Il progetto Tor di Valle, dopo la bocciatura di ieri da parte della Conferenza dei servizi, torna alla casella di partenza. Per far sopravvivere il progetto, come scrive Lorenzo De Cicco su Il Messaggero, ora l’iter dovrà ripartire da zero. E la prima pietra, ammesso che venga mai posata, slitta al 2018. Ieri è stato formalizzato l’«esito negativo» della procedura avviata nel 2014 dall’ex sindaco Ignazio Marino. I tecnici della Pisana non hanno potuto far altro che prendere atto dei pareri di «dissenso» trasmessi nelle settimane passate dagli uffici del Campidoglio e della Città Metropolitana (che hanno evidenziato una sfilza di criticità su trasporti, sicurezza e rischio inondazioni), ma anche della valutazione di impatto ambientale, anche questa «negativa», fornita dagli stessi esperti regionali.
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Tor di Valle slitta al 2018: “Progetto tutto da rifare”
Ieri è stato formalizzato l’"esito negativo" della procedura avviata nel 2014 dall’ex sindaco Ignazio Marino
Certo, i privati ora proveranno a tenere in vita l’operazione, sfruttando una clausola che è stata inserita nel verbale di chiusura della conferenza, e che ridurrebbe di qualche mese i tempi della nuova procedura. Il Campidoglio ha chiesto ai proponenti di consegnare entro la fine di aprile i nuovi elaborati tecnici del progetto, così come modificato dopo l’accordo del 24 febbraio.
In questo modo, i primi di maggio potrebbe arrivare in giunta la nuova delibera (con variante), che poi dovrà passare al vaglio dei municipi, i quali hanno 30 giorni per esprimersi. Poi, al fotofinish, servirebbe il voto dell’Aula Giulio Cesare, dove il M5S dovrà fare i conti con tre-quattro consiglieri dissidenti. Nel frattempo andrà sciolto il nodo del vincolo architettonico che la Soprintendenza ha deciso di apporre sull’ippodromo di Lafuente. I privati sperano in uno stop dalla commissione del Mibact, altrimenti bisognerebbe stravolgere tutti gli elaborati. Resta centrale poi il tema delle opere pubbliche, sforbiciate pesantemente dopo l’intesa tra Comune e privati che ha ridotto del 50% le cubature per negozi, alberghi e uffici.
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