(Il Messaggero - U.Trani) -La data è quella e basta. Già in cornice nell’album dei ricordi della Sfida.Per Francesco Totti è, guarda caso, la stessa di Zdenek Zeman: 11 aprile del 1999. Insieme vincono il primo derby, il capitano in assoluto e l’allenatore, dopo esserci riuscito con la Lazio, solo al sesto tentativo da quando è passato al club giallorosso. Vi ho purgato ancora si legge sulla t-shirt grigio chiaro del numero 10 romanista e il sorriso accompagna la sua prima pasquinata che i rivali prendono come provocazione e ancora oggi criticano.[...]
rassegna stampa
Totti e il derby, storia infinita
(Il Messaggero – U.Trani) – La data è quella e basta. Già in cornice nell’album dei ricordi della Sfida.
Per battere la Lazio aspettò più di 5 anni dal giorno in cui per la prima volta la incrociò in serie A e quindi da professionista, il 6 marzo del 1994: non era nemmeno maggiorenne e perse il derby in trasferta. E solo l’ottava volta riuscì a far centro, andando vicinissimo al successo, perché l’arbitro Farina quel giorno tolse un gol regolarissimo a Delvecchio, oggi non più compagno ma rivale. Supermarco ha il primato, con Dino Da Costa, di cannoniere: 9 reti alla Lazio in campionato. Francesco è a 8 e punta a battere l’ennesimo record della sua straordinaria carriera.
Domenica giocherà il trentunesimo derby in campionato. Il bilancio, per ora, è negativo: 10 successi, 9 pareggi e 11 sconfitte (quattro quelli di Coppa Italia, due vinti e due persi). Scherzarono i tifosi biancocelesti quando, per la gara del 16 ottobre dell’anno scorso, seppero che non ci sarebbe stato. Ironizzò anche Totti, a tre giorni dall’appuntamento con la Lazio, indicando il suo uomo derby: «Reja». Non portò bene quella battuta: Osvaldo, al battesimo davanti ai cugini, segnò subito e gli dedicò una t-shirt celebrativa con la scritta vi ho purgato anch’io, ma festeggiò Reja che, grazie alla rete di Klose a fine recupero, dopo quattro sconfitte riuscì ad aggiudicarsene, nello scorso torneo, addirittura due di fila[...]
Nessuno nella capitale ne ha giocati di più, a proposito di primati. Quasi sempre da protagonista, in campo e fuori. Con prodezze, gesti e ancora altri sfottò. Il gol più bello lo ha probabilmente segnato all’amico Angelo Peruzzi, con il cucchiaio da fuori area e lo scudetto sul petto: finì 5 a 1, ma con quel capolavoro non oscurò certo la quaterna storica dell’amico Vincenzo Montella. Era il 10 marzo del 2002: pure quella volta Francesco mostrò una t-shirt indimenticabile. Per la sua donna, innanzitutto: 6 unica, scritta rossa in campo bianco e dedicata a Ilary che, per la prima volta in tribuna per un derby, poi sarebbe diventata sua moglie. A Montella è legata anche l’altra manita della Roma, capace di cinque vittorie consecutive, quattro con Claudio Ranieri in panchina e la quinta con Vincenzino al suo posto. Fu proprio il capitano a firmare la cinquina del 13 marzo 2011 con una doppietta da fermo, punizione e rigore, l’unica realizzata alla Lazio, e un bis per Ilary: 6 sempre unica. Quello è anche l’ultimo successo giallorosso nel derby.
La storia è infinita. Immagini che si sovrappongono, come le arrabbiature dei tifosi avversari. Eccolo gladiatore dell’Antica Roma fare pollice verso per il successo del 18 aprile del 2010. Riuscì a essere goliardico nonostante Ranieri lo avesse sostituito, insieme con De Rossi, durante l’intervallo e con i giallorossi in svantaggio, perché la Roma, con quel 2 a 1, rimase prima in classifica fino alla domenica successiva. [...]
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