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rassegna stampa

Spalletti: “Un favore al mio club”

Il tecnico: «Non firmando il contratto sono andato incontro alla Roma, il rinnovo devo ancora meritarlo»

Redazione

La vittoria di Palermo asciuga un po' la polemica accesa da Pallotta: «Avevamo bisogno di questo successo», ha detto ieri il presidente (oggi il suo compleanno, auguri). E soprattutto calma qualche calciatore importante che, per stessa ammissione di Spalletti, ha accusato un po' di stanchezza, come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.

Spalletti, davanti a taccuini e telecamere, fa il punto, da Jim in poi. «Sono entrato in un momento di difficoltà, e non ho chiesto niente al presidente. Anche a fine anno ho accettato decisioni già prese che poi mi andavano anche bene e abbiamo agito in base ai giocatori che ci hanno portato via. Non abbiamo fatto strategie future, a fine stagione potevamo già salutarci. Il secondo anno era stato messo per dare idea ai calciatori che ci sarebbe stato un seguito, bisognava vedere come si finiva: abbiamo cominciato bene, ora c'è un po' di stanchezza e di difficoltà. Le squadre che giocano avendo due soli giorni di riposo vedono calare le vittorie del 40%, noi abbiamo avuto 14 partite in cui abbiamo avuto solo due giorni di recupero. Il mio futuro? Se perdo altre 2 partite non finisco nemmeno questa stagione, perché mi mandano via. Si ne sono perse 4 su 5 e si parla di questo Le cose cambiano velocemente, quindi gli ho fatto un favore a non rinnovare il contratto, devo ancora meritarmelo. Pallotta ha mandato via un allenatore, Gracia, ancora sotto contratto».

Si pensa anche a un motivo legato al mercato: «Abbiamo difficoltà a fare mercato, ci sono cose che si dicono e quelle che non si dicono. Edin è stato importante quest'anno perché ha saputo che si contava su di lui. Ci mancava Perotti ma questo pacchetto di partite per noi è stato troppo, io ho cambiato poco e male ma il secondo infortunio di Florenzi è stato devastante».

Buona anche la prestazione dell'esordiente Grenier, che studia da vice Nainggolaan. «E' un po' il suo ruolo, il fatto di giocare tra le linee, che salta addosso al mediano. E' poi difficile che restituisca il pallone all'avversario, ha un bel piede». Scudetto impossibile?«Si spera sempre che la Juve cali ma è un obiettivo mobile, che si allontana sempre. Siamo contenti di quanto fatto ma loro sono fortissimi, dopo aver faticato ritirano fuori l'orgoglio della squadra vincente. Pensiamo a fare passo dopo passo, senza guardare alla fine. Il passo fatto bene ci consente di guardare con fiducia alla partita successiva». E la successiva è il Lione, lì serve, come dice Spalletti «l’urlo della sud».