Il rischio che la testa sia a Bilbao e le gambe a Empoli, è dietro l'angolo. E per una volta non è una questione di voler snobbare l'avversario o di voler privilegiare una competizione rispetto ad un'altra ma semplicemente la normalità visto che conquistare i quarti di Europa League potrebbe rappresentare il trampolino per un finale di stagione insperato, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Il problema è che la Roma non se lo può permettere. Perché ha già regalato tre mesi di stagione con l'avvicendamento tra De Rossi e Juric ed ora è obbligata a rincorrere. Senza fermarsi, senza poter rifiatare, senza crogiolarsi di una serie in campionato di 11 gare (8 successi e 3 pari: nel 2025 solo il Bayern con 25 ha fatto più punti dei giallorossi nei maggiori 5 tornei europei) che ha riavvicinato la tifoseria, capace di uno spettacolo senza eguali giovedì scorso contro l'Athletic. Bisogna giocare al massimo sempre, domenica e giovedì e poi ancora giovedì e domenica. Tocca quindi confidare ancora una volta in Ranieri, uno che nella vita è sempre stato abituato a non mollare nulla. Claudio è il primo a sapere che oggi a Empoli sarà una partitaccia. Basta vedere in giro per l'Europa chi ha giocato le coppe: in Germania, ad esempio, hanno perso Bayern Monaco (ko 2-3 con il Bochum), Borussia Dortmund (0-1 con l'Augusta) e Bayer Leverkusen (0-2 con il Werder Brema). La Roma è tornata nel mischione europeo, ha ancora un paio di partite sulla carta abbordabili (quella del pomeriggio e poi domenica prossima in casa con il Cagliari) per poi potersi giocare quasi tutti gli scontri diretti all'Olimpico (Juve, Fiorentina, Milan e Lazio). Ergo, non può sbagliare. Al netto dell'exploit in coppa Italia con la Juve, D'Aversa non vince in campionato dall'8 dicembre a Verona (4-1) e guida la squadra che in percentuale ha guadagnato meno punti in casa in questa stagione: appena 8, pari al 36% dei 22 totali. Claudio però, nonostante l'Empoli sia in crisi, sente puzza di bruciato. Per questo motivo se da un lato ha convinto Dybala a fermarsi (ci aveva provato anche a Venezia ma Paulo aveva insistito per giocare; stavolta invece non è nemmeno con vocato) dall'altro darà seguito ad un turnover mirato ma che non dovrebbe però essere radicale.
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