rassegna stampa

Stadio, dossier a Montuori. C’è il caso incompatibilità

Oggi il neo-assessore Montuori incontrerà i tecnici del dipartimento Urbanistica e l’avvocato Luca Lanzalone, il consulente scelto dalla Raggi per seguire la trattativa con la Roma

Redazione

Il nuovo progetto senza le tre torri dell’Ecomostro – ma con 18 palazzine alte fino a 7 piani per negozi e uffici – è atteso in Campidoglio tra domani e venerdì. Oggi, come scrive Lorenzo De Cicco su Il Messaggero,  il neo-assessore Montuori riceverà il dossier Tor di Valle, incontrando i tecnici del dipartimento Urbanistica e l’avvocato Luca Lanzalone, il consulente scelto dalla Raggi per seguire la trattativa con la Roma. Proprio attorno al ruolo di Lanzalone, già ingaggiato dal M5S a Livorno per risollevare le sorti della malandata azienda dei rifiuti locale, ieri si è acceso un dibattito in Aula Giulio Cesare. Il gruppo del Pd ha presentato un’interrogazione, illustrata dalla capogruppo Michela Di Biase, per chiedere spiegazioni. Davanti all’Assemblea Capitolina, la Raggi ha spiegato che il legale è stato arruolato il 10 febbraio scorso, «per seguire la vicenda dello stadio». La collaborazione, ha detto la sindaca, avrebbe dovuto essere ufficializzata «mediante un accordo con l’assessore all’Urbanistica, che però poi si è dimesso, quindi non ha potuto trovare formalizzazione». Ora che è stato trovato il sostituto di Berdini, verrà firmato un contratto da 30 mila euro. Lanzalone, che finora ha lavorato a titolo gratuito, non farà parte dello staff di Montuori, ma avrà un ruolo da consulente esterno.

La sindaca, che a fine marzo, dopo il viaggio negli Usa, incontrerà James Pallotta, ha parlato anche dell’ipotesi di una nuova conferenza dei servizi sullo stadio. Quella attuale scade il prossimo 5 aprile e le modifiche apportate – soprattutto sul versante delle opere pubbliche – potrebbero far ripartire da capo l’iter di approvazione del progetto. «Ma noi stiamo lavorando perché partano il più velocemente possibile i tavoli tecnici per la revisione», ha detto la Raggi.

Mentre il gruppo del Pd chiede una convocazione straordinaria del Consiglio comunale sull’operazione immobiliare, convinto che «le opere pubbliche siano indispensabili» e che «dopo il dimezzamento delle cubature, i cittadini, hanno il diritto di sapere quali infrastrutture resteranno per filo e per segno», sul progetto Tor di Valle (e sul vincolo che ha deciso di apporre la Soprintendenza) ieri è intervenuto anche il ministro della Cultura, Dario Franceschini. Chiarendo che «non ho strumenti per intervenire nè lo farò: ci sono delle forme previste dalla legge a disposizione dei privati per tutelarsi». Per il responsabile dei Beni culturali, «ci sono delle competenze molto precise, guidate dalla legge, che stanno nella totale autonomia delle Soprintendenze». Insomma, «non c’è un livello politico gerarchicamente superiore che può far cambiare una decisione. Se lo si facesse si commetterebbe un illecito, un reato». Sulla tutela dell’ippodromo di Lafuente, quindi, la Soprintendenza archeologica di Roma avrà mani libere.