimpico con la festa del rugby fa impressione, sabato 74.490 spettatori e ieri meno della metà, nel dettaglio appena 34.011 spettatori di cui 9.421 paganti, solo con il Palermo si era fatto peggio.
Poca gente ma soprattutto molti fischi. E poi quel rigore. Zeman è teso ma non ha perso lo humour: «Il rigore l’ho visto in diretta e poi altre quattro volte volte in tv, beh, su Marquinho c’erano due falli quindi dovevano darci due rigori... Ce n’era anche uno su Osvaldo nel primo tempo, ma di questo non voglio parlare. Dico però che abbiamo fatto una bella partita, nel primo tempo abbiamo avuto cinque o sei palle gol, nel secondo almeno un paio, il Torino non è mai stato pericoloso e quindi sono soddisfatto».
(...)Lo striscione, il rigore e poi le occasioni sprecate, è come se l’onda lunga del derby resistesse a sballottare la Roma e il suo comandante. Che ogni tanto sbanda verso la polemica: «Sono stanco, mi ripetete sempre che sprechiamo occasioni, beh, io dico che se la squadra ha segnato 30 gol vuol dire che qualcosa di buono siamo in grado di farlo. Adesso il calendario ci mette davanti due trasferte abbordabili, Pescara e Siena, quindi c’è l’occasione per dare continuità. Per me questa squadra ha grandi qualità e io lo dico da quattro mesi: solo che dobbiamo restare concentrati».
Ma non è una serata da tre punti facili. Tutti gli chiedono di Totti, poi di Pjanic, di Destro. Chissà se Zeman ha smaltito lo striscione, ma così a occhio non sembra: «Mi dite che Pjanic ha giocato meglio quando è uscito Totti, ma che c’entra questo? Capisco a inizio stagione quando si pestavano un po’ i piedi, ma stavolta uno giocava a destra e l’altro esterno sinistro, e allora? In ogni caso Pjanic ha talento e a me piace, però deve crescere con il resto del gruppo, per esempio ha perso tre o quattro palloni che hanno lanciato il contropiede del Torino e questo non va bene. Ecco».
Tutto qui. Zeman raccoglie la vittoria come se fosse una margherita, Ventura è un po’ meno bucolico e l’ultima battuta che lancia è al vetriolo: «Ho detto che il rigore era vergognoso? Ma no, dicevo ai miei ragazzi, vergognosi a subire un rigore del genere...». Poi serio. «Che peccato, la Roma non aveva bisogno di un vantaggio tanto esagerato».
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