rassegna stampa

Se la doppia identità fa rima con personalità

Chi a aprile ha segnato già 103 reti dovrebbe lottare su più fronti: non è solo colpa della difesa se non lo fa

Redazione

La Roma, almeno in campionato, sta provando in tutti i modi a tenere aperti i giochi, grazie anche al suo strepitoso girone di ritorno con un parziale di 30 punti.

E nessuno, neppure la Juventus (29), è riuscita a fare meglio, come scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero. Oggi i rimpianti per quello che poteva essere e non è stato oltre i confini del campionato non sono pochi. E neppure piccoli. Ognuno, però, è padrone del proprio destino e le colpe per i flop in Europa e in Coppa Italia non possono essere attribuite ad altri. Se mai, dovranno essere usate, sfruttate per evitare di concedere il bis tra dodici mesi. Con o senza Spalletti sulla panchina giallorossa.

In attesa del fischio finale della stagione, la Roma viaggia accompagnata da numeri scintillanti che finora, però, non hanno portato a nulla tranne che al meno 6 dalla Juve. Un esempio: Dzeko e Salah, in tandem, sono arrivati a 49 gol, 34 Edin e 15 Momo.  La Roma complessivamente ha segnato 103 reti in 47 appuntamenti stagionali. Segno che l’attacco funziona, che il gol non rappresenta un problema. E, allora, se una squadra ha una media di 2,19 gol a partita come mai a metà aprile si ritrova a dover rincorrere, e con affanno, la prima della classe in Serie A e basta? È soltanto una questione di fase difensiva non all’altezza? Troppo facile, così. Meglio tirare in ballo la parola personalità, che non si allena ma si può comprare al (calcio)mercato.