(Il Messaggero - M.Ferretti) - Zdenek Zeman contro Giancarlo Abete, il numero uno della Federcalcio. «Abete non è nemico mio. È nemico del calcio», ha dichiarato l’allenatore della Roma in un’intervista concessa una decina di giorni fa a Sette, domani in edicola. Il tecnico ha aggiunto che, nonostante tutto, lui andrebbe a cena con il presidente federale, ma questo non è servito per evitare che la polemica scoppiasse in maniera fragorosa. Una polemica che ha colto di sorpresa e indispettito i dirigenti di Trigoria, sempre più preoccupati per le uscite del boemo.
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Zeman: “Abete è un nemico del calcio”
(Il Messaggero – M.Ferretti) – Zdenek Zeman contro Giancarlo Abete, il numero uno della Federcalcio.
Che risponde a ogni tipo di domanda con estrema sincerità, senza badare alla forma e alla sostanza sia se si tratta di parlare di Antonio Conte (ma lui ci tiene a precisare di non aver mai nominato l’allenatore bianconero) e degli scudetti della Juventus sia del presidente del calcio italiano. I dirigenti della Roma finora hanno preso atto a denti strettissimi delle uscite del tecnico. E, non a caso, ieri sera è arrivata una rettifica, sembra molto sponsorizzata dalla società, attraverso la quale Zeman ha voluto precisare che quanto dichiarato su Abete «non era riferito alla persona del presidente della Figc, ma al sistema calcio nel suo complesso che negli ultimi anni ha perso occasioni importanti per riformarsi».
Si sta avvicinando a grandi passi la delicatissima partita del 29 in casa della Juventus e a Trigoria si teme che lo scontro verbale tra Zeman e il club bianconero possa trascendere proprio in prossimità della gara dello Juventus Stadium. Nessuno dei dirigenti della Roma ha mai imposto a Zeman di dire o non dire certe cose o di fare o non fare polemica, e probabilmente mai lo farà, ma il loro auspicio è che la Roma non sia con assidua frequenza sulle prime pagine dei giornali per faccende che non riguardano il rendimento della squadra. Le linee guida della nuova Roma, del resto, erano state chiaramente esposte nella passata stagione dal dg Franco Baldini, cioè nessun commento sugli arbitri, nessuna polemica contro questo o quello e via dicendo.
Ingaggiando uno come Zeman, però, quelli del management di Trigoria sapevano alla perfezione di andare incontro a certe situazioni. O no? E adesso i vertici della Roma temono che Zeman possa essere deferito per quanto dichiarato sul conto di Abete (ieri ci sarebbe stata una telefonata tra la Roma e la Figc per un chiarimento), anche se sanno alla perfezione che alcuni dirigenti juventini recentemente hanno parlato di «sistema dittatoriale» della Figc e della giustizia federale sul tema calcio-scommesse senza ricevere alcun deferimento.
Se la società è silenziosamente preoccupata, la tifoseria sembra spaccata sullo Zeman picconatore: c’è chi si schiera apertamente dalla sua parte per il coraggio dimostrato, da sempre, nell’affrontare determinate battaglie e chi teme che le sue esternazioni possano alimentare ripercussioni negative sul cammino della squadra. Tornando all’intervista, va aggiunto che il boemo ha dichiarato che le società di calcio «non dovrebbero essere quotate in Borsa. I risultati mi danno ragione. Il calcio deve stare fuori dalla finanza e dalla politica». E ancora: nell’ambiente-calcio dopo gli scandali «c'è qualche miglioramento. Ma temo che sia più per paura di essere scoperti che per convinzione. Servono più esempi positivi. Si deve vincere dimostrandosi superiori sul campo e non fuori dal campo».
Riflessioni in ordine sparso, a seguire. Su Massimo Moratti, ad esempio, che ha detto di aver pensato in passato a lui per la panchina dell’Inter: «Molte parole. Ma poi bisogna vedere se ci sono le condizioni per lavorare bene. E non parlo di giocatori da acquistare», la sibillina replica di Zeman.
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