Luciano Spalletti esce definitivamente allo scoperto in un’intervista rilasciata martedì scorso a France Football che verrà pubblicata dalla rivista transalpina a metà gennaio: «Se non riesco a vincere me ne vado».
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Spalletti: «Se non vinco vado via»
Il tecnico giallorosso lo dice in un'intervista a France Football che verrà pubblicata a metà gennaio
Lo fa in modo diretto, scrive Stefano Carina su Il Messaggero, reiterando con l’interlocutore il messaggio in più passaggi. Parole che fanno rumore ma che a pensarci bene non sono una novità visto che proprio nel giorno del suo insediamento, Lucio motivò il suo ritorno con la volontà di finire quello che aveva lasciato in sospeso. In una parola: vincere.
A settembre era uscito allo scoperto anche il presidente Pallotta («Mi piacerebbe tantissimo che Luciano rimanesse a lungo») ma nemmeno questo assist aveva fatto sbilanciare il tecnico. E così una volta «la penna è nelle mani dei calciatori»; quella dopo «non è che si possa dire a priori, allenando una squadra come la Roma, lo farò per 2-3 anni»; un’altra ancora «il rinnovo dipenderà dal lavoro che riusciremo a fare insieme e da quello che la squadra evidenzierà come comportamenti».
Spalletti è consapevole di avere il coltello dalla parte del manico. Ha la piazza dalla sua parte, sa di essere un ottimo tecnico che impiegherebbe poco, qualora volesse, a trovarsi un’altra squadra. Tuttavia quando parla del suo amore per Roma è sincero. Vuole vincere qui. Si sta però rendendo conto che il gap con la Juventus anziché diminuire sta aumentando. Nel triennio di Garcia mai la Roma a Natale si era trovata così distante dalla prima in classifica. Lo scorso anno, con Rudi già in crisi nera ma con un girone di Champions superato, si trovava a -4. Nella stagione precedente era a -3 e nel 2013-14 a –5. Gli effetti del ko nel preliminare di Champions col Porto sono già stati tangibili nell’ultima sessione di mercato.
Dai rinnovi rimandati che ogni giorno che passa ristagnano sempre di più (il più problematico rimane quello di Manolas che per meno di tre milioni netti all’anno, ai quali aggiungere cospicui bonus, non ne vuol sapere di firmare) alla campagna di rafforzamento, che gli ha regalato a fine agosto appena 4 centrocampisti di ruolo mentre le rivali ne possono disporre almeno del doppio.
L’attuale secondo posto è un risultato che Lucio non sa se potrà garantire alla fine dell’anno se la rosa non verrà ampliata. Servono rinforzi. Anche perché le rivali comprano.
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